Capitolo 45.

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Allyson's pov.

"Mi dispiace" è tutto ciò che è riuscita a dirmi.
Pensavo che, in questo anno trascorso senza di me, avrebbe capito che una figlia è un dono di Dio.
L'unica persona che amerà la propria madre sempre, in maniera incondizionata, nonostante l'odio proclamato, le urla, i malintesi e le sofferenze.
Ma adesso, dopo essere tornata, e dopo averle spiegato ciò che mi è successo e vedere che lei non ha mosso un dito, come posso continuare ad amarla?
Si è spento in me anche l'ultimo briciolo di speranza che lasciavo nel cuore, sperando che cambiasse.
Che diventasse una persona migliore, una madre migliore.
Che stupida che sono. Cerco sempre il buono anche in chi non ha altro che cattiveria e indifferenza che scorre nelle vene al posto del sangue.
Adesso vorrei sentire la voce di mio padre, lui lo so che sarebbe contento di vedermi, di sapere che sono viva, che sto bene.
Se così non fosse, sarebbe completamente sparito dopo essersi separato da Clarice, invece ha continuato a chiedere mie notizie. Ciò mi fa sentire un attimo meglio.
Salgo le scale e prima di varcare la soglia di camera mia conto fino a tre.
Ok, uno, due, tre, apro la porta.
Il mio profumo preferito mi riempie le narici. Lo inspiro profondamente e mi rilasso.
È rimasta uguale: le pareti rosa, il letto sfatto, la sedia spostata, i mille fogli accartocciati per terra.
L'unica cosa che manca qui dentro, è la mia presenza.
Nessuno è entrato per dare una pulita, per toccare i miei vestiti e ricordarsi com'ero io mentre li indossavo.
Nessuno è entrato per curiosare nel mio album da disegno vecchio, pieno di ritratti dei volti delle persone che vivono qui intorno.
Nessuno ha provato a sedersi sul mio letto, per provare a pensare a cosa mi passasse per la mente in tutti quei giorni in cui piangevo e l'unico posto che consideravo sicuro, era proprio sotto il piumone.
Chiusa da un anno e qualche giorno, e con lei, sono rimasta chiusa anche io.
Chi devo ringraziare per tutto questo? Per una vita che mi è stata strappata fin da bambina?
Con chi devo scusarmi per non essere stata abbastanza forte da sopportare tutto ciò che mi ha portata a fuggire lontano?.

"Allyson"

Mi volto e vedo Jace appoggiato allo stipite della porta che mi fissa. Si è tolto le scarpe e il chiodo in pelle rimanendo con la sua solita t-shirt bianca.
Gli faccio segno di sedersi accanto a me sul mio letto matrimoniale e mi sposto di poco.

"E così ora hai visto anche il posto in cui vivevo prima del night. Questa era il mio rifugio, ora invece non mi fa più sentire protetta" dico a denti stretti trattenendo le lacrime. La gola mi brucia, ma non posso crollare di nuovo. Basta.

"Questa sarà sempre il tuo posto. Ally, non è cambiato niente." Dice spostandosi e inginocchiandosi davanti a me.

È talmente bello con il suo sguardo serio, che vorrei perdermi in lui dimenticando tutto il resto.

"Jace, fai l'amore con me. Ti prego" lo supplico guardando attentamente ogni suo movimento.

Ho bisogno di sentire il suo corpo sopra di me.
Il suo cuore che pulsa all'impazzata contro il mio.
I nostri respiri affannati e i nostri profumi mescolati che regalano una fragranza unica.

"Allyson ma di sotto c'è.." Non gli lascio finire la frase che gli metto l'indice davanti alla bocca per farlo zittire.

"Chiudi la porta" gli ordino e lui fa ciò che gli ho imposto.

Accendo la piccola abat-jour a forma di pietra rosa brillantinata e giro la rotellina fino a far uscire una luce soffusa. Voglio sia speciale la nostra prima volta.

Salvata dalla strada - un destino a due facce.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora