tell me about you

73 6 2
                                    

<cosa fai tutta sola?> chiede mentre continua a spingermi.
Faccio fermare l'altalena premendo con forza i piedi a terra,mi alzo e mi avvio verso una panchina li vicino.
<aspetta Gia> dice correndo e sedendosi accanto a me.
Porto le ginocchia al petto e inizio a piangere con il volto nascosto fra le mani,non riesco a fermarmi e come sottofondo è rimasta la canzone di ed che avevo impostato a ripetizione continua.
Alex mi abbraccia,stringe così forte...quasi a farmi male ma in realtà è un contatto di cui avevo bisogno.
<che succede?>
<non lo so> dico in un sussurro.
<possibile che quando ci vediamo piangi sempre? Mi fai sentire un mostro!> afferma facendomi sorridere.
Mi lascia un bacio tra i capelli,e chiudo gli occhi di nuovo.
<allora?> chiede girandomi e asciugando le lacrime che continuano a scendere.
<ho litigato con mia madre> rispondo guardando il vuoto ma rimanendo sempre abbracciata a lui.
<tutto qui?>
<no...il problema di base è che mi manca mio padre> dico tutto d'un fiato.
<ah...>
Segue un attimo di silenzio e poi continua.
<Gia,ti capisco perdere qualcuno è un dolore che ti spezza dentro>
<che ne sai?> dico guardandolo negli occhi.
Il suo sguardo si fa triste,niente a che vedere con il ragazzo scherzoso di tutti i giorni.
<anche io...>
Si stoppa all'improvviso,non riesce a proseguire cosi gli prendo la mano come a dargli forza.
<sai...da un lato sei fortunata>
<perché?>
<tu almeno hai tua madre...>
<e tu?>
<nessuno>
<in che senso?> chiedo insistendo.
<è morta prima mia madre,poi mio padre si è suicidato>
<Alex...>
Non so che dire o come comportarmi è vero almeno io ho mia madre,anche se in questo momento non gli importa più di tanto di sua figlia.
Decido che il miglior modo per stargli accanto è abbracciarlo, proprio come ha fatto lui prima.
Gli tocco una ciocca di capelli.
<mi spiace> dico all'improvviso.
<Tranquilla,non essere triste>
<quanti anni avevi quando sono morti?>
Non parla,mi osserva attentamente.
<se non ti va di parlarmene...>
<mio padre si è suicidato quando avevo 13 anni,lei invece è morta poco prima> dice tutto d'un fiato.
<il mio ci ha lasciato l'anno scorso>
Mentre dico questa frase mi sento un po' più libera,non ne ho mai parlato con nessuno, eccetto sara.
<com'è morto?> continua a chiedermi.
Eccola,la domanda più brutta che poteva farmi so di essere stata io ad insistere con i suoi genitori e ora non posso non rispondergli,non dopo che mi ha confidato un pezzetto della sua vita.
<lui...> mi blocco di colpo.
Le immagini di quella mattina  si susseguono velocemente nella mente.
Mio padre che ci sorride prima di uscire di casa,le sue ultime parole rivolte a mia mamma cioè un semplice  "ti amo",accompagnato da un bacio e infine la frase a cui penso sempre.
"Signorina ricorda che domani io e te abbiamo un appuntamento"
Non scorderò mai quel giorno,pensavo di rivederlo la sera e che la mattina dopo saremmo potuti andare nel nostro luogo di pace.
Sin da piccola mi ha sempre portato
all'acquario,ne rimasi affascinata da bambina e così un giorno all'anno prendeva un permesso speciale a lavoro e facevamo la nostra giornata
padre-figlia,nel relax più totale.
Ma quel giorno quando squillò il telefono  e mia madre rispose vidi qualcosa nei suoi occhi che mi mise in allerta,avevo capito tutto.

Due parole per amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora