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Usciamo nel corridoio vuoto.

Siamo in ritardo.

Molti studenti sono già nel salone delle feste, probabilmente anche Axel e Victor.

E pure Adamina.
L'idea di incontrarla di nuovo mi agita.

Durante i giorni in cui è rimasta al castello, io e Axel abbiamo fatto in modo di evitarla il più possibile.

Non riuscivamo a scamparla soltanto a pranzo, quando sentivamo i suoi occhi su di noi dal tavolo degli insegnanti.

Raramente ci sono ospiti al castello ma, quando succede, vengono invitati a unirsi agli insegnanti durante i pasti, a eccezione di ragazzi o bambini, che possono unirsi ai fratelli che studiano qui.

Per l'occasione, Adamina sedette vicino al preside Rufius, il quale sembrò più rigido del solito.

Riscuotendomi dai miei pensieri, mi accorgo che fino al corridoio del salone non abbiamo incontrato nessuno ma, prima di entrare in quelle porte meravigliose, vedo la mano di Veronica tremare.

Gliela prendo e la stringo fra le mie.

- Sei bellissima Vero! Gli piacerai sicuramente. - le dico, sorridendo.

I suoi occhi emanano gratitudine.

- A inizio anno non avrei mai pensato che saresti stata tu a consolare me. - risponde Veronica, con un nascente e dolce sorriso sulle labbra.

Rido.
Quanto è vero.

Quanto sono cambiata in questi mesi.

Devo ancora lavorare molto: sento ancora il peso della colpa dell'incidente sul cuore, sento ancora la necessità di ferirmi, o di non mangiare.

Ma sto migliorando.
Non ne sento la necessità così spesso.

Non sento salire le lacrime ogni volta che penso a William, o Jake, o mamma o papà.

- Hai ragione. - rispondo - Sono cambiata e continuerò a cambiare. Ma tu non lasciarmi da sola, va bene? Anche quando andrai via, non abbandonarmi.

La guardo piena di paura.
Non voglio perderla.

Me ne sono resa conto solo in questi mesi ma lei, sin dall'inizio, è stata l'unica che mi capiva.

Sapeva del mio passato ma non ha mai fatto pressioni.

Non ha mai giudicato.
E, per questo, le devo tanto.

Veronica mi guarda, con la dolcezza di una sorella maggiore negli occhi.

- Mai. - mi dice - Sono la tua tutor, dopotutto. Sei sotto la mia responsabilità, Angel.

Sorrido a quel nomignolo tanto caro.

Tanto tempo fa ho raccontato a Veronica di come mi chiamava Will, ma lei, nonostante trovasse dolce quel nomignolo, non ha mai osato pronunciarlo davanti a me per paura di ferirmi.

Adesso, sentirmi chiamare ancora così mi riempie di gioia, come se William influenzasse chi ho intorno.

- Felice di esserlo, allora.

Con questa promessa sul cuore, la prendo per mano e mi avvio verso le porte aperte del salone.

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Serenity e Veronica stanno per entrare al ballo, dopo aver risolto i dubbi di entrambe.

Curiosi di sapere cosa succederà?

Seguite la storia e lo scoprirete.
A presto!

Kiss Kiss
Areshadow 🖤

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