33. Quando avevate intenzione di dirmelo?

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Non smettere mai di provarci.
Tutti li chiameranno errori,
io tentate emozioni
(Emanuele Piccinino)

HARRY'S POV

Fare le interviste era la parte del mio lavoro che più detestavo: rispondere alle domande dei giornalisti, fingere di divertirmi simulando sorrisi forzati e poi rivelare solo quello che voleva l'agenzia.

In particolar modo, quel giorno ci trovavamo a Buffalo per un'intervista e il giornalista, un uomo calvo di circa quarant'anni, era noioso come una lezione di matematica. E io odiavo la matematica fin da quando ne avessi memoria.

Lo ascoltavo distrattamente, mentre cercava di risultare simpatico sparando battute a raffica, ma senza alcun risultato: tutti ci limitavamo a sorridere a denti stretti, come ci aveva insegnato a fare l'agenzia in situazioni come quella in cui ci trovavamo. Solo Niall rideva, o almeno speravo lo facesse solo per gentilezza, altrimenti aveva seri problemi mentali.

"Quindi, Louis. Ho sentito che presto diventerai padre" sparò il giornalista scrutando il mio amico con i suoi occhietti cerulei.

Lou si mosse a disagio sul divano cercando aiuto nei nostri manager, ma sia Marco che Aidan non sembravano minimamente preoccupati; così annuì indossando l'ennesimo sorriso di circostanza.
Non ero mai riuscito a capire il senso di quelle domande private che non c'entravano con il nostro lavoro. Tutti sembravano più interessati alla nostra vita amorosa, piuttosto che all'ultimo singolo uscito e questo mi faceva incazzare.

"E la madre del bambino è la tua attuale fidanzata?" indagò quel fottuto avvoltoio pelato.

Iniziai ad innervosirmi, perché sapevo che Louis odiava essere al centro dell'attenzione e, oltretutto, soffriva molto per la situazione in cui si trovava con Briana. Avrei tanto voluto saltare alla giugulare di quel giornalista e strappargliela a morsi, ma mi limitai a battere ritmicamente un piede sulla moquette di quello studio televisivo.
Nel tentativo di calmarmi, cercai di incanalare i miei istinti sanguinari sull'immagine di Bea e del suo sorriso rassicurante. L'intento andò a buon fine, se non fosse che, subito dopo, mi venne in mente che non la sentivo da tanto tempo e che la nostra storia fosse sull'orlo del precipizio.

"Quindi, Harry. Come ti senti per questa situazione?"

Aprii e richiusi gli occhi un paio di volte, prima di realizzare che lo stronzo si stesse rivolgendo verso il sottoscritto che, per la cronaca, non aveva sentito una parola del discorso fatto prima della fatidica domanda.

Per un attimo, pensai che mi avesse interpellato per chiedermi un parere sul rapporto tra Briana e Louis, ma poi mi resi conto che fosse quasi impossibile e, in ogni caso, non avrei espresso un giudizio su una simile questione personale che non mi riguardava direttamente. Quindi, cosa avrebbe potuto avermi chiesto?

Probabilmente, la mia espressione doveva essere abbastanza sconcertata, perché non feci in tempo ad aprire bocca che il giornalista parlò di nuovo.

"È comprensibile che tu stia male. Quando una storia finisce si soffre, ma le cose poi si sistemano, vedrai"

Ma che diavolo??

Perché cazzo avrei dovuto soffrire per la rottura tra il mio amico e la futura madre di suo figlio?
Sì, mi dispiaceva, ma stare male per questo mi sembrava esagerato.

Lo guardai accigliato per qualche istante, poi notai l'espressione afflitta di Niall e vidi la sua mano raggiungere il mio ginocchio per stringerlo saldamente, così il mio sconcerto aumentò a dismisura.
Probabilmente, si erano tutti fumati qualcosa di pesante prima di andare in onda, senza rendermi partecipe.

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