Capitolo 34.

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Arrivo a casa e non trovo nessuno.
Le persiane sono serrate e ad illuminare il soggiorno sono dei piccoli raggi di sole che filtrano dalle fessure.
Poso le chiavi della macchina sul tavolo, accendo la luce e vedo che è tutto in ordine.
Strano, solitamente sono io che lavo i piatti sporchi.

"Zio?" - "zio ci sei?" Urlo aspettandomi una sua risposta.

Da un lato sono contento che non ci sia, evito di rispondere a domande sul perché io sia brillo alle due del pomeriggio ed evito domande sulla situazione del night. Non ne voglio sapere per un po'.
Ma d'altro canto sono preoccupato, non esce mai senza lasciare un biglietto o un sms.

Mi sdraio sulla poltrona malconcia color viola che mio zio si ostina a tenere e accendo la televisione.
Non trasmettono mai un film decente o un qualcosa che possa intrattenermi.
Faccio un po' di zapping e mi ritrovo il telegiornale, provo a cambiare canale ma il telecomando ha smesso di funzionare, mi soffermo quindi contro voglia per sentire se le solite tragiche notizie si sono attenuate.

"Vi supplico aiutateci a trovare la nostra bambina, pensavamo fosse scappata come al suo solito ma ormai manca da un anno.
Allyson se ci stai ascoltando, torna ti prego. Risolveremo tutto"
mi sale il cuore in gola.

"Perciò se qualcuno avesse notizie di Allyson Fairchild o l'avesse vista, chiami immediatamente al numero che adesso faremo vedere" conclude la giornalista mostrando la foto e il numero in cui rivolgersi. La foto che la ritrae è diversa dalla realtà.
Ha il viso pulito senza nemmeno un accenno di trucco, una folta chioma biondina lunga e degli occhi verdi che sembrano smeraldi.

Quelli che vedo riflettere nello schermo della televisione sono i genitori di Allyson.
Sua madre è identica a lei, una bellissima signora sulla quarantina ben curata.
Suo padre invece è leggermente più vecchio, capelli neri corti e occhi verdi, simili a quelli di Ally.
Il loro sguardo è spento, cupo.
Sono disperati e sicuramente pentiti di tutto l'affetto che hanno fatto mancare alla loro piccola ed unica figlia.
Vorrei poter chiamare il numero che hanno lasciato e dire che è in pericolo, che soffre ogni giorno, che ha bisogno di aiuto. Ma non posso cazzo, non posso.
Se solo chiamassi per avvertire qualcuno finirei io stesso nella merda, facendoci finire anche mio zio e le persone che ieri ci hanno aiutato a salvare Ally dalla morte.
Fanculo, ci deve essere uno stra maledetto modo per portarla in salvo.

Scaglio una lampada per terra dalla rabbia.
La vedo distruggersi in mille piccoli pezzettini.
Non mi basta, lancio un vaso in ceramica contenente dei fiori e poi una cornice, ma a primo colpo non noto che è quella dei miei genitori.
Il rumore del vetro fa un rumore fastidioso.
Mi accascio per terra e prendo in mano la fotografia che ritrae il matrimonio di mamma e papà, ci sono anche io ma sono piccolo, avevo solo 3 anni nel 1998.
Non ricordo molto di quel giorno, è come se non avessi partecipato data la mia tenera età.
Dall'espressione dei miei genitori dev'essere stato un giorno davvero meraviglioso, quanto vorrei poter andare indietro nel tempo e vedere con gli occhi di ora il sorriso luminoso di mio padre e gli occhi innamorati di mia madre.
Capirei cos'è il vero amore.
E loro, di amore, ne provavano tanto.
Una dolce lacrima mi riga il volto dalla gioia.
L'asciugo e mi rialzo in piedi ripulendo il casino fatto sperando che Mike non si accorga di nulla.

Devo trovare un modo, uno soltanto per portarla fuori di lì senza ripercussioni su nessuno.
Una volta fuori possiamo recarci dalla polizia e liberare anche le altre ragazze.
Così capirebbero che io non sono uno di loro, uno che si è pentito e ha fatto la spia.
Capirebbero che sono un infiltrato.
Uno che voleva semplicemente aiutarla e che poi si è innamorato di lei.
Ho bisogno di pensare attentamente ad ogni minimo particolare e mi riesce bene solamente sotto una doccia calda.
Vado al piano di sopra, prendo dei vestiti puliti dalla mia camera e poi scendo nuovamente per andare in bagno.
Apro l'acqua della doccia impostandola sulla gradazione bollente. Aspetto pochi secondi e poi mi ci immergo dentro.
Rilasso i muscoli e i nervi che erano andati su di giri prima.
Con dello shampoo alle aloe mi detergo i capelli trasformandoli in un ammasso di schiuma.
Sciacquo e rifaccio la stessa cosa per una seconda volta.
Mi massaggio il collo con dei movimenti rotatori e poi mi passo il bagnoschiuma su tutto il corpo.
È al muschio bianco e il profumo è uno di quelli che mi piacciono di più.
Chiudo l'acqua, strizzo i capelli e indosso l'accappatoio uscendo poi dalla doccia.

Cazzo,  fa davvero freddissimo, mi sono dimenticato di accendere il riscaldamento.
In un rapido movimento vado nel corridoio e clicco sul pulsante che serve ad impostare l'orario dei termosifoni.

Di solito li teniamo accesi solamente durante il pomeriggio dalle due alle sei perché costano troppo e non possiamo permetterci spese abbondanti a fine mese.
La notte quando cala il gelo, soprattutto in giornate come queste, ci armiamo di coperte pesanti e di borse dell'acqua calda per tenerci al caldo, anche se molte volte falliamo miseramente sentendo molto freddo.
Abbiamo provato a comprare quelle stufette che si attaccano alla corrente, e a dirla tutta riscaldavano anche abbastanza però poi le bollette erano salate e di conseguenza per non tenerle inutilizzate l'abbiamo vendute a prezzi modici, guadagnandoci anche qualcosina.

Torno in bagno, mi asciugo, mi vesto e preparo il materiale per farmi la barba.
È da settimane che non me la faccio ed è cresciuta anche troppo facendomi stonare i lineamenti del viso.
Spalmo la schiuma sul mento e sulle guance.
Con il rasoio vado a togliere i peli in maniera precisa stando attento a non tagliarmi.
Le lamette sono consumate ed e ora che qualcuno vada a comprarle.

"Jace sei in casa?"  Urla mio zio sbattendo la porta dell'ingresso.

"Si sono in bagno"  esclamo a voce alta per farmi sentire.

"Dopo vieni in cucina che dobbiamo parlare". Il suo tono è serio e la cosa mi preoccupa.

"Dammi 5 minuti."  Mi rado velocemente per andare a sapere subito di cosa si tratta. Sistemo il lavandino, ripongo di nuovo il tubetto della schiuma nell'armadietto e il rasoio lo metto in uno dei cassetti sotto lo specchio.

"Eccomi" è seduto su una delle sedie della cucina mentre con le dita fa un ticchettio fastidioso sul tavolo.

"Cos'hai fatto ieri sera?" Chiede a denti stretti. Avverto tensione nell'aria.

"Ero al night con Allyson mi hai visto anche tu." Ammetto aprendo il frigo e prendendo una bottiglia di thè freddo.

"No Jace, dopo che io me ne sono andato. Cos'hai fatto a Lucas?" Urla sbattendo i pugni e in uno scatto si alza in piedi rimanendo con i pugni stretti.

Deglutisco a fatica e a sguardo basso rispondo raccontando dell'accaduto.

"Porca puttana Jonathan Christopher, che cazzo ti è saltato in mente?! Adesso siamo banditi dal night! Come cazzo la tiriamo fuori? Sei un coglione!" Quelle parole mi feriscono, ma so che ha ragione.

Adesso la strada per liberarla ricomincia da zero, dobbiamo trovare un altro piano per farla uscire. Non che quelli ideati prima siano stati eccellenti, anzi.

"Sistemerò tutto" affermo con una sicurezza che ci sta poco a svanire e vado in camera mia.

Non posso sopportare lo sguardo deluso di mio zio aprirmi in due. So quanto a cuore gli stia la situazione di Allyson e quindi capisco la sua disapprovazione per ciò che ho fatto a quel bastardo di Lucas.
Ma vedere quel ghigno sul suo volto mentre Allyson era stesa in fin di vita sul pavimento freddo del seminterrato mi ha fatto perdere le staffe.
Quando inizio a picchiare qualcuno perdo il controllo, è come se un demone si insediasse dentro di me prendendo in mano le redini della situazione.
Ho rischiato di finire in galera molte volte per le risse clandestine andate a finire male ma questo non mi ha mai fermato dal continuare a farle.

Mi stendo sul letto posizionando in maniera comoda il cuscino e inizio a giocherellare con un braccialetto che tengo al polso come porta fortuna, era di mia madre.
Lo lancio in alto un paio di volte fino a quando non sento le palpebre stanche.
Effettivamente ho dormito poco data la nottataccia passata con l'ansia a controllare che Ally fosse viva e non morisse nel sonno.
Chiudo gli occhi e piano mi addormento.

Salvata dalla strada - un destino a due facce.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora