Una cena indigesta.

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Raniero si alzò subito dalla propria seduta andandole incontro e con molta premura
le offrì il braccio invitandola poi a prendere posto in modo da essere l' uno di fianco all'altra perchè il posto di fronte a lui era riservato appunto a Federico . Seduti a quel grande tavolo, si scambiarono qualche occhiata e silenziosi sguardi mentre Emma sempre più tesa pensava al modo migliore per comunicare quel qualcosa che Raniero andava cercando volgendo il suo sguardo verso la porta: la presenza dell' altro unico ospite che attendeva con impazienza e che sembrava si stesse attardando più del dovuto.

A quel punto la ragazza sorrise velocemente , in evidente imbarazzo per poi abbassare lo sguardo verso le proprie mani che stringevano il prezioso tovagliolo ricamato.Spezzò il silenzio uno dei servi con l' annuncio che la cena sarebbe stata servita e a quel punto Emma prese in mano la situazione ,non potendo aspettare oltre e non potendo sopportare più di essere preda del disagio , cosa che odiava e detestava con tutta sè stessa.

"Lui non verrà. Sono desolata Raniero." La sua voce riecheggiò nella grande sala da pranzo e in quell' istante il silenzio che fino a quel momento regnava fra loro calò ancora più pesante , tenendo in mano la situazione e facendo da padrone a quella cena elegante. La giovane Lepore non sapeva cosa passasse dentro la testa dell uomo e avrebbe pagato a peso d' oro per conoscerne i pensieri ,vide solo Raniero reclinare leggermente il capo da un lato e tamburellare nervoso le dita sul tavolo ricoperto dai bellissimi tovagliati che sembrava fossero stati messi apposta in tinta con la sua elegante tenuta. Emma si lasciò sfuggire un sospiro,non era da lei intimorirsi , ma qualcosa dentro le diceva che dentro la tenuta del signore di Gaeta si respirava un aria che non era comune in nessun altro luogo, circondata da un aura che la affascinava e la suggestionava contemporaneamente eppure in quell occasione percepiva soltanto la tanto e temuta sensazione di disagio. E come poteva non ammettere che anche il padrone di quella tenuta le incutevauna sorta di soggezione?

Non era paura, no ...la paura per Emma consisteva in ben altro,la conosceva bene ed era una compagna di vita che camminava sempre al passo con lei. Allora cos' altro era? Rispetto verso l' uomo che per lei si era tanto esposto e dunque il dispiacere di deluderlo era così forte? O cos' altro ancora...? Che cosa si nascondeva dietro i modi regali di quell' indecifrabile e attraente personalità ? Le sue considerazioni stavano per avere risposta vista la reazione che Raniero le stava per palesare , perchè la risposta della donna inizialmente venne considerata al pari di un offesa. Evitò volutamente di incrociare gli occhi di lei guardandosi un po' intorno, ma trascorsi alcuni interminabili secondi alzò lo sguardo e in modo palesemente nervoso, iniziò a giocherellare con le dita sul bordo del calice. Secondi di silenzio seguirono a quella risposta fino a quando l'uomo non decisa di prendere la parola e il tono che usò non lasciava spazio a nessuna replica.

"E per quale arcano motivo non può essere qui? Per quale motivo non ha risposto direttamente lui stesso alla mia personale missiva , accennando a delle scuse? Io l'ho invitato nella mia dimora aprendo le porte di casa mia ,e bada bene giovane Lepore che non è da tutti mettere piede qui dentro, men che mai per consumare una semplice cena.
Non è buona educazione rifiutare gli inviti ma soprattutto, non è buona educazione non avvisare per tempo. Emma ...non è buona educazione nemmeno il fatto che tu mi abbia nascosto tutto ciò fino ad ora. Mi aspetto dunque da te una qualche motivazione in grado di convincermi appieno.
Cosa lo ha spinto dunque a non essere qui presente con noi?" Quegli occhi scuri la fissavano incessanti ed esigevano una risposta, e subito. Emma raramente veniva colta alla sprovvista ...ma stavolta...non aveva scappatoie.
Perché il vero motivo lei lo conosceva e lo aveva tenuto celato fino ad allora. Suo fratello non avrebbe mai seduto alla tavola di un Governatore, considerato da lui un nemico e fu chiaro nel precisarlo quando prima di partire volle a tutti costi sapere la destinazione che avrebbe intrapreso la sua nave, raccomandando poi alla sorella che sebbene lei e Raniero fossero vecchi conoscenti, niente avevano in comune, nulla da spartire, nemmeno quella strana amicizia. E fu molto chiaro quando strappandole davanti la missiva indirizzata a lui le ribadì il concetto ,non obbligandola però a restare a Livorno ,ma piuttosto mettendola in guardia. "Quelli come loro sorella mia sono mille volte peggio delle serpi velenose." Fuggendo da quel recente ricordo ,riprese il controllo di sè, stringendo i denti e abbozzando un sorriso maledì quella cena che la stava mettendo in difficoltà, cosa che a lei di rado succedeva.

Rose Nere  [PRESTO IN CARTACEO !]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora