La morte del lupo

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Livorno 2 giugno 1461.

Seduta sul dondolo,sotto il suo albero preferito, uno dei tanti del giardino della residenza di

famiglia,osservava l' orizzonte.

Un sorriso malinconico,appena accennato,ed una mano che accarezzava il ventre che

iniziava a far notare molto di più dei mesi precedenti e che denotava l' evidenza : era quasi

al termine ormai.

"Non conoscerai mai il tuo papà, la mia speranza è riuscire a tenere vividi tutti i

ricordi che ho di lui, raccontarti tutto, cosi che tu possa conoscerlo tramite essi."

Sarà maschio, pensava sempre questo suo fratello e sorrise.

Lei invece era convinta fosse una femmina e il sorriso al sol pensarlo si accentuò, "non deve mica

diventare una sfida piccola mia"...ecco :aveva pensato al femminile.

Sarebbe stata felice comunque.

Chiuse gli occhi continuando a cullarsi sul dondolo e facendo correre i suoi pensieri sempre verso il suo "biondo".

"Tuo padre era un uomo molto bello sai tesoro mio?" La mano era posata sempre sul

ventre, come se volesse proteggere la sua creatura da chissà quale pericolo e

sussurrava dolcemente alla piccola vita che portava dentro di se.

"Era biondo, alto, oh si molto più alto di me...era...gentile,dolce,e allo stesso

tempo forte e tenace."

Era...era...

Fermò il dondolo poggiando i piedi sull erba.

Aprì gli occhi e poggiò il mento sulle mani, sostenendosi con i gomiti a sua volta poggiati

alle ginocchia.

Erano passati nemmeno due mesi, la tristezza e l' angoscia avevano lasciato la porta

aperta all' unico sentimento che appariva crudele e perfido: l 'obbiettività. Non poteva pretendere di rivolere indietro qualcuno che non

sarebbe mai potuto tornare, era da pazzi solo pensarlo. Prima la vita, poi ad un passo dalla

perfezione, lei :

la morte.

Si era levato un venticello fresco ,era ora di rientrare.

Man mano che camminava percorrendo la breve distanza che la separava dal portone d'

ingresso, alcuni ricordi le salirono alla mente.

Tornavano a Sora ...Varg la precedeva e lei gli stava al passo, troppo orgogliosa per farsi

aiutare ,nonostante la stanchezza piegasse il suo corpo durante quel viaggio. Varg,

insolitamente biondo ed insolente. Semplicemente meravigliose le sue origine vichinghe.

Stranamente dolce e rude ...avrebbe potuto elencare ogni singola parte del suo corpo

senza mai averne a noia.

I passi rallentavano ed Emma parlò al suo "piccolo" ."Anche in quell' occasione tuo

padre non ci pensò due volte a sostenermi ed aiutarmi." E non era certo un gentiluomo.

I passi divennero sempre più lenti finché si fermò del tutto poco prima di arrivare alla porta

Rose Nere  [PRESTO IN CARTACEO !]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora