70. Sedie scomode e sei qui con me.

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Canzone per il capitolo:

Life Is Worth Living - Justin Bieber.

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Harry's Pov.

Il bip dei macchinari è l'unico rumore che percepisco in questa stanza asettica e vuota. Sono seduto in questa sedia da più di un ora e non riesco ad alzarmi e andare via per cedere il posto a qualcun altro. I genitori di Cheryl hanno già avuto la possibilità di vedere la loro figlia e dopo minuti interminabili di lacrime mi hanno ceduto il posto. Ho insistito affinché rimanessero, dopo tutto è sempre la loro figlia ed io - per quanto sia importante nella vita di Cher - non faccio parte del nucleo. Tuttavia, non indugio più di due volte, se la loro decisione è questa non sono nessuno per dire che sia sbagliata. Inoltre, l'unica cosa che voglio è starle accanto, quindi indipendentemente dalla loro scelta rimarrò qui.

Poggio i gomiti sulle ginocchia e reggo la mia testa con le mani passando distrattamente le mani tra i capelli.

I miei occhi non hanno fatto altro che fissare insistentemente Cheryl che ignara della mia presenza dorme profondamente da parecchie ore. È notte fonda ormai, l'operazione è andata a buon fine - fortunatamente - e gli unici, oltre me, che hanno deciso di rimanere per tutta la notte qui sono Sophia e Jack. I ragazzi sono andati via da un po' di tempo, i genitori da qualche minuto e Liz ha deciso di dormire a casa di Lou per poi essere accompagnata in ospedale domattina. Quest'ultima, non si è completamente ripresa, è ancora sotto shock e non ha fatto altro che piangere e ripetere che sia solo colpa sua per tutto il tempo. In realtà, so che non ha nessuna colpa; il fatto che abbia deciso di non accompagnarla - solo perché aveva un appuntamento con il mio migliore amico - non significa certamente che fosse colpa sua. Tuttavia, ha solo bisogno di tempo per metabolizzare cos'è successo, un po' come tutti noi.

Sospiro districando i capelli e torno a fissare Cheryl che dorme beatamente su quel letto bianco, fin troppo bianco.

I capelli scuri sparsi sul cuscino, il viso delicato e bianco come il latte, le sue lunghe ciglia che accarezzano gli zigomi alti e pronunciati, il naso piccolo e leggermente arrossato, le labbra gonfie, violacee e screpolate, il corpo coperto da una vestaglia verde dalla quale sbucano le sue braccia magre e puntellate da... lividi. Lividi sull'avambraccio; macchie nere che creano un contrasto netto con la sua pelle bianca.

Serro la mascella e la rabbia prende il sopravvento su di me. Mi uccide vederla in quelle condizioni a causa sua, mi uccide vederla stesa e inerme su quel letto d'ospedale, mi uccide vederla senza quel meraviglioso sorriso, che al momento, mi tirerebbe su in un batti baleno. Mi uccide il fatto che ciò avrei potuto evitarlo, ma nonostante questo non sono riuscito a farlo.

Liam si avvicina al medico che è appena uscito dalla sala operatoria, sembra parecchio stanco ed è piuttosto comprensibile considerate le ore che ha passato lì dentro. Tuttavia, al momento, poco mi importa dello stato di salute dei medici; voglio solo sapere cos'è successo alla mia ragazza.

E come se mi leggessero nella mente la madre di Cheryl prende parola.

« Dottore,la prego... Mi dica cosa è successo alla mia bambina.» mormora la donna, circondata dalle braccia del marito.

Cheryl si avvicina asciugando le lacrime dai suoi occhi scuri e Liam, sospirando, la tranquillizza lasciandole un bacio tra i capelli. Jack rimane poggiato al muro poco distante da noi, mentre gli altri accerchiano l'uomo che indossa ancora il camice verde.

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora