6. Perché mi stai evitando?

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Le cose le lasci andare per tantissimi motivi, le lasci andare per la tua inadeguatezza, per codardia.
Le lasci andare per insicurezza, per paura di rischiare ancora, o per non affrontare la fatica che comporta lo scendere a compromessi con la parte più rigida di noi
(Massimo Bisotti)

Bea se ne stava dietro le telecamere ad osservare la band che seguiva le indicazioni di Winston, il regista. Marco le aveva spiegato che i ragazzi, qualche mese prima, avevano registrato le parti in cui cantavano da soli e ora mancavano le scene dove sarebbero stati tutti insieme. Beatrice era rimasta impressionata quando le era stato detto che Liam si era allenato dentro all'International Space Station Replica, Louis aveva guidato un Space Vehicle, Niall aveva fatto un giro sul Partial Gravity Simulator e Harry aveva interagito con un Robonaut.

"Ok, per oggi può bastare. Ci ritroviamo domani per girare le ultime scene" disse il giovane regista.

Era dalle otto del mattino che erano al NASA Space Center e avevano registrato tutte le scene in cui indossavano delle tute arancioni da astronauti. Harry e Niall si erano lamentati tutto il tempo per il caldo e Louise aveva dovuto riaggiustare loro il trucco più di una volta.

Bea aveva avuto modo di conoscere la truccatrice e parrucchiera della band quella mattina stessa e le era parsa subito gentile. Avevano passato tutta la colazione a chiacchierare di trucchi e acconciature scoprendo di avere molti gusti in comune e apprezzava il fatto che ci fosse un'altra donna in mezzo a tutti quegli uomini.

Marco propose di tornare in hotel visto che ormai erano le quattro del pomeriggio. Bea ne fu immensamente grata perché quel caldo infernale le aveva tolto tutte le forze e non vedeva l'ora di farsi una doccia. A quanto pare anche i ragazzi erano della stessa idea perché si erano fiondati in macchina alla velocità della luce.

Gli sguardi di Harry e di Beatrice si erano incrociati più di una volta, ma solo per qualche secondo. Aveva ripensato alla sera prima per tutto il giorno e non sapeva più come doversi comportare con lui. Era inutile fingere, Bea sapeva che quelle confessioni avevano mutato il loro rapporto, ma il sorgere del sole sembrava aver creato quella sorta di imbarazzo che la notte riesce a portar via. Si era imposta di essere solamente la sua manager, ma non ci era riuscita. Harry era riuscito a mandare in frantumi tutti i suoi propositi solo con uno sguardo e ora si ritrovava a chiedersi perché le facesse quell'effetto. Doveva evitarlo perché altrimenti...a dire il vero non sapeva nemmeno lei perché le premesse così tanto interrompere qualsiasi tipo di rapporto con lui che non fosse di lavoro. Non avrebbero più dovuto trovarsi da soli, né tanto meno raccontarsi la propria vita l'un l'altra. Si sarebbe limitata a trattarlo come gli altri, senza favori, né abbracci. Tuttavia, in cuor suo non voleva farlo. Avrebbe voluto stringerlo di nuovo per sentire il profumo di pulito che emanavano i suoi vestiti ed essere ancora la sua confidente per sentirlo parlare dei suoi interessi, delle sue paure. Capì, nello stesso istante in cui incrociò nuovamente il suo sguardo, che Harry non sarebbe mai tornato ad esserle indifferente.

***

"Bea, allora ti va di venire?"

Louise la stava guardando accigliata aspettando una risposta ad una domanda a cui la ragazza non aveva prestato la minima attenzione. Pensava ancora a come doversi comportare con Harry e questa cosa la faceva andare fuori di testa.

"Sì, scusami. Dove?"

"A bere qualcosa stasera con me e Marco"

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