Capitolo 42.

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Allyson's pov.

Io e Jace abbiamo trascorso una giornata meravigliosa a girovagare per il museo.
Conoscevo quasi ogni quadro e sapere le tecniche adottate dai pittori mi faceva sentire intelligente e acculturata. Forse ho parlato un po' troppo spiegando ogni cosa nei minimi dettagli, però mi sono divertita da morire, lui un po' meno, ma diceva di essere contento solamente per il fatto di starmi accanto, ed io, non posso che apprezzare tale gesto.
Si è subito tre ore di una materia che non conosce affatto e che neanche capisce.
Chi mai lo farebbe? Avrebbe potuto prendere e andare a farsi un giro, invece è rimasto fino alla fine solo per vedere la felicità che tanto aspettava, nei miei occhi.
Non riesco ancora a credere che per me si sia inginocchiato davanti ad una infinità di persone, e che si sia scusato.
Cioè, parliamo sempre dello stesso Jonathan Christopher Harondale? Che fine ha fatto lo stronzo che metteva il suo orgoglio davanti a tutti?
Mentre ci penso sorrido.

"Ally, prima di andare in qualche hotel, ti va di mangiare qualcosa?" Chiede indicandomi il McDonald's sul fondo della strada.

"Oh si, ho una fame da matti!". È da un anno che non mangio un mc chicken con quella buonissima maionese all'interno. Ho già l'acquolina in bocca al solo pensiero di mordere quella delizia.

Mentre ci incamminiamo veniamo travolti da un insistente pioggia improvvisa che inizia a bagnarci.
Per nostra grazia, il fastfood si trova solo a pochi passi da noi.

"Che ne dici di fare una corsetta?"

"Chi arriva per primo vince?" Chiedo con aria di sfida.

Sono molto veloce, ho già la vittoria in tasca.

"Cosa vince?" Domanda divertito dalla mia proposta al quanto buffa.

"Se vinco io offri tu, se vinci tu, offro io." - "ci stai?"

"Ci sto" mi stringe la mano come per un patteggiamento e poi urla "tre, due, uno...via!"

Nemmeno cinque metri dopo vedo Jace rotolare per terra.
Non riesco a trattenere le risate e gli porgo il braccio per farlo rialzare.

"Stai bene?" Sghignazzo coprendomi la bocca.

"È colpa del pavimento bagnato" dice mentre strofina le mani fra di loro per non so quale motivo.

"Sono tutte scusanti, sapevi di perdere e hai inscenato questa falsa." Rido da aver mal di pancia e lo rialzo.

"Ti avrei battuta con due minuti di vantaggio, eri lentissima" Si alza e si pulisce i jeans sporchi dalla ghiaia del marciapiede, che ormai sono già macchiati.

Effettivamente credevo di essere molto più veloce di lui, invece mi ha sorpresa superandomi come se per lui fosse una camminata a passo veloce. Assurdo.

"Beh.. forse è meglio se camminiamo, non vorrei che tu cadessi come un pero un'altra volta" lo spingo scherzosamente e lui mi tira un'occhiataccia e riprende a correre lasciandomi indietro.

"Non vale così, sei uno stronzo!" Uso tutte le mie forze e lo raggiungo saltandogli sulla schiena come un koala.

Salvata dalla strada - un destino a due facce.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora