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Mi sveglio in una stanza enorme.

Ci sono molti letti, posti alle pareti, separati l'uno dall'altro da delle tendine bianche da poter tirare, per poter avere un po' di privacy.
Sopra ogni letto c'è una finestra, luminosa, che permette alla luce naturale di fare capolino nella stanza.
Accanto ad ogni letto, un comodino bianco, una lampada dall'aspetto familiare e una sedia, anch'essa bianca, per eventuali ospiti.

Il letto su cui sono distesa è comodo.
Mi è familiare quanto il letto della mia stanza.
Una fievole luce proviene dal comodino accanto al mio letto.

Riconosco il modello del lumino.
Sono stata qui molte volte per far guarire le ferite che mi procuravo partecipando a varie risse.

Sono in infermeria.
Riconosco il luogo.
È familiare.
Ma non so come ci sono arrivata.

Una voce attira la mia attenzione.

- Vedo che ti sei svegliata.

Volgo lo sguardo verso la persona che mi ha appena parlato.
Vedo un ragazzo dagli occhi azzurro mare che mi guarda, seduto sulla sedia posta accanto al mio letto.

Vorrei che sia lui, ma so che non è così.
Non è la sua voce.

- Che ci faccio qui? - domando, con voce impastata.
Che saporaccio.
Devo essere rimasta priva di sensi per un po'.

- Sei svenuta durante la prova di ginnastica. -  Axel sorride sarcastico - Peccato, perché il tuo tempo era da record.

Ora ricordo.
Stavo facendo il test di corsa e, all'ultima curva, ho rivisto quella notte.
Poi ricordo solo il buio, dopo quegli occhi.

Mi alzo, cauta, per mettermi a sedere.
Non riesco a mettermi dritta che un giramento di testa tremendo mi obbliga a tornare subito distesa.
La mano di Axel mi stringe il braccio, mentre l'altra mi tiene la spalla opposta, portandomi giù con dolcezza.

- Non esagerare. - dice Axel, la preoccupazione nella voce.

Ma che vuole questo tizio?
Nemmeno mi conosce e già è così in confidenza?

- Perché sei qui? - rispondo acida - Che vuoi?

Vedo la preoccupazione svanire dai suoi occhi, lasciando il posto allo sgomento.

Che si aspettava? Che gli fossi grata e mi buttassi ai piedi del principino?
Neanche morta.

- Come? - chiede incredulo.

- Se sei qui per vedere la Regina di Ghiaccio che sviene di nuovo puoi anche sparire. Lo spettacolo è finito.

Continua a guardarmi sconvolto.
Poverino. Un po' mi fa pena.

- Ma che ti prende? - domanda - Ero solo preoccupato visto che mi sei svenuta tra le braccia.

Cazzo.

É lui che mi ha impedito di sbattere una craniata tremenda.

Dovrei essergli grata, suppongo, ma il fatto che sia stato lui a prendermi al volo prima che toccassi terra e che sia rimasto accanto al mio letto fino al mio risveglio, mi fa incavolare ancora di più.

- La fanciulla non è più in difficoltà. Le sue premure non sono più richieste, altezza.

Sottolineo l'ultima parola.
Era da tempo che non la dicevo rivolta a qualcuno ed è la prima volta che lo dico con odio palpabile nella voce.

Pochi secondi dopo, mi rendo conto di ciò che ho detto, ma la rabbia per l'intrusione del rampollo inglese nella mia vita mi impedisce di ragionare.

Axel mi guarda scioccato.
Non crede alle sue orecchie, è evidente.

Poi si alza, reprimendo la rabbia, e si avvia verso la porta.
Si ferma sulla soglia, girandosi verso di me.

- Da quando ci siamo visti in classe, questa mattina, credevo fossi diversa dalle altre. Credevo non ti importasse nulla delle mie origini, credevo volessi... - si ferma.

Cosa pensava?
Che mi fosse venuto il colpo di fulmine?
Non penso proprio.

Sospira, chiudendo gli occhi, prima di girarsi di nuovo verso la porta.

- A quanto pare mi sbagliavo. Chiedo scusa per il disturbo, sua maestà.

Ed esce, chiudendosi la porta alle spalle.

Una volta sola, fisso il soffitto.
Dalle finestre arriva una luce fioca.
Deve essere tardo pomeriggio.
Circa le 17:30, credo.
Il che significa che, se ho ragione, sono rimasta incosciente per circa quattro ore.

Carino!
Dovrò recuperare quattro ore di studio.

Maledizione.

Se avessi saputo come sarebbe andata la giornata sarei rimasta a dormire.

Prendo tra le dita la collana che porto sempre al collo.

Una pietra verde chiaro in una catenina d'argento.
Il nostro mese.
Il suo ultimo regalo.

La stringo mentre ripenso alle parole di Axel.

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Come promesso, ecco il nuovo capitolo.

Axel sembra avvicinarsi a Serenity, ma lei lo respinge.
Perché?

E la collanina d'argento cosa rappresenta per Serenity?
Chi gliel'ha regalata?

Prossimo aggiornamento nel fine settimana. Votate e commentate e consigliate la storia ai vostri amici o follower.

Areshadow 🖤

Never Give UpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora