3. Dormi qui

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Il regalo più grande che puoi fare ad un altro non è condividere le tue ricchezze, ma fargli scoprire le sue
(Benjamin Diaraeli)

Nonostante fosse luglio, quella notte faceva abbastanza freddo e per la fretta Bea si era dimenticata di mettere una giacca. Maledetto Harry Styles! Se mi prendo un accidente la colpa è solo tua pensava.

La strada fino all'Heaven sembrava non finire mai e l'aria sferzava la pelle delle sue braccia e quella del suo viso non protetta dal casco. Fortunatamente si era almeno ricordata di prendere un casco in più per quella razza di babbuino che se ne andava in giro sapendo che il giorno seguente sarebbero dovuti partire. Probabilmente avrebbe dovuto avvertire Marco dato che era solo una stagista, ma non voleva deludere la fiducia che, inaspettatamente, Harry le aveva dato. Non riusciva nemmeno a capire il motivo per cui avesse chiamato proprio lei e non qualche suo amico e soprattutto perché andasse in discoteca da solo. 

Appena arrivò davanti all'entrata del locale si sfilò il casco e provò a chiamare Harry al cellulare senza ovviamente ricevere risposta. Decise allora di cercarlo all'interno visto che ormai l'entrata della discoteca non era più sorvegliata dai bodyguard. 

Dentro, l'aria era rarefatta a causa della marea di gente che ballava strusciandosi l'una contro l'altra e pure il fumo non le rendeva facile la respirazione. Si chiese come avrebbe fatto a trovare Harry in mezzo a quel casino.

Iniziò a guardare ogni divanetto nella speranza di trovarlo sdraiato a metabolizzare la sbornia, ma dopo una buona mezz'ora di lui non c'era traccia. Dove diavolo si sarà cacciato in quelle condizioni? E se se ne fosse andato a piedi? 

Decise di controllare i bagni come ultima spiaggia; promettendosi che, se non ci fosse stato nemmeno lì, lo avrebbe cercato fuori dal locale.

Si diresse verso il bagno degli uomini spintonando tizi a caso e ricevendo a sua volta parole non molto carine. Prese un respiro profondo ed entrò sperando di non trovare situazioni imbarazzanti. Ovviamente Beatrice Clarke non poteva essere così fortunata e si coprì subito gli occhi con le mani alla vista di due che si davano da fare proprio davanti ai lavandini. Non voleva toccare nulla lì dentro, così iniziò a calciare tutte le porte beccandosi insulti da parte di chi stava soddisfacendo i propri bisogni fisiologici. L'odore pungente di vomito e altri liquidi non identificati le faceva venire la nausea, ma doveva trovare quel troglodita e farlo uscire da quello schifo.

Quando si stava quasi per arrendere ecco che, dentro al penultimo bagno, riconobbe i capelli di Harry. Era abbracciato al water mentre vomitava l'anima.

La ragazza tirò un sospiro di sollievo e si abbassò al suo livello accucciandosi accanto a lui; almeno lo aveva trovato. Gli massaggiò la schiena fino a quando non ebbe finito e poi cercò di alzarlo tenendolo per un braccio. Non appena si accorse di lei, la guardò profondamente. Le sue labbra erano più rosee del solito e gli occhi arrossati rendevano le sue iridi ancora più verdi. Bea non riusciva a smettere di pensare a come fosse bello anche in quelle condizioni.

"Beatrice, non pensavo saresti venuta davvero"

"Credevi che ti avrei lasciato qui?"

"Sì, ma portami via. Ti prego"

Il tono graffiante della sua voce, probabilmente dovuto allo sforzo, le fece venire i brividi lungo tutta la schiena. Lo aiutò ad alzarsi prendendolo saldamente per un fianco, mentre lui le cinse le spalle con il braccio. 

"Harry, dovrei sapere dove abiti per riportarti a casa" gli disse non appena riuscirono a raggiungere la moto. La guardò per un istante che sembrò infinito e Beatrice poté giurare di aver visto i suoi occhi scurirsi. Poi le fece vedere sulla mappa del cellulare il luogo.

Managing your life ○ hes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora