In quello stesso giorno :Terra di Lavoro , una giornata ventosa.
" Una promessa da mantenere...una leggenda da far avverare, la storia deve svolgere il proprio corso..."
Questi erano i pensieri del Conte Raniero Rousseau , Governatore di Terra di Lavoro. Seduto su una grande poltrona con le gambe elegantemente accavallate ,sorseggiava un forte liquore.La sua era una famiglia di origini francesi e avevano passato qualche anno della sua vita in patria ,successivamente dovettero trasferirsi in Terra di Lavoro e a causa dei molteplici impegni di suo padre fecero la spola per qualche tempo fra Italia e Francia . Suo padre ,entrato in politica a soli ventidue anni , aveva sicuramente fatto strada nel tempo , diventando un personaggio molto influente ,e grazie a questo Raniero da qualche settimana era stato eletto Governatore. I suoi genitori ,ormai avanti con l' età si erano ristabiliti definitivamente nella terra dei loro predecessori ,la Toscana.
Il ventinovenne ed Emma , si conobbero anni prima in quel di Terracina ,erano solo dei ragazzi, durante una piccola guerriglia durata alcuni giorni in cui un gruppo di ribelli a cui avevano dato manforte , aveva assaltato il castello del signore a cui appartenevano le terre lavorate duramente dai contadini del luogo : chiedevano giusti salari e meno tasse . Tutto si risolse pacificamente ,per fortuna. Nessun danno alle terre e cosa più importante nessun morto ma solo qualche glorioso ferito.
Raniero era un tipo vanesio, sicuro di sè e aveva la fama di essere un dongiovanni ,amava raccontare agli amici di cui si circondava che ogni donna alla quale offriva una mela proveniente dai terreni di sua proprietà, immancabilmente gli cedeva e diveniva sua. Pochi gli credevano quando raccontava quella bella storiella ai tempi della sua spensierata gioventù. Ma appena divenuto uomo ,in tanti, gli stessi che da ragazzi gli ridevano dietro ,si meravigliavano di quanto egli potesse esercitare il suo fascino sulle dame, con l 'aiuto o no delle sue famose mele.
Ora, chissà per quale motivo, forse annoiato dalle sue ultime conoscenze femminili ,nel suo animo narciso e caparbio si era ricordato della giovane Lepore e voleva togliersi anche quel capriccio. Non sapendo e immaginando però effettivamente a cosa andasse incontro perchè la giovane che egli ricordava nel frattempo era molto cambiata. Volle scrivere lui stesso quella particolare missiva che consegnò al suo messo personale e di fiducia.
"Cara Emma Beatrice Lepore,
da circa un mese ricopro l'incarico di Governatore.
E ho una promessa da mantenere qui."Anche troppo confidenziale fu quello scritto così breve e Raniero contento della sua scelta ripiegò la missiva per farla inviare all' istante pagando il giusto compenso come sempre al messo che con un inchino si congedò velocemente per correre ad assolvere il suo compito. Non appena fu lasciato solo si avvicinò alla grande vetrata e spalancò le finestre : il suo vestimento era bianco, splendeva sotto i pochi raggi di sole coperti a tratti dalle nuvole, e quel vestimento era bianco, nuovo, profumato, intensamente profumato, troppo profumato. Richiuse le imposte dopo aver sorriso ripensando ai tempi in cui ,fregandosene di essere un conte e figlio di persone importanti ,faceva di tutto per far passare mille pene ai suoi,in segno di ribellione. Fin quando tutto cambiò e dentro il suo animo si fece strada la voglia di potere,possesso e fama...
Distolse con repentinita' i suoi pensieri divenuti frivoli e cambio' espressione , ordinò di preparare la carrozza immediatamente e si avviò di sotto allacciandosi il mantello... e mentre lo aiutarono a salire sulla carrozza ordinò al cocchiere di partire, aveva molto lavoro da svolgere.13 settembre 1462
"Bentornata Emma Beatrice."
Qualcuno l' aveva attesa al varco, davanti al piccolo portico della sua casa sorridendole benevolmente da quel dondolo che ella amava tanto.
"Gualtiero!"la ragazza abbracciò calorosamente quello che era fedele braccio di suo fratello e mozzo della loro nave,lo strinse forte con una pacca sulla spalla. "Come mai qui, vecchio brontolone?".
Come faceva sempre, Gualtiero le diede una finta occhiataccia solo che questa volta poi non scoppiò a ridere come di solito faceva , ma la scrutò in volto,domandandole con gli occhi quello che lei sapeva bene.
"Tranquillo va tutto bene,ed è andato tutto bene, ti preoccupi sempre troppo e poi..."il sorriso e la parlantina si bloccarono quando lui le sventolò sotto il naso una missiva,di carta non comune, rigirandola poi dall' altro lato per poterle far notare che era presente anche un sigillo, quello del Governatore di Terra di lavoro.
"Emma,cosa hai combinato?Non si ricevono tutti i giorni missive coi blasoni di un governatore ...hai qualche conto in sospeso laggiù??"Emma cercò di rassicurare l' uomo ,sperando di riuscirci ,con uno splendido sorriso.
"Caro Gualtiero, sai che il Governatore ora laggiù è Raniero Rosseau , un amico di vecchia data? Non spaventarti so già che non sarà niente di che. Quel tipo ,vanitoso com è ,scommetto cento ducati che mi scrive solo per pavoneggiarsi!"
Adesso và a casa e grazie per essere passato ad accogliermi come fai sempre."Non appena il mozzo si allontanò Emma entrò in casa,staccò la ceralacca e aprì la missiva. Era molto strano lo scritto la però...e così breve che quasi ne rimase delusa.
Sapeva di aver avuto ragione però : Raniero le scriveva ,per comunicarle ciò che lei già sapeva. ma il punto che ancora non le era chiaro era se quello scritto nascondesse qualcosa di più di quella che sembrava solo una semplice informazione.
Prese un grappolo d' uva e si fece sprofondare su una grossa poltrona, pensando a cosa poter rispondere, una cosa breve ma logicamente ben scritta.." non posso mica rispondergli Ehi Raniero, come ti va la vita??"Balzò dalla poltrona e si diresse verso il piccolo studio.
Prese l' occorrente per scrivere e un bel foglio di carta color avorio."Governatore,
è un onore leggere una Vostra lettera , che ha sicuramente reso più gradevole il mio ritorno a casa stamani.
Ricordo con un sorriso i tempi passati a Terracina , tuttavia parlate di una promessa nella Vostra gradita missiva che suppongo si riferisca a qualcosa di cui io non sia a conoscenza ,o forse che io abbia dimenticato? Sapete , nei miei progetti prossimi ,il desiderio di tornare in Terra di Lavoro occupa un piccolo pensiero da qualche tempo.E dunque,a presto, chissà.
Emma Beatrice Lepore. "
17 Settembre 1462.
Qualche giorno dopo, come Emma aveva previsto il Governatore inviò una missiva ,un'altra breve missiva in realtà in risposta ,che la ragazza lesse a fior di labbra ...
"Madonna,attendo.
Le promesse van mantenute.
A presto,cara Emma Beatrice.
R.R."
Come poteva negare il fatto che era diventata molto curiosa? Effettivamente non aveva ancora inteso per certo ciò che Raniero volesse da lei,e poi menzionava ancora una volta la promessa. Ma quale promessa? Lo avrebbe mai scoperto? Un sorrisetto le incurvò le labbra. Ovvio che lo avrebbe scoperto presto, oh si. Era decisa a farlo diamine! Presto o tardi avrebbe lasciato Livorno , ed era una dura realtà ammetterlo ma lo avrebbe fatto sopratutto per sotterrare il capitolo Emanuele. Lo doveva a se stessa perchè voleva dimenticarlo con tutta l' anima. E magari sarebbe stata anche una ghiotta occasione approffittare del viaggio verso Gaeta e sondare il terreno proprio laggiù,dove a pochi passi dalla splendida città portuale si trovava ancora la sua vecchia e mai dimenticata casa.
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Rose Nere [PRESTO IN CARTACEO !]
Historical FictionESTRATTO "Emma...perdonami, so che puoi capirmi. Uno come me ....presto otterrò il titolo di conte, io non posso legarmi a te .Vorrei...vorrei..." Emma lo spinse verso il muro costringendolo a guardarla. "Abbi il coraggio Emanuele!!Pronunciale qu...