La prova.

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12 Gennaio.

Aveva smesso di nevicare da qualche ora e i due in sella ai loro cavalli si apprestavano a trovare il luogo più adatto per approntare un bivacco dove avrebbero trascorso la notte prima di arrivare di nuovo in città.

"Pensavo che è troppo pericoloso rientrare a Gaeta."

"Lo so Vik. Ma dobbiamo trovare il modo di imbarcarci al più presto e tornare a Livorno. E Gaeta è a un tiro di schioppo. Devo riabbracciare la mia bambina. Una volta a casa faremo il punto della situazione insieme a mio fratello e gli altri."

Vik posò le fascine di legna per terra sperando prendessero subito fuoco, ormai il freddo si faceva via via più intenso dopo le ultime nevicate.

Le rispose con fare pensieroso.

"Raniero ti crede morta e i suoi uomini bazzicano dappertutto Emma, sarebbe una follia se ci tornassimo. No... io dico che viaggiare verso un'altra città portuale vicina è la cosa più prudente da fare. Non siamo in condizioni di affrontare un piccolo esercito." Odiava doverlo ammettere ma era la pura verità.

"Hai ragione lupo. Però... muoviamoci in fretta, smanio dalla voglia di andarmene da qui." Si avvicinò intirizzita davanti al fuoco, stringendosi dentro al mantello e osservava intanto Vik che energicamente spezzava alcuni tronchetti per poi lanciarli dentro le fiamme e cambiò totalmente tono diventando scherzosa. " Però! Ti vedo bello in forma nonostante tu fossi con un piede nella fossa!" Vik emise una piccola risata e si accovacciò accanto a lei, allungando le mani verso le fiamme. "Ora ascoltami... "

"Nei dintorni esiste un nodo a noi lupi particolarmente caro in cui ho allestito un bivacco davvero carino tempo fa, una piccola casupola abbandonata. Mi è giunta voce che dei brigantelli da quattro soldi lo stiano usando per ripulire i passanti. Non possono venire a casa nostra e fare i porci comodi senza chiedere il permesso non credi? Quel nodo è nostro e nulla vive laggiù senza che i lupi non ne abbiano accordato il permesso. Che ne dici se prima di salutare queste terre facciamo calare le braghe a questi surrogati di briganti?" Emma si morse un labbro. "E me lo chiedi pure? Fremo dalla voglia di fare la loro conoscenza." Poi una strana luce prese ad aleggiare nei suoi occhi. "Anzi ...scommetto che io sono meno arrugginita di te. " Fece una pausa poi riprese. "Scommettiamo su chi dei due riuscirà a guadagnare di piu?"

Vik sorrise beffardo.

In fondo adorava quella donna e il suo modo di fare e di scherzare e si divertiva un mondo a sfidarla anche solo con lo sguardo.Aveva sempre l'impressione di non aver visto abbastanza della sua amica, sentiva che con lei nulla era scontato.

Colse al volo il guanto di sfida e mentre il fuoco scoppiettava vivo tra di loro allungò una mano verso di lei per stringere quel patto in attesa di una notte che fosse propizia per poter fare una piccola visita al famoso nodo.

14 Gennaio, al covo.

"Ma perché vuoi andare a Sora? Cosa credi di trovare laggiù? Senza contare che allunghiamo il nostro cammino così e non mi sembra proprio il caso Emma. "

"Vik... devo riprendermi quello che è mio. La mia casa e le mie terre. Voglio almeno perlustrare la zona."

"Ho capito Emma... non così però! Tu ed io da soli cosa potremmo fare se dovessero scoprirci gli uomini del Duca? Rifletti per un istante..."

Emma si allontanò preoccupata dal tavolo in cui stavano studiando la mappa della zona circostante Gaeta, Pontecorvo e Sessa Arunca. Sbuffò irritata e sbattè una mano contro lo stipite della finestra del loro nuovo piccolo covo. Vik aveva ragione, non potevano far nulla soli se non mettersi esclusivamente nei guai e peggio ancora dare a Raniero la prova certa che non fossero sotto terra ricoperti di vermi. "Emma... un modo per ottenere quello che vogliamo c' è. E si chiama Terracina." Puntò il dito sul punto esatto in cui si trovava la città.

Rose Nere  [PRESTO IN CARTACEO !]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora