42.

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Sta mattina mi sono svegliata e, ovviamente, Michael non era di fianco a me.
È la seconda volta che facciamo sesso e lui non rimane al mio fianco.
Lo ammetto, sono rimasta due ore a piangere come una fontana sul letto.
Ho pianto perché sono davvero delusa.
Non tanto da lui, ma da me.
So che lui non mi può dare nulla a parte il sesso, ma per una volta pensavo che sarebbe andata diversamente.
Ieri sera mi sembrava così preso dal momento.
L'ho visto nei suoi occhi che c'era passione, la passione di una persona che non vuole solo ardentemente una cosa, ma la passione di...di amare una cosa.
Ma a quanto pare, per la seconda volta, mi sono sbagliata.
Devo farmi entrare in testa che non potrò mai stare con Michael, mi fa male dirlo, ma è così.
Il destino ci ha fatto incontrare a metà del nostro cammino, ma è stato un incontro solo casuale.
Non ho mai pensato di potermi innamorare, ma poi l'ho visto e mi ha stravolto la vita.
Perché lo so, il mio cuore è diventato suo nel momento in cui ci siamo guardati negli occhi.
Peccato che per lui non è la stessa cosa..
<< ..quindi non so che nome scegliere..>> dice Madison mentre mi riprendo dai miei pensieri.
<< Figurati! Come al solito non mi stai ascoltando.>> dice sbuffando e spegnendo la radio.
<< Ti ho ascoltata.>> mento mentre cerco di concentrarmi sulla strada.
<< Bene, di cosa stavo parlando?>> mi domanda iniziando a picchiettare il dico sulla gamba.
È snervante quando inizia a fare così.
<< parlavi dei nomi..>> dico mentre mi fermo a un incrocio.
<< Cos'è successo?>> Mi domanda dal nulla.
Ora come ora non ho proprio voglia di parlarne.
<< Siamo arrivate.>> dico parcheggiando la macchina.
<< Non pensare che dopo non ne parleremo.>> dice aprendo la portiera e chiudendola forte.
Bene, è incazzata.
Tolgo le chiavi, scendo dalla macchina e la chiudo con il pulsantino del telecomando.
Raggiungo Madison sul marciapiede e insieme ci dirigiamo verso un palazzo fatto di mattoni.
<< Sono così emozionata!>> esclama la mia amica prima di entrare nel palazzo.
<< Nel frattempo che vado a chiedere informazioni, vai a chiamare l'ascensore.>> dico a Madison.
Mi dirigo verso la reception del palazzo, venendo accolta dal sorriso di un ragazzo di colore.
Già non è giornata, se in più questo mi deve sorridere come un ebete siamo a posto.
<< Buon giorno bella signorina.>> dice il ragazzo.
Tutti a me capitano?
<< Giorno, potrebbe dirmi a che piano si trova la Dottoressa Torres?>> chiedo educatamente.
<< Al terzo piano e in più ti lascio il mio numero bella signorina.>> dice scrivendo il suo numero su un pezzo di carta.
Me lo porge sorridendo e io lo prendo volentieri.
Gli sorrido, strappo il fogliettino e glielo butto in faccia.
<< Se questo è il tuo modo di rimorchiare, stai proprio sbagliando tattica.>> gli dico lasciandolo a bocca aperta.
Che sfigato.
I ragazzi così non li posso proprio vedere.
Raggiungo Madison e insieme entriamo nell'ascensore.
<< Terzo piano.>> le dico guardando davanti a me.
<< Si può sapere che hai?>> mi domanda scocciata.
L'ascensore si ferma al primo piano facendo entrare altre quattro persone.
Menomale, almeno non c'è bisogno che le spiego cosa mi passa per la testa.
Siamo così stretti che potrebbe mancarmi l'aria..
Saliamo fino al terzo piano e per uscire dobbiamo spingere un po' le persone.
<< Dio, stavo soffocando.>> dico respirando l'aria pulita dopo essere uscita dall'ascensore.
<< Non pensare di sfuggirmi Rosemarie. Dopo ne parliamo.>> sbotta infastidita mentre ci avviciniamo alla scrivania della segretaria della dottoressa Torres.
<< Buon giorno, avrei un appuntamento con la dottoressa Torres.>> dice Madison alla segretaria che le sorride cordialmente.
Dio, tutti questi sorrisi mi stanno facendo venire il volta stomaco.
<< Vieni Madison, ti stavo aspettando.>> dice una signora che penso sia dottoressa Torres mentre si avvicina a noi.
La dottoressa mi guarda e mi porge la mano.
<< Piacere, sono la Dottoressa Yolanda Torres.>> dice sorridendomi.
Le stringo la mano e mi presento.
<< Piacere, sono Rose la migliore amica.>> dico cercando di sorridere.
<< Ah, quindi tu sei la famosa zia del piccolo in arrivo.>> dice guardando Madison che sta sorridendo.
<< Già è lei.>> dice Madison con un sorriso a trentadue denti.
<< Bene, entrate pure così facciamo la solita visita.>> dice la dottoressa incamminandosi verso il suo studio.
Entriamo e devo dire che me lo aspettavo diverso lo studio.
Mi aspettavo il solito studio bianco, con il lettino e la scrivania.
Invece è tutto il contrario.
Le pareti sono di un colore giallo-arancione, la scrivania è in legno scuro mentre il lettino e di pelle marrone.
Sulla parete ci sono tante foto di bambini con le loro madri.
<< Belle vero?>>mi chiede Madison vedendo che stavo guardando le foto.
<< Come mai ha queste foto?>> chiedo preoccupata.
Non è che è una psicopatica?
<< Alla dottoressa piace avere un ricordo delle sue pazienti.>> dice Madison mettendosi una mano sul cuore.
<< tra qualche mese ci sarò anche io su quel muro e chi sa, magari anche tu.>> dice Madison fissandomi.
Ma che cazzo?!
No!
<< Evita, ti prego Madison. Sai come la penso.>> sbotto sedendomi sulla poltroncina che si trova di fronte alla scrivania della dottoressa.
Io mamma?
No! Che amore potrei mai dare?
Non so come si fa il genitore.
Non ho più nessuno che possa dimostrarmi come fare il genitore e sicuramente non mi farò insegnare da mio padre.
Ho paura di diventare mamma,non saprei come comportarmi.
Non potrei mai essere come mia madre, non potrei mai dare l'amore che lei ha dato a me.
Semplicemente perché non ho amore da dare a una piccola creatura.
E se poi dovessi diventare come mio padre?
No, niente bambini.
<< Rose, scherzavo..>> dice tornando a guardare la dottoressa.
Non stava scherzando.. ma sa come la penso su queste cose.

Il mio velenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora