27. Perché mi hai chiamata?

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Sono al buio e penso a te.
Chiudo gli occhi e penso a te.
Io non dormo e penso a te
(Lucio Battisti)

HARRY'S POV

Quella foto mi vorticava nella testa da quel giorno.
Un pomeriggio, durante le prove, avevo perfino sbagliato le parole di Steal My Girl, perché mi era tornato in mente il suo sorriso, mentre era guancia a guancia con Luke.

Di giorno ero distratto e finivo per dimenticare le cose in giro o non sentivo quello che mi veniva detto e di notte non dormivo per cercare di trovare una spiegazione a quella maledetta foto. Non capivo perché avesse acconsentito a pubblicarla. Tutte quelle fatte insieme erano ancora nella galleria del mio cellulare e Bea non le aveva mai volute rendere pubbliche. C'era quella che le avevo scattato quel giorno in tandem, quella davanti all'Arena, tutte quelle che ci facevamo prima di un concerto e, l'ultima, in cui c'era Bea che mi sorrideva mangiando quella fottuta orata al forno.

"Penso che sia già morto"

Jodie mi fece risvegliare da quello stato di trans in cui ero caduto.

Appoggiai la forchetta vicino al piatto, guardando tristemente quel povero pesce che avevo ordinato per chissà quale assurdo motivo, per poi finire a massacrarlo con le posate. Odiavo il pesce, lo odiavo soprattutto perché mi ricordava quella sera.

"Che succede?" chiese Jodie osservandomi attentamente.

"Niente" mentii cercando di prestare attenzione al chiacchericcio che ci circondava. I ragazzi stavano parlando del concerto a Cleveland che si era appena concluso, ma io non riuscivo a partecipare.

"Ho iniziato a conoscerti, Harry" tentò di nuovo la ragazza accanto a me.

Era così ostinata e così...bionda.

Pure Jodie mi ricordava lei.

"E va bene!" mi arresi alla sua insistenza. "Bea ha fatto una foto con Luke Hemmings e non me l'ha detto" confessai.

Nel momento in cui lasciai uscire quelle parole, presi consapevolezza di quanto risultassi ridicolo.

Era solo una foto, dannazione!

"Forse lo avrebbe fatto" cercò di convincermi Jodie.

"Non le ho nemmeno lasciato spiegare" ammisi sentendomi un emerito cretino.

Erano 4 giorni che non rispondevo alle sue chiamate, né ai suoi messaggi. Non potevo farci niente se la gelosia mi stava divorando dentro. Quella foto mi aveva ferito, perché l'avevo vista come la prova del fatto che stesse bene senza di me, che mi avesse sostituito.

Pensavo a Bea giorno e notte. Mi mancava terribilmente e quella situazione era dovuta al mio orgoglio.

"Prova a chiamarla. Magari ti perdona"

Le parole di Jodie mi consolarono e ricambiai il suo sorriso quando me ne rivolse uno carico di affetto.

Contrariamente a quanto mi aspettassi, Jodie era molto simpatica. Si stava integrando nel team e mi ero ritrovato spesso a parlare con lei fino a notte fonda. Era un'appassionata di vinili e una sera ci eravamo messi ad elencare tutti quelli in nostro possesso. Forse, proprio da quel momento, potevo dire di aver cambiato idea su di lei.

"Secondo te dovrei provare subito?" chiesi stranamente indeciso.

Avevo una paura folle della reazione di Bea. Probabilmente mi avrebbe urlato contro, sputandomi addosso quanto fossi infantile e vigliacco. E avrebbe avuto ragione.

Jodie si limitò ad annuire e quello fu l'input che mi fece alzare di scatto dal tavolo provocando il tintinnare delle stoviglie che c'erano sopra.

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