13.

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Ho appena finito di fare la doccia dato che stasera andiamo a ballare. Ma non devo fare tardi se no domani mi sveglio tardi e perdo il posto di 'lavoro' che ho chiesto prima ad Adam.
Esco dalla doccia, mi avvolgo nel l'asciugamano e ne approfitto per guardami allo specchio.
Guardo come sono cresciuta. Come sono cresciuta da sola e troppo velocemente.
Sono sempre stata una ragazza con la mente tra le nuvole, che pensava al principe azzurro, che non pensava troppo a studiare ma voleva sempre giocare e uscire con gli amici. Poi tutto questo è svanito.
Mi sono svegliata un mattina e avevo perso tutto. Avevo perso mia madre, la voglia di sorridere, di vivere.
Mia madre è sempre stata malata fin da quando io ero piccola.
Ha iniziato ad avere un tumore al seno; glielo hanno tolto, per fortuna era benigno e quindi era facilmente estraibile chirurgicamente. Ma io ero piccola, cosa ne potevo sapere? Avevo solo quattro anni.
Sei anni dopo, mentre ero a scuola, ebbe un'altra ricaduta. Stava davvero male. Le era uscito un tumore al fegato. Ma lei era forte. Avrebbe superato anche questa.
Dovette fare delle sedute di chemioterapia e per fortuna guarì. Almeno, questo è quello che dissero i medici. Medici incapaci perché due anni dopo le uscì un altro tumore...sempre al fegato.
Riuscirono a guarire anche quello ma i medici dissero che avrebbe dovuto sottoporsi a delle cure, per prevenire la formazione di altri tumori. Non poteva più mangiare tante cose che le piacevano e non poteva più stare al sole. Amava così tanto passare le ore al sole, come una lucertola.
E pensare che manco si bruciava la pelle, anzi si abbronzava subito e io ogni volta mi incazzavo con lei perché diventava più scura di me.
A sedici anni mia madre ebbe ancora un'altra ricaduta...questa volta era pesante, me lo sentivo. Ma come sempre non ci davamo peso. Lei era recidiva e nessuno poteva guarirla. Sarebbe andata avanti con la consapevolezza che avrebbe sempre avuto un tumore.
La sottoposero alle chemioterapie più forti che ci fossero. Incominciava a perdere i capelli, le sopracciglia, la peluria. Ma a me non me ne frega va un cazzo. Era bella comunque, sempre.
Quell'estate...fu la sua rovina. Me lo ricordo come se fosse ieri. È stata colpa mia.

<<Rose, papá ci lascia qui al mare due settimane da soleee!>> mi dice euforica.
<< Che bello! Possiamo divertirci quanto vogliamo mamma.>> le dico mentre l'abbraccio.
<< Rose, qualsiasi cosa accada...sappi che ci sarò sempre. Capito?>> mi chiede mentre mi stringe di più a lei e mentre mi lascia un bacio sulla testa.
<< Andiamo al mare dai!>> mi dice lei mentre si stacca da me per prendere la borsa.
Arriviamo al mare e prendiamo l'ombrellone con le sdraio.
Ma ovviamente mia madre si mette al sole.
<< Mamma, vieni subito all'ombra. Non puoi stare al sole. Per favore!>> << Tranquilla tesoro, solo per oggi. Non morirà nessuno.>> mi disse lei.

Il mio velenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora