11

13 0 2
                                    

Il mattino dopo, mi alzo più tardi del solito, essendo domenica.

Invece della divisa scolastica, indosso un paio di leggins neri e un maglione lungo grigio scuro.
Lego i capelli lunghi in una treccia e metto le scarpe da ginnastica.

Lascio la mia stanza e scendo in mensa.

La domenica mattina la mensa è sempre aperta, dato che molti studenti dormono di più la mattina.
Così, quando arrivo giù, alle 10:40, ci sono solo pochi studenti del primo anno di liceo.

Mi prendo la solita colazione, anche se meno abbondante del solito, e mi vado a sedere da sola, al mio tavolo.

Mangio in silenzio e, quando ho finito, torno in camera per lavarmi i denti.

Una volta pronta, esco dalla camera, chiudo la porta a chiave e mi incammino per una rampa di scale, per poi arrivare ad un corridoio lungo e poco illuminato che porta all'ala del castello in cui si trova la biblioteca.

Quando sono davanti alla porta, prendo la chiave che mi ha affidato il preside per la punizione e faccio scattare la serratura.

La stanza è esattamente come l'ho lasciata il giorno prima: gli scaffali sulla destra spolverati e in ordine, quelli sulla sinistra ancora vuoti, con i libri posti sui tavoli.

Le poltrone sistemate vicino al camino sono ancora da spolverare, così come le tende, aperte sulle enormi finestre che danno sul giardino.

Mi avvicino ai vetri già lucidati e guardo fuori.

Tutto tranquillo.

Quei deficienti dell'ultimo anno devono essere ancora in camera a dormire.

Non hanno lavorato al prato per tutta la settimana e, ieri, hanno usufruito del permesso per uscire.

Solo il sabato pomeriggio ci é concesso andare in città ma, se si chiede un permesso speciale, a volte è concesso anche in altre occasioni.

Peggio per loro.

Secondo i miei calcoli io dovrei finire entro stasera, anche grazie all'aiuto di Axel e Victor.
Effettivamente, mi hanno risparmiato varie ore di lavoro.

Dovrei ringraziarli, forse..

Scaccio questi pensieri assurdi e mi metto a lavoro.

Sistemo i libri sui relativi scaffali, spolvero le tende e le poltrone; intanto la luce del giorno lascia il posto alla luce del tramonto.

Il parco è ancora come stamani.

Non finiranno mai, al contrario mio.
Ho finito in due giorni.

Dovrò andare a consegnare le chiavi al preside Rufius ma, prima vorrei leggere qualcosa.

Sono in una biblioteca immensa, con centinaia di volume di ogni genere.

Il mio sogno.
Il mio paradiso.
Sono una lettrice scatenata.

Amo leggere, sognare quelle storie meravigliose che mi permettono di scappare da qui, di sognare ad occhi aperti.
Di dimenticare la mia vita.

Mentre sistemavo, ho notato un volume interessante di Arthur Conan Doyle: "Il mastino dei Baskerville" l'edizione del 1902.

Una prima edizione.

Cavolo.

Se solo tutti sapessero che cosa si nasconde qui dentro.

Questo volume è rarissimo.
Non so neanche quanto possa valere, ma sicuramente parecchio.

Delicatamente, lo prendo e mi avvio verso un divanetto accanto al camino spento, dove mi sistemo comoda.
Apro il libro e comincio a leggere.

Never Give UpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora