È uno strano dolore morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai
(Alessandro Baricco)
"E fu così che Liam si ruppe un dito del piede" concluse Louis con aria soddisfatta.
Erano a cena in un ristorante italiano chiamato Mia Bella Trattoria, anche se quello che stavano mangiando non si poteva definire italiano. La pasta al ragù che aveva ordinato Bea era una poltiglia condita con pezzi di carne grandi un centimetro e i tortellini che stava mangiando Marco erano in realtà dei ravioli. In quel momento, mentre rigirava svogliatamente gli spaghetti nel piatto, rimpiangeva la cucina di sua madre che, per quanto pessima, non raggiungeva di certo quei livelli.
"Sembri quasi soddisfatto quando lo racconti" fece notare Liam.
"Non è che sembro, lo sono. Quel computer doveva essere proprio pesante, Payno!" esclamò urlante Louis.
Beatrice ascoltava a malapena i discorsi dei ragazzi perché troppo immersa nei suoi pensieri. Harry aveva insistito con Marco per andare tutti insieme a cena, così la loro serata era saltata. Il ragazzo le sedeva di fronte e sentiva il suo sguardo perennemente addosso. Aveva fatto del suo meglio per evitarlo e non dover così ammettere di essersi comportata da cretina. Perché sì, cretina lo era stata ed Harry chissà cosa pensava ora. Probabilmente la credeva schizofrenica perché in un momento parlavano e scherzavano e quello dopo, invece, lei non voleva nemmeno vederlo. Che confusione!
"Bea, mi accompagni fuori a fumare?" le chiese Marco seduto accanto a lei.
"Ehm sì certo, andiamo" rispose presa alla sprovvista.
Si alzarono e uscirono, mentre gli altri stavano parlando di Louis e della sua mancata carriera da attore.
"Cosa ti succede? Sembri in un altro mondo da quando siamo partiti". Marco la guardava preoccupato, mentre si accendeva una sigaretta.
"Niente, mi devo solo abituare a tutto questo"
"Non credo sia questo il problema. Tu ed Harry siete strani"
Colpita e affondata. Marco era un bravo osservatore, ma di certo non doveva dirgli quello che iniziava a sentire per Harry. Perché si era accorta che le piaceva e questo la spaventava da morire. Non poteva lasciarsi andare con lui perché quello stage era la sua occasione e una relazione con un membro della band, non credeva fosse solo lontanamente consentita nel suo contratto. Ovviamente, tutte queste preoccupazioni non avevano ragione d'essere dal momento che Harry stesso aveva precisato che tra di loro non ci fosse assolutamente nulla, almeno da parte sua. Beatrice, invece, qualcosa lo sentiva altrimenti non si sarebbe spiegata l'attrazione che provava nei suoi confronti, né la voglia di passare del tempo da sola con lui. Era fottutamente fottuta!
"Che intendi dire?"
"Vi guardate di continuo, non parlate quasi mai davanti a me e agli altri, ma poi vi trovo in terrazzo mentre Harry ti accarezza, per non parlare del fatto che oggi non è venuto con noi perché doveva aspettarti. Bea, dimmi la verità" si interruppe buttando a terra la sigaretta e prendendole le mani "C'è qualcosa tra di voi?"
"No, non c'è assolutamente niente" rispose prontamente abbassando lo sguardo. Non era una bugia, non c'era nulla tra di loro.
"Ok, meglio così. Sai che non potete stare insieme, Harry e Richard non vogliono che ci siano dei coinvolgimenti emotivi tra i clienti e i manager. Noi dobbiamo occuparci della loro immagine e se tra di voi non dovesse funzionare sarebbero dei gran casini". Quelle parole, anche se già lo sapeva, la ferirono nel profondo, ma tentò di non darlo a vedere.
Marco le si avvicinò e l'abbracciò. Non sapeva perché l'avesse fatto, probabilmente aveva letto la delusione nei suoi occhi, ma non le dispiaceva quel contatto. Era tutto ciò di cui necessitasse in quel momento, anche se avrebbe preferito che fosse stato qualcun altro a farlo; ma si sa che la persona di cui abbiamo bisogno è sempre quella per cui stiamo male.
"Oh! Scusate. Non volevo...ehm...interrompere, solo che è arrivato il dolce. Voi non entravate così ehm...sono venuto a chiamarvi". La voce di Harry li fece allontanare all'istante. Diede loro un'altra occhiata, per poi tornare dentro. Marco sorrise a Bea facendole strada per rientrare.
Gli altri erano più chiassosi che mai, complice il vino che era stato servito. Bea prese posto al tavolo notando l'assenza di Harry.
"Bea, va a chiamare Harry che c'è il brindisi. È in bagno" le disse distrattamente Niall per poi prestare di nuovo tutta sua attenzione a Josh e a Dan con cui stava avendo una discussione su quale giocatore del Derby County fosse il migliore.
"Ma veramente io..." tentò di contestare, ma Marco le fece cenno di andare. Di malavoglia si alzò per dirigersi verso i bagni maschili.
"Harry sei qui? Mi hanno mandato a chiamarti visto che..." non riuscì a concludere la frase perché il ragazzo uscì dal bagno sovrastandola con tutta la sua altezza. Le sopracciglia corrucciate e l'espressione arrabbiata.
"Ok, allora io vado". Bea cercò di filarsela, ma Harry le afferrò il polso facendola voltare verso di lui.
"Ma che diamine! Sei impazzito?"
"Quindi fammi capire, oggi pomeriggio mi hai detto che tra di noi non deve esserci alcun tipo di contatto perché non siamo amici e lavori per me. Però due minuti fa ti trovo abbracciata a Marco che, per la cronaca, è un tuo collega. La differenza quale sarebbe?" disse duramente. Bea lo guardò e non poté fare a meno di notare la mascella contratta e le narici dilatate, era senza alcun dubbio arrabbiato. Il suo subconscio gioì sentendosi lusingata per l'apparente gelosia di Harry, ma la sua coscienza le diceva di chiudere fuori quei pensieri perché sicuramente non era geloso.
Aprì e richiuse la bocca un paio di volte senza riuscire a rispondere. Lo sguardo di Harry cambiò repentinamente oscurandosi.
"Come immaginavo! Se non avevi voglia di passare del tempo con me bastava dirlo, non serviva inventare la storia del rapporto professionale". La superò senza degnarla di uno sguardo, ma stavolta fu Bea a trattenerlo. Raccolse tutto il coraggio che aveva per dargli una spiegazione, se la meritava.
"Marco ha pensato che tra di noi ci fosse qualcosa, così ho negato"
"Questo non spiega perché ti abbia abbracciata" puntualizzò.
"Beh l'ha fatto perché...perché ha capito che tu..."
"Ma per la miseria! Che cazzo fate nel bagno degli uomini? Ti avevo mandato a chiamarlo. Pensavo che un mostro vi avesse mangiati entrambi". Niall era sulla soglia della porta che li guardava esterrefatto.
"Horan, non rompere e va via che noi arriviamo" disse Harry sbrigativo. Niall uscì sbuffando e i due ragazzi rimasero nuovamente soli.
"Stavi dicendo...perché ha capito che cosa?"
"Lascia stare, nulla di importante" gli sorrise per tranquillizzarlo. Non ci credeva che stesse per dirglielo. Lo superò e aspettò che la raggiungesse per tornare di là dagli altri.
"Finalmente ci degnate della vostra presenza!" esclamò Liam.
I due ragazzi sorrisero imbarazzati sedendosi ai loro posti.
"Allora un brindisi al nuovo album in uscita e al video di Drag me down" annunciò Ben Winston alzando il calice di champagne. Tutti lo imitarono facendo poi tintinnare tra loro i bicchieri.
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Buon pomeriggio e ben ritrovate!
Questo capitolo non è molto lungo, ma ho già in cantiere l'altro. Don't worry, be happy!
Allora, Harry inizia a manifestare i primi segni di gelosia anche se Bea non ha ancora chiaro se il motivo del suo comportamento sia dovuto a quello o ad altro. Bea vuole evitare il nostro Styles perché ha paura ad ammettere che le piace più del dovuto e non vuole stare male per una relazione che non potrebbe funzionare. Insomma, gran casino!
Vi aspetto al prossimo capitolo,
Silvia :)
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Managing your life ○ hes.
FanfictionCOMPLETA Harry Styles, 21 anni, cantante della boy band più acclamata del momento. La sua vita è fatta di flash e di titoli sui giornali che lo descrivono come un donnaiolo da strapazzo. Beatrice Clarke, 25 anni, giovane italiana laureata in Managem...