22. Piccoli incidenti e Jamie.

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Canzone per il capitolo:

Kill Em With Kindness – Selena Gomez.

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Cheryl' Pov.

Due anni prima.

Lego i capelli con una matita - come ormai faccio abitualmente - e mi concentro sulle nozioni ed i concetti principali della tesina che a breve avrei dovuto presentare. Mi manca davvero poco per laurearmi e non vedo l'ora di finire con queste materie ed iniziare a lavorare, passando finalmente alla parte pratica, la parte che preferisco di più. Amo frequentare i corsi e fortunatamente riesco tranquillamente a cavarmela, senza nessun tipo di intoppo, e benché abbia ventidue anni e sia la più giovane dei frequentanti ai corsi, sono, forse, quella più sveglia e più propensa a terminare prima. Diventare un ostetrica è il mio più grande sogno e finalmente a breve lo avrei coronato.

Incrocio le gambe e guardo il mio riflesso allo specchio. Ho imparato a gestirmi e a destreggiarmi con il passare del tempo, tant'è che memorizzo i concetti e, guardando la sosia al di là dello specchio, immagino che io sia un professore ed incomincio ad esporre le varie nozioni. Un metodo acquisito da bambina e che tutt'ora mi porto dietro.

Cerco di memorizzare più cose possibili, prima che lui torni a casa, così da non rimanere indietro e portarmi avanti con lo studio. La maggior parte delle volte non riesco a studiare perché non me lo consente, dice che non ho bisogno di questa merda, basta lui, e quindi, quelle non troppe rare volte, aspetto che vada a dormire per rifugiarmi nel mio angolino nascosto.

Guardo l'orologio al polso ed un sospiro tremolante esce dalle mie labbra; fra pochi minuti sarebbe tornato da lavoro e tutta la tranquillità sarebbe svanita.

«Cheryl?» sento la porta d'ingresso sbattere e mi alzo dal letto chiudendo velocemente i libri, poggiandoli sulla mia scrivania.

Esco dalla camera e chiudo la porta alle mie spalle, lui non ama le mie non risposte e, tanto meno, non ama parlare a vuoto, così mi affretto a raggiungerlo sfoderando uno dei più falsi sorrisi. « Ehi, come mai così tardi?» gli chiedo avviandomi in cucina.

Nicholas alza un sopracciglio guardandomi dall'alto verso il basso e si toglie la giacca e la cravatta gettando il tutto alla rinfusa sul divano. Mi limito ad abbassare gli occhi quando mi segue in cucina e, fingendomi indifferente, aziono il forno aspettando di inserire la cena per stasera.

« Ho finito tardi stasera.» risponde quasi seccato della mia domanda.

Non ci rimango male, ormai è un abitudine sentire queste sue risposte che, seppur banali, risultano taglienti.

« Tu cos'hai fatto tutto il giorno?» chiede indagatore sedendosi su una sedia.

« Sono andata al supermercato stamattina e poi sono passata da mia madre nel pomeriggio.» mento. In realtà non voglio che sappia ciò che faccio realmente, ovvero studiare.

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora