•Due•

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La morte trasforma ogni istante in un elemento di vuoto, assenza di qualcosa che riempiva i tuoi pensieri, ed ora non c'è più.
-Stephen Littleword

È passata già una settimana da quando è venuta la nuova arrivata a lavoro e ogni giorno ha provato a parlarmi e io l'ho sempre evitata.

Adesso sono pronto per tornare a casa, ma prima faccio una piccola sosta in un posto, parcheggio la macchina di fuori, poi scendo e mi avvio all'interno.

Arrivo fino alla sua lapide, mi siedo davanti e con le dita tocco il suo nome scolpito sopra.

'Charlotte Pierce'

Sento i miei occhi riempirsi di lacrime, tiro su col naso e le caccio indietro, ma una di loro mi sfugge al controllo e cade sull'erba secca che c'è per terra.

Un peso forte mi invade il petto, le mani mi tremano e un sentimento indescrivibile mi riempie tutto, non è semplice dolore, con esso sento la frustrazione, la paura, i sensi di colpa. 

Abbasso lo sguardo sulla terra e poi lo alzo di nuovo sulla lapide. Dopo cinque minuti inizio a parlare debolmente.

«Ciao mamma... mi manchi tantissimo, mi manca parlare con te, mi manca ridere con te, mi manca essere svegliato da te la mattina, mi mancano le tue calde mani accarezzarmi il viso, le tue dolci labbra baciarmi la fronte, mi manca ogni cosa di te» mi fermo non riuscendo a continuare, mi passo le mani sul viso in modo agitato, non ci riesco.

«Mi manca anche quando mi rimproveravi per nessun motivo valido» continuo con il cuore a pezzi «Senza di te mi sento vuoto, non sono più niente, non ho più alcuna ragione per vivere...» dico scoppiando a piangere, mi lascio andare in un pianto disperato.

Succede sempre così, ogni volta che vengo qui, mi riprometto di non piangere e soprattutto di raccontarle come va la mia vita e invece ogni volta le dico sempre che mi manca e che mi sento un fallito, una nullità e poi crollo in un pianto. Come potrebbe essere altrimenti? Non mi passa, non può passarmi.

Mi asciugato le lacrime e mi alzo fissando ancora per qualche istante il suo nome.

«Mi dispiace» le dico prima di incamminarmi verso la macchina, salirci dentro e avviarmi a casa.

Una volta arrivato non mangio neanche, non ho per niente fame, vado in bagno e faccio una doccia calda, provando a rilassarmi, finita mi metto a letto sperando che almeno questa sera riesca a dormire tutta la notte.

-Tesoro, ehi mi senti? Svegliati che è tardi- sento mia madre svegliarmi.

Apro gli occhi e la trovo poco distante da me che mi guarda con un sorriso smagliante.

-Mamma- dico stringendola in un forte abbraccio.

-Cosa ci fai qui? Tu-tu...- inizio a parlare ma lei mi interrompe.

-Tesoro io sono sempre qui- mi dice continuando a sorridere.

-Dai, andiamo di sotto che ti ho preparato una colazione con i fiocchi- continua tirandomi col braccio.

Io continuando a sorridere mi alzo dal letto e la seguo di sotto. Arrivato trovo il tavolo pieno di pietanze buonissime, ci sono fette biscottate con cioccolata altre con marmellata, cereali di tutti i tipi, dolci, latte, the.

Mi precipito a mangiare ogni cosa, era una vita che non facevo una colazione così abbondante.

Lei si siede al mio fianco e mangia con me.

Aiden (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora