46.

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Un aggressivo fascio di luce mi sta colpendo in faccia, facendomi mugugnare nel sonno.
Cerco di girare la testa dall'altra parte ma Hannah mi mette subito in riga.
<< Muoviti a prepararti. Dobbiamo andare dall'avvocato.>> dice mia nonna in tono acido.
Mi giro verso di lei, notando che sta aprendo la finestra per far cambiare l'aria.
<< Ti muovi o no?!>> mi dice mentre apre bene le tende della mia vecchia cameretta.
Ieri sera, a cena con lei, ho scoperto che si è impossessata della mia vecchia casa.
Ha cambiato ogni virgola di questa casa, tranne la mia camera.
Non so il perché.
Però sapere che ha cambiato tutto, mi fa letteralmente incazzare.
Mi alzo dal letto con fatica, mi stiracchio bene, e vado verso la valigia per scegliere cosa mettere.
Tiro fuori un jeans nero, una magl..
<< Non ci pensare neanche!>> dice mia nonna in un rimprovero.
E ora che c'è?
<< Indosserai quei vestiti.>> dice indicando dei vestiti messi sopra la scrivania.
<< Cosa c'è che non va nei miei vestiti?>> chiedo leggermente scocciata.
<< Stiamo andando dall'avvocato, non stiamo uscendo con i tuoi amichetti.>> dice uscendo dalla mia vecchia camera.
<<Ahhh!>> impreco alzando la testa al cielo.
Questa donna mi fa uscire fuori di testa!
Mi avvicino alla scrivania per vedere i vestiti, quando la mia attenzione viene catturata da una foto in particolare.
Siamo io, mio padre e mia madre.
È del loro matrimonio, mio padre nel suo smoking nero, con i capelli lunghi, il sorriso e il viso innamorato.
Mia madre, nel suo vestito rosso lungo da sposa, con il suo sorriso unico.
Un sorriso che farebbe ridere chiunque.
Poi ci sono io, paffutella, tra le loro braccia.
Mi scappa un sorriso triste.
È brutto vedere un ricordo così bello che ora è diventato un incubo.
L'unica cosa che potrebbe farmi ridere è il ricordo del motivo della scelta del vestito rosso.
Mia madre voleva essere diversa da tutti, non voleva il solito vestito bianco da principessa, con il pizzo, i diamanti e altre cose.
Voleva essere unica, come lo era lei.
Scelse un vestito semplice, lungo e rosso, rosso come la passione e come l'amore che provava per papá.
Appoggio la foto prima di farmi scappare una lacrima.
Oggi non ho voglia di piangere, mi è bastato ieri.
Guardo i vestiti e per poco non mi sento male.
Devo indossare una gonna a vita alta grigio topo, con una camicetta bianca e dei tacchi neri.
Dio santo, non devo mica lavorare per una corte suprema.

Michael's Pov

<< Che ne dici se stasera andiamo a ballare?>> mi chiede Natasha mentre aspira pesantemente una sigaretta.
<< Non dovresti fumare nelle tue condizioni..>> dico leggermente infastidito.
Se dev'essere mio figlio, non voglio che cresca con qualche problema.
Nat si irrigidisce, guarda la sigaretta e la spegne nel posacenere.
<< Hai ragione tesoro.>> dice facendo un sorriso falso.
<< Allora, andiamo a ballare?>> mi chiede ancora.
<< Non ho voglia.>> dico alzandomi dal divano per andare in bagno.
Sento che anche lei si sta alzando.
Sicuramente ora mi seguirà, mi chiederà di andare a ballare, finché non le dirò di si.
Com'è stressante.
Mi incammino per il corridoio ma il mio sguardo cade sulla camera di Rose.
Mi fermo di botto, sentendo che Natasha è andata a sbattere contro la mia schiena.
Sento ancora il rumore della sua risata, il suo profumo, il rumore del suo pianto.
È bella in qualsiasi momento, quando dorme, quando si incazza, quando ride, quando mangia.
La cosa che preferisco di più, sono le sue fossette che si formano ai lati della bocca quando ride.
Che parole sto usando?
Nessuna ragazza mi ha mai fatto dire certe cose...
Mi riprendo dai miei pensieri, notando che non sento più Natasha chiedermi di andare a ballare.
Che strano, non è da lei...
Vado verso il bagno, finché non sento Natasha parlare.
Penso sia al telefono..
<< No, non lo so. È strano..forse è meglio finire qui la cosa Jace. Continua a pensare alla tua ragazza..non so se dimenticherà Rose..>> quando sento quel nome, la mia mano si chiude in un pugno.
Cosa sta succedendo?
Entro subito nel bagno, facendo spaventare Natasha.
Vado verso di lei incazzato nero.
<< M-Michael..>> dice balbettando.
<< Sei scemo? Mi ha spaventata.>> dice chiudendo la chiamata.
<< Chi era?>> chiedo subito, senza giri di parole.
Ci pensa su un attimo, finché non inizia a parlare.
<< Jace, un mio amico. Mi sa che non lo conosci..>> dice guardando l'orologio del telefono.
<< Ora devo proprio andare, ci sentiamo dopo.>> dice uscendo dal bagno.
<< Ah dimenticavo, non usciamo stasera. Non mi sento tanto bene.>> dice toccandosi il ventre.
Per tutto il tempo, ho cercato di tenere la rabbia al mio posto.
Quel pezzo di merda di Nelson...cosa c'entra?!
Ho bisogno dell'aiuto di una persona e qui l'unico che può aiutarmi è Adam...

Il mio velenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora