65. Provocazioni e non ti piacerà per niente.

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Canzone per il capitolo:

Bad Blood – Taylor Swift.

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Harry's Pov.

Accosto sul retro della clinica in cui lavora Cheryl e attendo che non ci sia nessuno che possa riconoscermi per scendere dall'auto ed entrare dentro. Approfitto del fatto che l'abbia accompagnata a casa, in modo tale da poter affrontare finalmente un problema serio. Le macchine non sono poche e capisco che probabilmente siano tutte del personale, compresa l'auto di Cheryl - che è rimasta lì da quando il problema Derek si è fatto più evidente -  parcheggiata perfettamente accanto a quella della sua amica Liz, la quale sta poggiata su di essa mentre parla animatamente con qualche sua collega. Ormai ho memorizzato anche la sua macchina, poiché in questi ultimi giorni me la sono ritrovata puntualmente sul vialetto di casa di Louis. Quest'ultimo non mi ha detto molto su questa ragazza e ciò è abbastanza strano; di solito mi racconta sempre delle sue conquiste o della sua ultima fiamma, mentre in queste settimane – precisamente dal compleanno di Sophia – non mi ha più accennato nulla. Tuttavia, in questi ultimi giorni mi è sembrato parecchio distratto e con la testa fra le nuvole, e sono sicuro che la distrazione principale sia la mora pimpante.

Poggio le mani sulle gambe divaricate e aspetto che Liz entri dentro, non ho intenzione di farmi vedere da lei o da chiunque altro, soprattutto dalla persona più vicina a Cheryl. Glielo direbbe sicuramente ed io non voglio che lei sappia.

I miei occhi però sono catturati da una figura alta e slanciata che cammina spedita verso l'ingresso della clinica. Il camice bianco e la ventiquattrore che porta con sé, mi fa intuire chi possa essere, e sono felice del fatto che non debba tirare ad indovinare perché sono a conoscenza delle persone che lavorano in questo posto, popolato per lo più da donne che da uomini.

L'uomo si ferma e sorride a Liz, che imbarazzata saluta con un cenno della mano e annuisce sicuramente per qualcosa che le ha appena riferito, dopo di che prosegue sparendo così dalla mia vista.

Stringo le mani in due pugni e prendo un respiro profondo per non uscire immediatamente dalla macchina e picchiarlo a sangue come vorrei tanto fare.

Le due ragazze, qualche secondo dopo, entrano a passo svelto e così approfitto della situazione. Chiudo la portiera dell'auto e cammino spedito verso il retro della clinica attualmente spopolato. Il problema maggiore, per questa mia azione, è che qualcuno possa riconoscermi ma onestamente poco importa; basta solamente individuare il suo studio senza l'aiuto di qualcuno ed il gioco è fatto.

L'aria che si respira all'interno è pesante, l'odore di disinfettante riempie le mie narici e storco il naso infastidito. Mi guardo attorno constatando che questa sia l'ala meno affollata e quindi ciò significa che i reparti principali siano ai piani superiori; probabilmente il piano terra è dedicato alle informazioni. Il bancone, infatti, è a qualche metro di distanza da dove mi trovo io e al momento è deserto, tranne per un ragazzo dai capelli rossi che traffica con il cellulare.

Due infermiere mi passano accanto guardandomi di sottecchi ma abbasso lo sguardo facendo finta di nulla, non mi sembrano molto interessate alla mia presenza e così tiro un respiro di sollievo quando proseguono verso gli ascensori.

Mi avvicino alla parete proprio di fronte alla mia figura e sollevo lo sguardo leggendo velocemente in quale reparto si trovano gli uffici. Sorrido amaramente quando mi rendo conto che l'ufficio che cerco si trova allo stesso piano delle ragazze; oltre ad aver stravolto i turni, ha anche cambiato postazione il bastardo.

Passo una mano tra i capelli spettinandoli e avanzi verso gli ascensori, ma prima che possa arrivarci, una voce mi interrompe.

« Signore?».

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora