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Per i successivi due mesi mi attenni rigidamente alle regole imposte da Katherine, anche grazie al prezioso aiuto di Victor.

Mi ricordava di mangiare, si preoccupava che non avessi ferite nuove, faceva boxe con me.
Era diventato il mio sacco da boxe personale.

Andavo a lezione, studiavo.
Mi stavo rimettendo in sesto.

Quando, alla prima visita dopo la mia decisione di tornare a stare bene, vidi quel 38 sulla bilancia, pensai di rinunciare, di lasciarmi andare finché non avessi raggiunto William.

Poi mi tornarono in mente le ultime parole che mi aveva rivolto, prima di morire:

"Resterò con te."

Lui era con me.
Non dovevo andare da nessuna parte.

Potevo farcela.
Passo dopo passo avrei ripreso in mano la mia vita.

Potevo farcela e ce l'avrei fatta.

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Sul fronte Axel, dopo quel bacio in giardino, ci invertimmo i ruoli.

Se prima era lui ad evitare me, adesso ero io ad evitare lui.

E il povero Victor sempre in mezzo.
Ma gliene ero grata.

Era il primo vero amico che avevo da anni, la prima persona di cui sentivo di potermi fidare.

Con Axel non ci vedevamo ai pasti, alle lezioni evitavo di guardarlo, in camera tornavo al limite del coprifuoco con la scusa di studiare fino a tardi.

Il preside mi aveva acconsentito l'accesso libero alla biblioteca, a patto che mi impegnassi seriamente nella mia riabilitazione.

E, fino ad ora, ci avevo messo tutta l'anima.

Era in quel luogo pieno di libri che passavo il mio tempo, evitando di incrociare Axel.

Dopo quell'incontro in biblioteca, quando era nata per la prima volta la bolla, lui non ci era più venuto, e io ne ero contenta.

Era diventato il mio magico posto per scappare, per non restare costantemente nel mondo reale.

La mia reputazione da Regina di Ghiaccio si stava velocemente frantumando in tanti minuscoli coriandoli: la storia del bacio fra me e il nobile inglese, unito all'autolesionismo, alla notizia della possibile anoressia e alla rivelazione che ero orfana, pur non essendo trapelati i dettagli dell'incidente, mi avevano distrutto la maschera costruita con tanta cura durante la mia permanenza.

Adesso tutti conoscevano i motivi dei miei scatti d'ira e della mia ostilità verso chiunque, ma gli sguardi non erano diminuiti, bensì aumentati.

Ero la damigella in attesa del cavaliere, secondo loro.

Ma quale damigella?
Mi salvo da sola, grazie.

Non rivolgevo la parola a nessuno, come di consueto, ma era meno raro vedermi con il sorriso sulle labbra, soprattutto vicino a Victor.

Molti studenti sospettavano che avessi baciato il nobile per poi fregarmi il migliore amico, nonché cugino, ma io e lui avevamo messo bene in chiaro la situazione fra noi.

La notte che decisi di ricominciare, una volta usciti dalla biblioteca, presi Victor da parte e chiesi conferma di quello che avevo sentito dire da Axel alla Hunter.

Lui poté confermare solo che l'amico era innamorato di me, ma non se la sentì di rivelarmi tutto.

Però, ripensando alle sue attenzioni, mi venne un dubbio: mica era innamorato anche lui?

Non mi sono mai reputata bella, ancora meno in quel momento, ma volevo mettere bene in chiaro alcune cose prima di cominciare a faticare per risalire il baratro in cui mi ero gettata a capofitto.

Per tutta risposta lui si mise a ridere e mi disse che mi considerava una sorella.

Sospirai di sollievo.

Non ero arrivata al punto da considerarlo mio fratello, ma un amico speciale e prezioso senza ombra di dubbio.

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Avevo fatto pace anche con Veronica.

Pochi giorni dopo aver chiarito con Victor, sotto suo consiglio, andai da lei e mi scusai per ciò che avevo detto in giardino e per non averlo fatto prima.

Secondo lui, per risalire dal baratro in cui ero finita, dovevo trovare qualcuno a cui aggrapparmi in caso di ricaduta.
E se, per qualunque motivo, Victor non fosse stato presente in un momento difficile, voleva essere sicuro che avessi qualcun'altro vicino.

Penso che Victor sperasse che scegliessi Axel, ma invece scelsi Veronica.

Dopotutto, lei era stata la prima con cui avevo parlato dell'incidente, la prima che mi aveva capita, anche se solo in parte, la prima che aveva saputo dei miei problemi.

Era naturale scegliere lei.

Perciò, per ora, le cose sembravano andare piuttosto bene: stavo riprendendo tono muscolare e qualche chilo, non mi ferivo più, i miei voti erano quasi perfetti e avevo due amici meravigliosi che mi sostenevano come due fratelli.

Sembrava andare bene.
Sembrava.

Non avevo idea di quanto potesse essere difficile rimanere a galla con un masso attaccato alla caviglia.

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Serenity sta risalendo dal baratro, anche grazie al prezioso aiuto di Victor e Veronica.

Ma riuscirà davvero a tornare in cima, o i sensi di colpa saranno troppi pesanti da distruggerla?

Kiss Kiss
Areshadow 🖤

Never Give UpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora