09. Gatto e topo e bigliettino.

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Canzone per il capitolo:

Green Light – Lorde.

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Mi giro guardandolo dal basso e rimango folgorata dalla sua bellezza. Indossa una giacca nera che copre la camicia bianca sbottonata sul petto ed i jeans neri che avvolgono le sue gambe magre e longilinee. Lo guardo dall'alto verso il basso e quando i miei occhi si fermano sul suo viso arrossisco. Mi sorride sghembo sedendosi accanto a me. « Cos'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?» tenta di nuovo.

« Non ti conosco nemmeno, perché dovrei rivolgerti la parola?» ribatto piccata guardandolo di sottecchi e sul suo viso fa capolino una fossetta.

« Non ti conosco nemmeno, perché dovrei rivolgerti la parola?» ribatto piccata guardandolo di sottecchi e sul suo viso fa capolino una fossetta

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« Sarebbe giusta la tua osservazione se non ci fossimo già conosciuti in passato.» lo guardo ed alzo un sopracciglio. « Non fare la finta tonta Cheryl.» aggiunge e arrossisco violentemente.

Colpita e affondata.

« Sono passati due anni.» mormoro distogliendo lo sguardo, muovendo i piedi nell'acqua lentamente.

« Pensavi che l'avessi dimenticato?» sospira e si passa una mano tra i capelli.

« Eri ubriaco.» osservo.

« Lo so ma ricordo tutto.» sottolinea e mi guarda.

Ricambio lo sguardo con la sua stessa intensità. Non so come faccia a ricordare tutto, nonostante quella sera fosse effettivamente ubriaco, eppure è venuto qui fuori, si è seduto accanto a me pretendendo che gli parlassi.

Non so nemmeno perché sia partita dal presupposto che non gli volessi parlare, alla fine non mi ha fatto nulla. Solo che l'intensità con la quale mi guarda, mi osserva e mi scruta mi mette parecchio in soggezione e questa sensazione che infondono i suoi occhi, è talmente forte da non riuscire a capire nemmeno cosa possa essere.

Il suo sguardo è magnetico, misterioso e strano, e ciò, non l'ho capito adesso che mi sta accanto ma due anni fa, a metri di distanza, dai suoi sguardi e dalle sue parole.

Mi sento attratta.

Abbasso gli occhi non riuscendo a sostenere lo sguardo e osservo l'acqua che si muove sotto il mio tocco.

« Non pensavo avessi gli occhi azzurri, sono davvero belli.» tenta e sollevo gli occhi reprimendo un sorriso.

« Beh, se questo era un tentativo per rimorchiare, ti ringrazio ma potresti fare di meglio.» commento impertinente e ride, insieme a me.

« Che ne dici se iniziassimo daccapo? Senza giocare al gatto e il topo?» mi sorride e annuisco, « Piacere Harry.».

« Piacere Cheryl.» stringo la sua mano.

« Bene Cher, potresti spiegarmi perché sei praticamente corsa via quella sera?» chiede.

Arrossisco senza un motivo ed esco i piedi dall'acqua. « Hai appena chiesto di iniziare tutto daccapo o sbaglio?» osservo stizzita. « E poi non sono scappata, dovevo andare a casa.» mi giustifico ma dalla sua faccia dubito che abbia creduto alla mia frottola.

« Quindi anche quando ti ho vista dalla finestra di casa mia avevi da fare?» trattiene un sorriso.

« Sei venuto qui con l'intenzione di mettermi in imbarazzo con domande scomode?» devio irritata il discorso alzandomi da terra. Segue le mie azioni e si sistema i pantaloni.

« No, volevo semplicemente parlare con te.» risponde e mi blocco. « E poi voglio conoscerti, cosa c'è di male?» Lo scruto attentamente e non trovo nessuna traccia di ironia. Oh mio dio, è serio.

«Tutto.» mormoro allontanandomi.

Non ha senso tutto questo. Io non lo conosco, lui non conosce me. Non capisco perché questa insistenza, questa pretesa. Io non voglio conoscere nessuno, tanto meno lui.

Afferra il mio polso e mi giro.

« Due anni fa sei scomparsa nel nulla, non appena ti beccai a fissarmi qualche giorno fa ti sei nascosta, in clinica sei scappata e adesso stai cercando di evitarmi e andare via. Perché scappi sempre?» mi incalza e deglutisco guardando i suoi occhi tanto belli quanto desiderosi di una risposta.

« I-io non sto scappando, non ti conosco nemmeno, - strattono il polso guardandolo- Ho saputo solo adesso il tuo nome e non capisco perché insisti così tanto.» rido nervosamente incrociando le braccia al petto.

Guarda ogni dettaglio del mio viso e mi perdo ad analizzarlo di conseguenza. Non mi dà una risposta immediata, sembra pensare a cosa dirmi.

« Non so nemmeno io il perché. » morde il labbro inferiore sospirando l'attimo dopo. « Ascolta, io so quanto tutto questo possa sembrarti strano e assurdo ma.. sento la necessità di conoscerti.» dice infine.

Una folata di vento colpisce entrambi e rabbrividisco stringendo la giacca che indosso, vede la mia reazione e sfila la sua giacca. « No,lascia perdere.».

« Prendi.» ordina, guardo il suo braccio tatuato e titubante la prendo. La giacca è enorme e sembro tanto una bambina con i vestiti del padre. Harry sorride evidentemente pensando alla stessa cosa ma non dice nulla.

« Non c'entro nulla con il tuo mondo Harry, nemmeno sapevo chi fossi se la mia amica non mi avesse detto qualcosa di te.» spiego guardandolo.

Lui accenna un sorriso. « E' proprio questo il punto Cheryl. Sono da sempre stato abituato o costretto a conoscere persone famose, del mio stesso mondo, solo per pubblicità e convenienza e non perché lo volessi davvero. Tutti mi conoscono; ovvero,conoscono l'Harry Styles degli One Direction. E poi sei arrivata tu e tutto mi è sembrato estraneo e non idoneo a me, alla mia vita.» si avvicina e prende una ciocca dei miei capelli. « Ti ho vista due anni fa, seduta su un davanzale e con una semplice frase hai capito gran parte della mia vita senza conoscermi minimamente. Una boccata di normalità in questa vita piena di falsità. Ho bisogno di questo mondo, del mondo vero. Adesso capisci perché sento la necessità di conoscerti?» dice infine sorridendomi dolcemente.

Deglutisco due volte non sapendo cosa dire, non mi aspettavo di certo che si ricordasse di me dopo anni, a malapena ricordavo il suo viso all'inizio e non mi sarei aspettata qualcosa del genere proprio da lui che quella sera era sbronzo. Mi sembra tutto così strano e inusuale.

« I-io..» cerco di dire qualcosa ma non esce nulla dalla mia bocca.

Si stacca da me, prende un bigliettino dal portafogli, sotto i miei occhi confusi, e scrive qualcosa. Apre la mia mano, poggia il bigliettino e la chiude in un pugno dolcemente.

« Buonanotte Cheryl.» dice infine. Mi lascia un bacio sui capelli e sparisce dalla mia visuale non appena varca casa di Cheryl e del suo migliore amico.

Mi riprendo dallo stato di trans ed abbasso gli occhi sul pezzettino di carta che tengo in mano e lo apro. Sbatto le palpebre un paio di volte non appena vedo il suo numero di telefono ed il suo nome scritto con una calligrafia disordinata.

''Ho bisogno di questo mondo, del mondo vero. Adesso capisci perché sento la necessità di conoscerti?''

Sorrido stringendo il pezzetto di carta. « Adesso si Harry, lo capisco.».

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SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora