2 settembre 1462
Trascorse quasi un mese ,e per un mese Emma fece di tutto per non incontrare mai più Emanuele. Ci volle molta forza per poterlo fare ,e più lo evitava più forte il suo lato peggiore si insinuava dentro il suo essere.
Quella giornata domenicale era iniziata con un insolita afa che lasciava la pelle detestabilmente appiccicata mentre a poco a poco un velo sottile insieme a una cappa grigia avevano oscurato il cielo ,ma poche ore dopo ,magnanimo si era levato il vento, rinfrescando finalmente il clima ormai in fase autunnale.
Emma era malinconica, ancora. L 'umore si era nuovamente incupito come la giornata, che alle prime ore del mattino era iniziata radiosa per poi trasformasi completamente ,come l'umore della giovane Lepore.
Aveva fra le mani un libro e si era soffermata su dei versi poetici continuando a leggerli e a rifletterci sopra, guardando ogni tanto il cielo divenuto plumbeo ormai ,lasciandosi suggestionare da quella visione. Ancora rileggeva quei versi,e dopo mesi e mesi che non le capitava più, sentiva sempre più forte dentro di lei quella irrequietezza ... una tale angoscia, tanto da volersi rifugiare da tutto e tutti seriamente.Un sussurro usciva flebile dalle sue labbra ,che ripetevano ancora quei bei versi.
EMANUELE...EMANUELE...DEVI USCIRE DALLA MIA TESTA. VATTENE!!!
Un rumore sordo uscì dal libro che chiuse di colpo con un gesto improvviso delle mani, strinse gli occhi che fecero scivolare una goccia di lacrima repressa da tempo che sapeva prima o poi l 'avrebbe avuta vinta sulla sua ostinata caparbietà. E infatti per quel momento...aveva vinto.
10 settembre 1462
E quella fu un' altra volta "la notte". E in notti come quelle, quando si sentiva frustrata ,delusa e rabbiosa ,sul volto di Emma appariva un sorriso molto più simile ad un ghigno, una smorfia ben definita che segnava le belle labbra sopra un altrettanto bel viso che si tramutava improvvisamente.
Nella notte ,in quelle notti, ti fanno compagnia solo i corvi neri come pece che volano fra un ramo e l' altro seguiti dall'occhio vigile del gufo a cui non sfugge nulla, nemmeno il luccichio di un arma che si posa su dei fianchi che se fossero ricoperti da una sontuosa veste di broccato, potrebbero esser stati definiti di beltà e avvenenza regali.
Nella notte i lupi girovagano in cerca di prede, aguzzando l' olfatto, perchè la voglia di soddisfare il proprio appetito non aspetta,e l' istinto del lupo è quello di sopravvivere.
"Non vedi che sono dei poveri polli disarmati...adesso vedrai ,ci divertiamo." Lei e il Damerino avevano saputo che sul nodo ,ormai passaggio obbligato ,dopo Livorno, avrebbe transitato la figlia di una rinomata famiglia di marchesi.
Quelle nobili famiglie del suolo italico che impedivano alle persone di vivere la loro vita,e che decidevano la sorte di chiunque avesse la sfortuna di nascere sotto "la proprietà " di quegli importanti cognomi. Schiavizzando e non avendo nessun riguardo per i loro simili. Prendendo ciò che non gli apparteneva ,proprio come successe a suo padre...tanti anni prima.
"Avranno una bella lezione stanotte ." Certo ,era proprio quello l' intento ,spogliarli di una parte dei loro averi ,che sarebbero finiti nel covo segreto :a disposizione per i progetti futuri della famiglia Lepore.
Non usarono modi gentili lei e il suo fedele scagnozzo.
Emma spalancò la portiera della carrozza tirando letteralmente per un braccio la bella signorina coi capelli castani e il viso da ragazzina.
"Ma cosa succede.?!Non potete farlo...adesso non ci resta più nulla, maledetti!!" Protestò vivacemente mentre quei due briganti col volto coperto li ripulivano di tutto punto. Emma rise, piena di sbigottimento.
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Rose Nere [PRESTO IN CARTACEO !]
Historical FictionESTRATTO "Emma...perdonami, so che puoi capirmi. Uno come me ....presto otterrò il titolo di conte, io non posso legarmi a te .Vorrei...vorrei..." Emma lo spinse verso il muro costringendolo a guardarla. "Abbi il coraggio Emanuele!!Pronunciale qu...