Riuniti

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Un lento e teatrale applauso ruppe il silenzio che si era creato a seguito di quella piccola battaglia vinta da Emma che si voltò verso il lupo.

Ora alzatosi in piedi continuava a battere estasiato le mani.

"Non sei così arrugginita dopo tutto... " lo confermò ad alta voce dopo aver ingoiato l'ultimo pezzo di pane.

Guardò gli uomini svenuti avvicinandosi a loro e li osservò con estrema sufficienza.

" ... due uomini messi in ginocchio e battuti da  attraenti occhi verdi ... due uomini che non valgono nemmeno un unghia di... "

Si voltò  verso Emma ancora inginocchiata e ansante che riprendeva fiato cercando di tenere a bada le mille domande che di certo avrebbe posto a raffica a Vik.

Il lupo prese dal carretto una fiasca d'acquavite e mentre avanzava verso di lei la stappò con i denti con naturalezza, sputando per terra il pezzo di sughero.

Si inginocchiò anche lui , con una mano le sollevò il mento.  I suoi occhi divennero scrutatori ma in modo gentile la  invitarono a bere un sorso del forte liquore che Emma accettò, nulla in quel momento parve più ristoratore dell' insistente bruciore che scivolò dalla gola fin dentro lo stomaco.

"Perchè continuano a chiamarti Rosseau? Quante lingue dovrò strappare per non sentire più questo nome?" Emma diede un altro sorso all' acquavite, prendere tempo per fornire una risposta alla domanda di Vik ora era necessario. E lui non accennava a

a distogliere il suo sguardo corrucciato da quello di Emma che lottava per dissimulare il suo smarrimento.

Sollevò lo sguardo solo pochi istanti per poi riabbassarlo sulla manica della  camicia che afferrò con i denti, strappandone un pezzo.

Versò abbondante liquore sul pezzo di stoffa e si fasciò così il collo dove quella piccola ferita cominciava a darle fastidio.

"Solo un graffio ...  non voglio che si infetti."

Dopo aver osservato tutta l' auto medicazione Vik, rimase ancora accovacciato su di un ginocchio dinanzi a lei. I suoi occhi parlavano al posto della bocca.

"Sta aspettando una risposta Emma, adesso vediamo come ne esci fuori. "

"Mi chiamano ancora Rosseau è vero. Ma cosa importa? "

Si risollevò dolorante e indifferente al tempo stesso ma mai e poi mai lo avrebbe ammesso, mai avrebbe confessato che Rosseau lo avrebbe ucciso lei stessa con le sue mani, che non desiderava altro se non veder scorrere il suo sangue sopra la lama di una spada... come mai e poi mai avrebbe ammesso " quel maledetto taglio mi brucia da morire" .

"ORGOGLIO. A cosa ti serve tutto questo orgoglio sciocca? "

Davanti a Vik quindi decise di mettere un punto definitivo sull' argomento sapendo bene che quando sarebbe arrivato il momento lo avrebbe riaperto lei stessa, da sola.

Alzò la mano sinistra rivolgendone il palmo verso il viso . E la mostrò a Vik.

Nessuna fede nuziale cingeva il suo dito anulare, nessun legame più vi era con Raniero.

Lo guardò intensamente.

."Ho pensato che sarei sprofondata nel buio più torbido quando decisi di lasciare Raniero. Ero certa che quello fosse amore. Ma era solo una prigione...che ogni giorno mi avrebbe soltanto resa più debole e cieca. E' questo che conta Vik. " Mosse la mano ancora sollevata con veemenza. "Conta solo questo. La mia ritrovata libertà."

Febbraio, un mese dopo.

Era uno scontro ad armi pari sotto un cielo carico di nuvole quello che si svolgeva di buon mattino e che poi passò a diventare un vero un corpo a corpo, così ora almeno sembrava.

Rose Nere  [PRESTO IN CARTACEO !]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora