4. Ti metto in imbarazzo, Bea?

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Per le donne il miglior afrodisiaco sono le parole. Il punto "G" è nelle loro orecchie.
(Isabel Allende)

"Ma dove cazzo è Styles?" sbottò Marco piuttosto arrabbiato. "Appena arriva devo dirgliene quattro"

Quella mattina era stata dura per Beatrice svegliarsi, ma l'euforia per la partenza aveva giocato un ruolo cruciale nella sua voglia di prepararsi in fretta e furia. L'autista della Modest! era stato puntuale e in poco tempo avevano raggiunto l'aeroporto di Heathrow dove sarebbero decollati con un jet privato.
C'era, tuttavia, una questione da risolvere e cioè l'assenza di Harry.

Se gli altri membri della band e dello staff erano arrivati in tempo e stavano aspettando a bordo, del ragazzo non c'era neppure l'ombra. A nulla erano servite le chiamate da parte di tutti, né il fatto che il suo autista avesse suonato decine di volte al citofono. Bea pensava che stesse semplicemente dormendo e che, a causa della sbornia, non riuscisse ad alzarsi. Da un lato voleva dire a Marco ogni cosa, ma dall'altro non voleva tradire Harry e farlo andare nei casini più di quanto già non fosse.

Dopo altri dieci minuti passati ad aspettarlo invano, decise di vuotare il sacco. Si avvicinò titubante a Marco, ma non fece in tempo ad aprire bocca che Harry fece la sua comparsa trascinando la valigia.

"Scusate, mi sono addormentato e l'autista non è venuto a prendermi" si giustificò.

"In realtà, l'autista ha citofonato come un ossesso, ma tu non hai aperto. Come diavolo hai fatto ad arrivare?" chiese Marco decisamente alterato.

"In macchina" rispose semplicemente scrollando le spalle.

La ragazza si chiese come fosse possibile visto che la sua auto era rimasta all'Heaven, ma non si pose altre domande. Probabilmente era riuscito ad andare a riprenderla o aveva altre auto parcheggiate nel suo garage.

"E mi spieghi che ci facevi ubriaco in una discoteca per gay?" chiese Marco.

I due ragazzi sgranarono gli occhi chiedendosi come poteva averlo saputo. Harry lanciò a Bea un'occhiata pensando probabilmente che fosse stata lei a spifferare tutto e tornò a guardare Marco senza riuscire ad emettere un suono.

"Non guardarmi così, Twitter è pieno di tue foto mentre vomiti in un fottuto cesso" quasi urlò. "E ce ne sono pure altre mentre sali su una moto guidata da una ragazza. Chi cazzo era?" concluse cercando di moderare il tono della voce visto che si trovavano in mezzo ad altre persone che li osservavano curiose.

"Nessuno di importante e comunque ora sono qui"

Nessuno di importante. Beatrice sapeva che probabilmente lo aveva detto per non smascherarla e non farla andare in mezzo a tutto quel casino, ma quelle parole la lasciarono ugualmente un po' dispiaciuta senza riuscire a spiegarsi il motivo.

"Allora le tue troiette le vedi quando non dobbiamo partire il giorno seguente, intesi? Ora andiamo che è tardi" disse a denti stretti Marco facendo loro strada verso l'aereo.

Pensandoci bene, la ragazza ringraziava Harry per non aver detto che quella ragazza fosse lei, perché altrimenti Marco se la sarebbe presa e probabilmente l'avrebbe licenziata per non avergli detto nulla.

Beatrice ed Harry si scambiarono un'occhiata complice e mentre lui le fece l'occhiolino accennando un sorriso, lei lo ringraziò sottovoce.

L'aveva scampata, ma si era convinta di non doversi più comportare come una sua amica. Era la sua manager (o quasi) e dovevano avere un rapporto professionale.

***

Il volo sarebbe durato 9 ore e ne erano trascorse solamente 4. Nonostante potesse alzarsi e farsi un giretto quando sentiva le chiappe indolenzite, si stava annoiando a morte.

Managing your life ○ hes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora