•Trentaquattro•

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La paura può farti prigioniero.
La speranza può renderti libero.
-Anonimo!

Lara's Pov

Un altro giorno è passato ed io continuo ad avere sempre più paura.

Mamma e papà cercano di tranquillizzarmi ma io non ci riesco.

Nella mia testa ho milioni di domande, c'è una confusione immensa.

Perché l'ha preso?
Cosa gli sta facendo?
Lo starà picchiando?
Torturando?
Nella peggiore delle ipotesi lo avrà mica...

Non riesco neanche a pensarlo.

E se non è con lui?
Se gli è successo qualcos'altro? Qualcosa di irrimediabile?

Ho sempre più paura, vorrei solo averlo qui al mio fianco e stringerlo forte tra le mie braccia.

Nikolai ha anche raccontato alla polizia che Richard è lo stesso uomo che in passato ha ucciso la madre di Aiden a sangue freddo e loro hanno avanzato le ricerche dicendo di non poter rimanere un ragazzo di ventidue anni nelle mani di un assassino.

Per non parlare di Bob da quanto gliel'abbiamo detto sembra come morto.

Il suo viso si è incupito, ha chiuso il supermercato e nei suoi occhi si riesce a leggere solo la paura e il dolore.

Più lo guardo e più riesco a vedere la stessa sofferenza, la stessa che sto attraversando io, la stessa paura di poterlo perdere per sempre, la stessa paura di dover vivere una vita senza di lui.

Io proprio come Bob non riuscirei a sopportare tutto questo.

Poi d'un tratto il cellulare squilla, lo prendo e noto che è un numero sconosciuto.

Rispondo e dall'altro capo risponde il commissario, dicendomi che hanno una pista.

Mi faccio dare l'indirizzo praticamente lo obbligo a darmelo.

E dopo aver riattaccato chiamo Nikolai.

-Lara novità?-
-Hanno una pista Nik mi sono fatta dare l'indirizzo andiamo?-
-Sto arrivando- dice prima di riattaccare.

Mi vesto velocemente e scendo di sotto attendendo il suo arrivo.

Come vedo la sua macchina avvicinarsi a casa mia esco come una matta di fuori entrando in essa.

Do' a Nik l'indirizzo e ci avviamo sfrecciando per le fredde strade di Brighton.

Stiamo arrivando amore mio, stiamo arrivando per portarti fuori da questo oscuro mondo in cui ti trovi da troppo tempo ormai.

1 ora prima.
Aiden's Pov
È mattina, riesco a capirlo dalla poca luce che entra ogni volta che quel bastardo apre la porta.

Mi ha lasciato libero per la stanza, non mi ha più attaccato.

Probabilmente perché sa che sono talmente debole da non riuscire neanche a fare un passo senza crollare al suolo.

Infatti sono seduto per terra con la schiena appoggiata al muro.

La fame è tanta, la sete non troppa; in questi giorni mi ha fatto bere diverse volte.

Strano vero? Mi picchia fino a farmi svenire ma nonostante ciò se ho sete mi da da bere.

Probabilmente il suo scopo non è quello di uccidermi ma quello di farmi soffrire fino a desiderare la morte.

Chiudo gli occhi e come abitudine negli ultimi giorni penso a Lara.

Al suo viso, ai suoi occhi castani che mi scrutano tutto, al suo dolce tocco, alle sue labbra che mi sfiorano.

Le immagino appoggiarsi sulle mie lasciandomi un casto bacio, le immagino scendere sul mio collo.

Immagino le sue mani accarezzarmi con dolcezza, il brivido che sento ogni volta che mi sfiora.

Poi provo a far rimbombare nella mia testa la sua calda voce mentre mi sussurra ti amo o mentre dice il mio nome.

Che Dio solo sa quanto adoro il modo in cui pronuncia il mio nome, lo rende così sexy e profondo.

Sono così perso nei miei pensieri che non mi rendo conto che qualcuno è entrato.

Apro gli occhi e vedo che non si tratta di Richard ma di un ragazzo più piccolo di me avrà si e no una quindicina di anni.

Mi guarda impaurito avvicinandosi lentamente.

Solo una volta che me lo ritrovo ad un passo da me, noto che ha tra le mani un pezzo di pane e una bottiglietta d'acqua.

Sgrano gli occhi e come un pazzo gliele strappo dalle mani.

Mangio come un animale, mi fiondo praticamente sul pane e lo finisco quasi immediatamente poi tracanno tutta l'acqua che c'è nella bottiglietta e riporto il mio sguardo sul ragazzo.

-Chi sei?- chiedo con sguardo duro.
-Richard mi ha detto di controllarti-
-Ha detto lui di portarmi del cibo?-
-No-
-Allora perché l'hai fatto?-
-Pensavo avessi fame dato che sono giorni che non mangi-

Provo ad alzarmi e una volta fatto mi appoggio al muro per non crollare.

Il ragazzino si allontana intimorito.

-Da quando tempo sono qui?-
-Quattro giorni-

Cosa? Sono quattro giorni? E nessuno si degna a venirmi a cercare? Nessuno li' fuori si sta importando di me e di quello che mi possa essere accaduto?

Il ragazzo esce dalla stanza chiudendo la porta dietro di lui a chiave.

Sbuffo e con fatica cammino per la stanza.

In quattro giorni è la prima volta che mi guardo veramente in giro.

Non c'è una finestra, non c'è un letto, non c'è un cazzo in questa stanza.

Solo la sedia sulla quale ero seduto e le corde che mi tenevano intrappolato buttate li' per terra.

Sono furioso, deluso, amareggiato, triste, non so più che cazzo fare.

Do un forte calcio alla sedia scaraventandola vicino al muro.

Poi d'un tratto le sento, le sirene, quelle della polizia, prima sono lontane ma pian piano le sento avvicinarsi sempre di più fino a fermarsi.

Cosa sta succedendo?

Ed eccola che inizia ad insediarsi in me.

La speranza.
La speranza di essere stato trovato.
La speranza di andare via da questo posto.
La speranza di poter finalmente dire addio a tutto ciò.
La speranza di ritornare dalla mia dolce Lara.

Poi dei forti rumori provengono dalla casa mi avvicino alla porta per sentire meglio, ma non riesco a capire sento solo delle grida incomprensibili.

Abbasso in automatico lo sguardo sulla maniglia vedendola muoversi, faccio qualche passo indietro e poi finalmente si apre.

Ma dietro di essa non c'è Richard e neanche il ragazzino di prima.

C'è lei.
La mia piccola.
La mia ancora.
La mia salvezza.
Lara!

Aiden (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora