25. Cartelline infinite e Charry.

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Canzone per il capitolo:

Attention – Charlie Puth.

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Esco dalla sala parto sospirando profondamente, sono rimasta lì dentro per almeno due ore mezzo poiché la donna che ha partorire ha avuto dei problemi durante il travaglio. La bambina non aveva intenzione di nascere quindi, per evitare complicazioni, dal parto naturale - io e la mia collega- abbiamo deciso di passare al cesareo, ovviamente avvisandola della situazione creatasi. Abbastanza faticoso ma tutto sommato non ci sono stati grossi problemi, quindi esco dalla stanza tirando un respiro di sollievo, felice del meraviglioso risultato. Cammino in corridoio raggiungendo il distributore delle bevande e pigio il tasto optando per il secondo tè della giornata. Ho bisogno di zuccheri e di qualcosa che possa tenermi sveglia dato che ne ho ancora per molto.

I giorni sono passati lentamente e senza rendermene conto, Marzo è andato via lasciando il posto ad un altro mese. Lunghe giornate a lavoro senza un attimo di tregua e se da una parte è risultato un po' pesante, dall'altra l'ho preferito. Sicuramente è una distrazione da tutti i pensieri che puntualmente invadono la mia testa.

Dopo quella fatidica sera, Harry non si è fatto più sentire e di conseguenza non l'ho fatto nemmeno io. Le sue parole mi hanno colpito come lame, so bene quanta ragione abbia e forse è stato questo il motivo che mi ha spinta a non andare da lui e urlargli contro che è tutto vero, che non sbaglia di una virgola, scappo da tutto e da tutti perché si, ho paura.

E anche se voglio parlargli, anche se voglio vederlo, so che deve andare così e che le cose devono rimanere tali.

Così, molte volte mi sono ritrovata a scrivere il suo nome su internet scovando qualche sua notizia. Ero a conoscenza dei suoi spostamenti, guardavo le sue esibizioni e mi mangiucchiavo le unghia quando vedevo qualche sua foto con qualche ragazza.

Sono ridicola e lo so, e lui è bello, è sempre bello.

Mi siedo su una sedia in corridoio e gioco distrattamente con il bicchiere che tengo in mano, ogni volta mi ritrovo a pensarlo, ogni volta mi ritrovo persino ad associare qualsiasi cosa a lui. E maledizione, non riesco a non farlo. Sembra che anche il mondo mi voglia ricordare quanto sia stata stupida per essere riuscita a farmelo scappare.

Tuttavia, l'altra parte di me mi rassicura dicendomi che ho fatto la cosa giusta, per entrambi.

« Cheryl, Gwen ha bisogno di te al piano di sotto.». Mi risveglio dal mio stato di trans non appena sento la voce della mia collega, mi giro in quella direzione e annuisco distrattamente.

« Grazie per avermi avvisata.» la ringrazio con un piccolo sorriso, Betty accenna un sorriso ed entra nella stanza accanto.

Mi alzo e getto il bicchiere ormai vuoto nel cestino, mi avvio verso l'ascensore e pigio il tasto che mi porta al piano di sotto. Mi sento stanca e non vedo l'ora di ritornare a casa, forse risulto ripetitiva ma il mio corpo sembra caratterizzato solo da stress e stanchezza. Le occhiaie sono evidenti e onnipresenti e rinuncio persino a coprirle dopo vari tentativi avvenuti giorni prima. Mi cullo del fatto che di lì a poco mi sarei presa una bella vacanza e sarei andata a Brighton rilassandomi completamente. Ho bisogno di questo e fortunatamente non sarei stata sola. Sophia sarebbe venuta insieme a suo fratello Jamie e sicuramente non sarebbe mancato Niall, così ho deciso di invitare anche Cheryl e Liam dato che non li vedo da un bel pezzo, mi farebbe piacere poter passare un paio di giorni insieme a loro e al piccolo Bear che non vedo l'ora di strapazzare di baci.

Cheryl ed io in questi giorni abbiamo parlato un sacco, quando ho del tempo libero vado a trovarla anche a casa sua e inutile dire che il mio primo pensiero va sempre al piccolo.

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora