E anche quando sarà chiaro che non c'è più niente,
tu credimi, credimi, credimi, credimi, credimi sempre
(Enrico Nigiotti)HARRY'S POV
Erano passati alcuni giorni dal risveglio di Bea.
Rivedere i suoi occhi azzurri e sentire la sua voce, anche se flebile, fu un'emozione indescrivibile. Di fatto, era la seconda volta, dopo un mese di lontananza, che ci trovavamo l'uno di fronte all'altra, ma solamente la prima in cui potevo baciarla e tenerla vicino.
Purtroppo, mentre finalmente la stringevo tra le mie braccia e ricominciavo a respirare, presi consapevolezza del peso che mi opprimeva il cuore e dell'immenso dolore che le avrei inevitabilmente procurato.
Ad aggiungersi, c'era l'ulteriore brutta notizia di cui ero venuto a conoscenza solo poche ore prima. Di quella ero certo che ne sarebbe uscita devastata.
"Harry"
Scattai in piedi, non appena riconobbi la figura familiare che mi stava davanti. Ero così concentrato a trovare il modo giusto per dire a Bea ogni cosa che non mi ero accorto del suo avvicinarsi. La luce notturna della sala d'aspetto non riusciva ad oscurare la sua bellezza. Ma il suo sorriso, così simile al mio, non era sulla sue labbra quella volta.
"Mamma" mormorai, prima di chinarmi per abbracciarla.
Era da qualche anno che l'avevo superata in altezza, ma lei mi considerava sempre il suo bambino."Come stai?"
Mi lasciò andare, stringendomi un po' più forte, prima di sedersi accanto a me sulle fredde sedie di plastica. Lo vedevo da come mi guardava che era preoccupata per me.
Era sempre stata così mia madre: una donna forte e coraggiosa nell'affrontare la vita, ma terribilmente spaventata quando io o Gemma soffrivamo per qualcosa."Bene" mi limitai a dire, stringendomi nelle spalle.
Sapevo che era a conoscenza di quello che provavo. Lei era l'unica persona che sembrava capire tutto quello che mi passava per la testa. E poi, era stata la prima persona che avevo chiamato una volta appresa la notizia.
Non riuscivo a non telefonarle per sfogarmi su qualsiasi aspetto della mia vita. Alcuni mi chiamavano "mammone", ma mia madre sarebbe sempre stata il mio angelo.
Era lì quando avevo avuto le prime pene d'amore o quando non riuscivo ad affrontare le critiche che la fama comportava ed era lì a gioire con me per i miei successi."Non mentirmi, tesoro"
I suoi occhi grandi mi fissavano, in attesa che, come sempre, le avrei confessato tutto quello che sentivo.
"Non so come dirglielo" sospirai.
"Lo so" mi rassicurò lei, stringendo forte le mie mani impegnate a giocare con gli anelli. "Per una donna è una notizia sconvolgente"
"Lo è anche per me, ma Bea. Beh lei non so..." mi interruppi per stringerla tra le braccia. "Ne soffrirà così tanto, mamma. E ho paura che questa cosa distrugga completamente la nostra relazione"
Inalai il profumo della sua pelle, rintanandomi nell'incavo del suo collo come facevo da bambino. Non importava cosa fosse successo: un dispetto, un ginocchio sbucciato; sta di fatto che il profumo di mia madre spazzava via ogni problema.
Quella volta, però, sembrava non essere sufficiente.
"Beatrice ti ama e lo sai" mi consolò, accarezzandomi lentamente la schiena. "Sei diventato un uomo fantastico, amore mio. Buono, divertente e generoso con tutti. Non ti lascerebbe andare per nulla al mondo. Questa cosa l'affronterete insieme e vi renderà ancora più forti, vedrai"
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Managing your life ○ hes.
FanfictionCOMPLETA Harry Styles, 21 anni, cantante della boy band più acclamata del momento. La sua vita è fatta di flash e di titoli sui giornali che lo descrivono come un donnaiolo da strapazzo. Beatrice Clarke, 25 anni, giovane italiana laureata in Managem...