55. Bei risvegli e odio profondo.

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Canzone per il capitolo:

Sing Me To Sleep - Alan Walker.

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Cheryl's Pov.

Un piccolo fastidio sulla spalla mi desta momentaneamente dal mondo dei sogni, gratto pigramente la mia pelle e sospiro schiacciando di più la guancia sul morbido cuscino. Ma dopo pochi secondi, lo stesso fastidio si ripresenta sul collo e poi sulla schiena, mi muovo come un'anguilla immaginando sia una mosca, di solito durante l'arco della giornata si fanno i cazzi loro e poi la notte o il mattino presto rompono le palle con quel suono fastidiosissimo all'orecchio. Grugnisco frustrata rabbrividendo quando il tocco finisce sul fianco e apro gli occhi di scatto rimanendo per un attimo accecata dai raggi del sole che penetrano dalla finestra.

« Che cazzo.» sbotto girandomi dall'altro lato, strabuzzando gli occhi quando mi accorgo di non poterlo fare a causa di qualcosa che mi trattiene dalla vita, o meglio dire qualcuno.

Abbasso lo sguardo scrutando il braccio tatuato di Harry che mi stringe saldamente al suo petto come se da un momento all'altro potessi scappare. Il fastidio che ho precedentemente accostato ad una mosca, in realtà, sono le sue dita che mi stuzzicano un po' ovunque. Ed è in questo esatto momento che i ricordi mi ritornano in mente.

Abbiamo passato la notte insieme e al mio risveglio lui è rimasto, non è andato via come al suo solito.

Sorrido istintivamente pensando alle parole di Harry; ha promesso che sarebbe migliorato, che mi sarebbe stato più vicino e che non avrebbe trascurato più i piccoli dettagli. E questo, è decisamente un cambiamento.

Probabilmente se fosse andato via prima del mio risveglio, dopo una notte del genere, e dopo esserci detti tutte quelle cose importanti... beh, oltre a rimanerci male lo avrei ucciso.

Magari con una motosega.

« Ti muovi molto la notte.» borbotta affondando il suo viso sul mio collo. Vi soffia su, provocandomi altri brividi e mi scosto ridacchiando.

« Mi fai il solletico.» farfuglio dimenandomi quando continua con questo suo piccolo giochino.

Mi trascina più vicino a sé solleticandomi anche i fianchi ed inizio a ridere davvero stropicciando le coperte che ci coprono.

« T-ti p-prego Harry.» lo prego dimenandomi come una forsennata.

Il suo corpo sovrasta il mio impedendomi di sgusciare via dalla sua presa che oltretutto diventa sempre più ferrea quando provo a scalciare. Non ragiono lucidamente ed inizio ad urlare di lasciarmi stare.

« Devi dire : Harry è il mio padrone

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« Devi dire : Harry è il mio padrone.» istruisce continuando la sua atroce tortura.

Serro gli occhi respirando affannosamente, « Mai!» strillo tra le risate e le lacrime.

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora