24 settembre 1462
L indomani mattina , dopo una notte quasi insonne, il risveglio non fu per nulla piacevole. Senza rendersene conto aveva dormito proprio sulla parte del viso dove aveva ricevuto lo schiaffo assestato dalla mano pesante e ben addestrata del soldato delle carceri ,e sicuramente le avrebbe lasciato molto più di qualche piccolo livido. E appena desta il dolore pareva esser ancora più intenso della sera prima.Mosse quindi con cautela la testa che iniziava a pulsarle e d'istinto si portò la mano sulla guancia per tastare il risultato del colpo ricevuto.
Chiuse gli occhi mentre mormorava piano "ahi" e fu con grande fatica che si sollevò dal pagliericcio mettendosi seduta con la schiena poggiata al muro da cui cadevano piccoli pezzi di pietra. Desiderava guardarsi dentro uno specchio per appurare in che condizione fosse la sua faccia ma di certo non era un belvedere.
"Maledetto bastardo". Sibilò ,premendo piano sullo zigomo,quello era proprio il punto in cui sentiva dolore...e più cercava di capire quanto fosse grande la tumefazione più si accorgeva che la zona era abbastanza vasta ma si rassegnò perchè tanto non avrebbe potuto scoprire nulla di piu' se non con il tatto, quindi si lasciò andare di nuovo distesa sul pagliericcio.
"Non sei molto carina conciata così, ma non crucciarti. Passerà".
La voce proveniva dall' altra cella, quella accanto alla sua ,ma oltre le sbarre al buio non aveva fatto caso la notte prima se vi alloggiasse qualcuno, e quella pareva la voce di una donna che però non riusciva a scorgere.
"Sono qui." Una ragazza era accovacciata in un angolo buio della propria cella, ecco perchè Emma non riusciva a visualizzarla. Si chiese come diavolo avesse fatto invece lei a vederle nitidamente il viso da quella distanza.
"Mi chiamo Bianca , tu?"
Emma non aveva molta voglia di conversare e distrattamente le rispose il suo nome aggiungendo " sono stanca, voglio dormire". L' altra rispose con una risata isterica che fece sollevare di nuovo Emma facendole curiosamente allungare il collo ,stavolta per riuscire ad osservarla. "Cos' è che ti fa tanto ridere?" Bianca ,quella ragazza ,continuava a ridere e ridere..." tu..! vuoi dormire?! Sei convinta che dopo il riposino venga a prenderti il tuo lacchè per riportarti al ballo?!" Emma capì all' istante che quella povera ragazza quasi sicuramente non aveva tutte le rotelle al proprio posto e quindi lasciò perdere la conversazione e si tirò su di nuovo ,questa volta per mettersi in piedi.Si aggiustò i capelli con un piccolo pezzo di stoffa che ancora pendeva dal suo abito, lo strappò con i denti e legò alla bell' è meglio la chioma corvina...osservando l' abito emise un sospiro, oltre che simile ad uno straccio era diventato anche poco comodo da indossare dietro le sbarre, la scollatura sobria che ben si addiceva alle grandi occasioni là dentro aveva già attirato qualche sguardo furtivo lanciato dal secondino che era appena passato per controllare le prigioniere.
" Ehi bella. Quello passeggia di qui ogni venti minuti."
La ragazza aspettò che si allontanasse la guardia poi si alzò e veloce , avvicinandosi alle sbarre furtiva, le lanciò un pezzo di stoffa cosi sporco e sudicio che lasciò dietro di sè un nuvolo di polvere."Metti questo e copriti. Non sarà stoffa pregiata ma perlomeno terrà lontani gli occhi delle guardie."
Emma afferrò al volo il cencio e subito lo utilizzò come le aveva consigliato Bianca.
"io...bhè ...Grazie."La ragazza tornò nel suo angolo annuendo e ridacchiando mentre la giovane Lepore cercò conforto poggiata di nuovo al muro , nel pensiero del dolce piccolo viso di sua figlia che le avrebbe sorriso quando sarebbe tornata a casa. E con quel bellissimo e rincuorante pensiero si assopì piano, fino a crollare in un sonno agitato.
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Rose Nere [PRESTO IN CARTACEO !]
Historical FictionESTRATTO "Emma...perdonami, so che puoi capirmi. Uno come me ....presto otterrò il titolo di conte, io non posso legarmi a te .Vorrei...vorrei..." Emma lo spinse verso il muro costringendolo a guardarla. "Abbi il coraggio Emanuele!!Pronunciale qu...