27. La quiete dopo la tempesta e interrogatorio.

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Canzone per il capitolo:

Dangerous Woman – Ariana Grande.

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Rimaniamo in quella posizione non so per quanto tempo, forse secondi, forse minuti o addirittura ore. Non mi importa cosa, i nostri amici, stiano pensando di noi due e non mi importa se uno di loro sarebbe uscito qui fuori e ci avesse visti in questa posizione, l'unica cosa che mi importa -in questo momento- è stare tra le sue braccia, fin troppo accoglienti, che sanno di 'casa' e abbandonarmi alla dolcezza del suo tocco. Non ho nessuna giacca addosso ma, nonostante il leggero freddo che percepisco, non ritengo opportuno tornare dentro ed indossarne una, sia perché il calore che emana risulta mille volte meglio e sia perché non ho intenzione di staccarmi da lui. Ad ogni modo Harry si stacca di poco e sfila la sua giacca che poggia subito dopo sulle mie spalle. Arrossisco a quel gesto non previsto e gioco con i lembi di quest'ultima che calza decisamente più grande su di me.

« Grazie.» mormoro sistemandomi meglio sulle sue gambe, è da un bel pezzo che sto seduta su di lui e mi chiedo se sia pensante.

« Sei leggerissima tranquilla, non rimuginare troppo sulle cose.» risponde alla mia domanda alzando gli angoli della bocca in un sorriso sghembo.

So che questa sua affermazione allude anche al resto delle cose; rimugino troppo su tutto e questo, molte delle volte, è un problema. A volte è un bene pensare e valutare i se e i ma, però, bisogna anche lasciarsi andare qualche volta. La vita va vissuta fino infondo ma, se continuo a privarmi di tutto e a lasciare stare ogni cosa che magari può farmi stare bene, come potrei?

Alzo un sopracciglio sorpresa ma cerco di non darglielo a vedere. « Chi ti dice che mi stessi chiedendo questo?» domando indispettita anche se non lo sono davvero, mi piace perdermi in queste punzecchiature e, mi piace pensare che quella chimica smarrita in tutti questi giorni, sia ritornata indietro.

«Il tuo corpo che si agita non sapendo in quale posizione stare.» afferma con quel sorrisetto impertinente sul bel visino da schiaffi e di baci che si ritrova.

Sbuffo non riuscendo a ribattere, per la prima volta mi sono ritrovata senza un'arma a doppio taglio e l'unica cosa che posso fare è sbuffare come una bambina e fare il broncio.

« Non fare l'offesa adesso.». Mi dà un buffetto sulla guancia.

Tento di nascondere il sorriso che cerca di spuntare sulle mie labbra e distolgo lo sguardo puntandolo altrove. Harry ride e afferra i miei polsi affinché gli circondi il collo e le spalle ampie e non eccessivamente muscolose. Arrossisco e spero che non se ne accorga, il solo semplice fatto che abbia tra le mie mani il corpo, che per notti ho sognato e bramato di toccare, mi rende felice. Accarezzo i capelli sulla nuca inclinando di poco il capo ed il suo sguardo si fa serio e indagatore, poggio una mano sul suo viso e lambisco dolcemente la sua mascella coperta da una leggera barba, la sua pelle è calda e morbida sotto il mio tocco e indugio sfiorando poi con l'indice le sue labbra a cuore, rosee e morbide al tatto.

In precedenza ho tastato la loro morbidezza ed il sapore che ogni volta sa di menta, dà un senso di freschezza ma anche quel gusto quasi dolciastro che mi piace parecchio e che probabilmente non mi sarei stancata di gustare; non dispiacerebbe riprovare quelle sensazioni.

Harry morde il mio dito non recandomi nessun dolore e ridacchio sottraendolo, ride avvicinando il suo viso al mio e, soffiando su quest'ultimo, indugia sul mio collo, lo bacia dolcemente e chiudo gli occhi beandomi del tocco leggero ma capace di causare brividi su tutto il corpo, morde anche il mio collo e mi lascio andare ad una risata. « Cos'è? Stai cercando di mangiarmi a morsi?» scherzo.

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora