Dormii profondamente e mi svegliai verso le nove del mattino. Abbastanza presto rispetto al solito. Indossai la vestaglia e scesi silenziosamente al primo piano per fare colazione con calma e tranquillità. Non mi guardai neanche allo specchio per darmi una sistemata. Non mi importava. Arrivata alla zona colazione/pranzo/cena, trovai lo chef preparare pancakes, frittelle e crêpes. Mi venne l'acquolina in bocca solamente alla visione di quelle delizie e a quel profumino fin troppo invitante. Mi sedetti e aspettai che le servisse. Lo chef si chiamava Kyle ed era sempre molto simpatico e gentile nei nostri confronti, non ci faceva mancare mai niente. Se vedeva che una di noi aveva qualcosa come un mal di pancia, mal di testa o nausea si armava di tisane e ce le portava con tanto di biscottini squisiti preparati da lui. Era bravissimo, una delle persone migliori che avessi mai conosciuto nella mia vita. Non sapevo se fosse sposato o se avesse una famiglia, lo vedevo sempre lavorare qui dalla mattina alla sera quindi forse la sua famiglia eravamo proprio noi. A noi però, non era concesso avere un rapporto amichevole con lui, e lui non poteva venire a vederci ballare o semplicemente darci dei consigli, però lo faceva lo stesso, attento agli occhi di Lucas che erano ovunque tramite le telecamere.
Mangiai una crêpes con la marmellata ai frutti di bosco e un pancakes con la Nutella, tanto per riprendere tutto ciò che non avevo mangiato il giorno precedente. A mano a mano le ragazze iniziavano a svegliarsi e venivano a fare colazione. Mi salutarono tutte con un bacio sulla guancia e un buongiorno sussurrato, forse perché ancora assonnate. Una ragazza con la quale non avevo stretto un legame stretto si sedette accanto a me, lei era Evelyn.
Evelyn aveva diciotto anni ed era bellissima.
Aveva i capelli lunghi marroni e degli occhioni azzurri come il mare. Il suo viso mi ricordava quello di una bambina ribelle, ma allo stesso tempo anche quello di una donna sensuale e provocante. Aveva un fisico mozzafiato, alta sicuramente più di me e snella nei punti giusti. Ma qui dentro tutte le ragazze erano splendide, su questo Lucas aveva del buon gusto. Evelyn mi raccontò la sua storia con un po' di imbarazzo e amarezza. Lei non scappò via di casa a differenza mia, l'abbandonarono a Lucas i suoi genitori quando aveva soli quindici anni, perché loro nonostante fossero benestanti non volevano condividere niente con lei. Per loro una figlia era un errore da rimediare e così se ne sbarazzarono. Mi disse che Lucas non la fece subito ballare perchè troppo piccola e che quindi la mise a fare le pulizie degli appartamenti quando le ragazze andavano a ballare al night. Continuava a ripetere di quanto fosse estenuante rendere tutto brillante, e che se c'era anche un solo filo di polvere, avrebbe dovuto pagare delle forti conseguenze come ad esempio rimanere senza cibo per due giorni o addirittura ripulire tutto quanto in un'ora massima di tempo. Quando non ce la faceva a rispettare una punizione veniva doppiamente punita con violenze fisiche da parte di uno dei bodyguard. Capivo dal suo sguardo che non riusciva a dimenticare tutto ciò che le era accaduto e che viveva sempre con il terrore che qualcuno le potesse fare del male. Non parlava molto con le altre, per questo non aveva voluto stringere un rapporto con me dall'inizio, era diffidente e temeva una pugnalata alle spalle da parte di chiunque. Dopo averla ascoltata e dopo averle raccontato la mia storia, mi strinse in un abbraccio e mi disse che se avevo bisogno di qualcosa potevo contare su di lei, e se ne andò in camera sua con aria contenta e sollevata a finire di leggere uno dei suoi libri preferiti. Guardai Kyle e lo ringraziai della colazione buonissima che ci aveva preparato, sparecchiando il mio posto e quello delle altre. Lui ringraziò me per il gesto e con un sorriso mi diressi verso camera mia per prendere i vestiti sporchi e portarli nella lavanderia, che si trovava nel seminterrato vicino al locale notturno.Presi i vestiti, scesi i due piani e nell'aprire la porta della lavanderia, un bodyguard mi prese per il braccio tirandomi indietro e facendomi rovesciare il cesto dei vestiti e iniziò a perquisirmi senza fiatare. Per farmi capire che ero apposto mi spinse verso la porta in modo brusco, al che, io mi girai con il sangue che stava ribollendo nelle vene e gli dissi con tono furioso: "ci sono modi e modi di trattare una donna, impara il primo, essere gentile. E sai, hai anche una bocca per parlare, la prossima volta mi dici che devi perquisirmi e quando hai finito mi dici che sono apposto! Maleducato.". Raccolsi i vestiti caduti per terra ed entrai nella lavanderia con lo sguardo allibito ancora puntato addosso del gigante scortese. Pensai a che modi potessero essere state educate e istruite alcune persone, i miei genitori se pur assenti la metà delle volte mi avevano insegnato a trattare sempre bene il prossimo, anche se loro, a me, non trattavano bene.
Feci la lavatrice e la centrifuga per poi stendere il bucato sullo stendino e spostarlo accanto ad uno dei termosifoni presenti nella stanza, così potevano asciugarsi prima. Profumavano di vaniglia e di pulito, non smettevo di annusarli. Tutto d'un tratto mentre ero seduta a gambe incrociate vicino alla biancheria pulita vedo entrare Lexy spaventata e con il fiatone, chiuse con uno stendino la porta e scivolò per terra stringendosi in se stessa, non si era accorta della mia presenza. Mi avvicinai piano e le chiesi perplessa cosa stesse succedendo."Al...ally, scusa non mi ero accorta che ci fossi anche tu. C'è Lucas che ti sta cercando per tutto l'appartamento e se l'è presa con me inseguendomi e lanciandomi oggetti perché diceva che ti stavo nascondendo, non ha visto che stavo venendo qua, ma se viene e ci trova penserà che davvero io ti stia nascondendo". Disse tutto d'un colpo con le lacrime pronte ad uscirle dagli occhi.
Non potevo rimanere qui dentro insieme a lei, non volevo le facesse ancora del male, allora lasciai i miei vestiti ad asciugarsi ed uscii dicendole di stare in silenzio e smetterla di piangere. Appena uscita dalla lavanderia mi accorsi che non c'era più quel bodyguard maleducato, ecco perché Lexy era riuscita ad entrare così velocemente senza essere prima perquisita. Andai al piano di sopra con il cuore che batteva a mille e sentii Lucas sbraitare e inveire contro chiunque si trovasse davanti.
"Dove cazzo è quella puttana? Ditemi dove cazzo si trova Allyson!" Queste erano le parole che continuava a ripetere.
Mi feci coraggio e dopo un lungo sospiro raggiunsi il luogo da dove preveniva la sua voce, il bagno del suo piano.
"Mi stavi cercando?" Dissi con aria di una che non si faceva intimorire da nessuno, ma in realtà stavo per farmela addosso dalla paura.
Mi guardò con aria furiosa e si scagliò contro di me fino a sbattermi contro un muro. Non poteva rifare ciò che mi aveva fatto la stessa sera, mi dimenai in tutti i modi possibili ma non c'era verso di liberarmi dalla sua presa, così iniziai ad urlare più forte che potevo, quella volta la voce non mi mancava. Mi tappò la bocca e mi disse di calmarmi che non voleva farmi del male ma solo parlare. Lasciò la presa e mi condusse nel suo ufficio. Chiuse a chiave la porta e mi fece accomodare. Non riuscivo a guardarlo in faccia, avevo solo una tremenda paura che potesse violentarmi una seconda volta. Mi strinsi nelle spalle e guardai le mie ginocchia tremanti.
"Allyson guardami. Non volevo ferirti l'altra sera, se avessi saputo che tu eri vergine, non ti avrei mai toccata! Neanche con un dito. Non sono un animale anche se ho dimostrato di esserlo. Ti chiedo umilmente perdono. Mi sono ingelosito nel vederti parlare con quel signore, non so perchè, così come non so perchè ho reagito in quella maniera, non mi era mai successo con nessuna prima di te." Deglutii e si alzò in piedi.
Pensava di farmi pena? Pensava che delle semplici scuse potessero cancellare il dolore inflittomi? Lo guardai dritto negli occhi e gli sputai come veleno tutto ciò che pensavo in quel momento.
"Io non sono una tua proprietà che puoi prendere e possedere a tuo piacimento. Io sono umana, ho dei sentimenti e tu mi hai violata. Sei un mostro." Dissi sentendo gli occhi diventare lucidi.
Per alcuni secondi lui non disse niente, puntò solo lo sguardo verso di me e vidi una lacrima rigargli il volto.
"So che non mi perdonerai mai e che adesso mi odi, ma ti prometto che una cosa del genere non succederà più. Dimmi cosa posso fare per rimediare, vuoi che ti lasci una serata libera?". Non capivo se mi prendesse in giro. Ma come poteva pensare che una serata libera mi avrebbe ridato la mia verginità o la mia serenità nell'incontrare qualcuno e non avere paura?
"Cosa me ne faccio di una serata libera quando tu mi hai stuprata? Davvero credi che possa esserci qualcosa per farmi sentire bene e farmi dimenticare tutto?" Dissi carica di rabbia e senza nessuna lacrima, mi stupii di me stessa e di come riuscii ad affrontare il tutto senza scoppiare in un pianto devastante.
Lui non proferì parola, andò verso la porta, l'aprii e io me ne andai senza aggiungere nient altro, lasciandolo solo ai suoi patetici sensi di colpa.
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Salvata dalla strada - un destino a due facce.
Любовные романыCOMPLETA ///// NON GIUDICATE DAL TITOLO. Allyson ha una vita infernale, scappa di casa a quasi 18 anni per l'ennesimo litigio con la madre alcolizzata e il padre completamente assente. In cerca di un alloggio in cui stare, cerca su internet qualche...