Capitolo 26.

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Jace's pov.

Non so cosa cazzo mi sia saltato in mente quella notte, o meglio, in quel mattino.
La curiosità mi ha spinto a frugare fra le sue cose pur di trovare quel maledetto album.
Ero certo di trovare altri miei disegni, invece ho trovato solo un mucchio di ritratti delle sue amiche ed uno credo dei suoi genitori. In ognuno di essi c'era una piccola didascalia dove esprimeva ciò che provava per quelle determinate persone. Nel mio ritratto, però, non c'era scritto niente. Solamente il mio nome e la data della creazione.
Ci sono rimasto male, il perchè? Non lo so nemmeno io.
Sono consapevole di non essere una persona importante per lei, ma credevo che un briciolo di riconoscimento per me lo avesse.
Non posso dire di provare del sentimento nei suoi confronti, la considero sexy e se non fosse per la situazione in cui vive avrei già provato a scoparmela più volte.
"Lei non è come le altre" mi ricorda il mio subconscio.
È vero, sarei sicuramente tornato a cercarla dopo lo sfizio di una notte, una così non puoi togliertela dalla testa.
Ora come ora, non sono interessato ad avere una relazione, men che meno con una tipa del genere.
Sono abituato ad avere il controllo della situazione e lei non fa altro che mandare a puttane i miei buoni propositi ogni volta che mi guarda con quei fottuti occhi verdi.
Questa sera indossa un body di uno strano tessuto, le sta d'incanto e fa scatenare in me delle fantasie perverse che non credevo di avere.

"Oh ragazzino, qua si gioca. Non si sta sulle nuvole" dice con tono acceso un vecchio sulla sessantina che ha intenzione di rompermi i coglioni.
Lo guardo in faccia facendogli abbassare lo sguardo senza proferire parola. Il silenzio vale più di tutto.
Guardo il tavolo verde davanti a me e butto l'importo minimo da scommettere previsto dal regolamento.
All'entrata c'è un avviso con delle regole scritte a caratteri abbastanza grandi che sono obbligatorie da rispettare per chiunque abbia voglia di giocare a poker in questa zona clandestina.

Regola n.1
Nei tornei la somma minima da scommettere è di quattrocento dollari, chi non è disposto a tale cifra esca immediatamente dalla sala.

Regola n.2
Non si può fumare.

Regola n.3
Chi imbroglia e viene sorpreso sarà punito con l'esclusione definitiva dai tornei e dalle partite amichevoli. Pagando inoltre una multa di tremila dollari.

Siamo in 5 pronti a sfidarci pur di vincere quei soldi.
Gioco dall'età di quattordici anni, so a cosa vado incontro.
Fin da ragazzino avevo a che fare con i giri di mio zio Mike, è da lì che mi sono appassionato al gioco d'azzardo imparando tecniche astute.
Ho perso molte volte e vinto altrettanto.
Il poker è più una scappatoia per tenere la mente occupata dai pensieri che mi tormentano che una stupida dipendenza come invece hanno questi vecchi malati.
I soldi non mi interessano molto, cerco di guadagnarne per aiutare in casa pagando le bollette e togliermi qualche sfizio che mi passa per la testa. Non ho mai scommesso cose di grande valore come la macchina o la casa.
Ho visto persone giocarsi tutto pur di vincere e invece hanno perso miseramente perdendo così anche quel poco di dignità che gli restava.

Un signore conta che i soldi siano precisi.
"Sono giusti, possiamo iniziare"
Esclama convertendoli in fiches. Le distribuisce ad ognuno di noi e poi mescola per bene il mazzo di carte e ne espone tre al centro del banco.
"Mm" penso fra me e me in attesa di ricevere le mie due carte.
Il vecchio bastardo di prima sorride come se avesse già in pugno la situazione.
Lo guardo come a dirgli di abbassare le ali ma continua ad avere quel ghigno malefico sulla faccia.
È l'unico che temo, degli altri non mi interessa.
Non mi sembrano abbastanza astuti da vincere.

Ragazze questo capitolo non è terminato. Lo continuerò lunedì sera e lo pubblicherò durante la notte perchè è abbastanza difficile descrivere le sensazioni della partita!. Lo pubblico solo per poter pubblicare i successivi capitoli date le richieste nei messaggi.

Salvata dalla strada - un destino a due facce.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora