Capitolo 23.

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Allyson's pov.

Lasciami!" - "ti ho detto di lasciarmi" Urlo esasperata con le lacrime agli occhi.

"Lo sai che non devi urlare!" Ribatte con tono ancora più alto tirandomi i capelli, per poco non me li stacca.

"Devi stare zitta, finirà presto"

Mi inietta qualcosa nel braccio e lentamente perdo la capacità di muovermi e di parlare.
Provo in tutti i modi a chiamare aiuto ma la voce mi si spezza in gola. Sto vivendo un incubo.
Mi apre le gambe con una mano e con l'altra inizia a toccarsi da solo.

"Oh Allyson quanto mi piaci" sussurra in preda all'eccitazione. Se potessi vomiterei.

Si avvicina e all'improvviso sento un dolore lancinante provenire dal basso ventre. Continua a muoversi avanti e indietro con foga. È insopportabile, le lacrime continuano a scorrere. Guardo la porta sperando che qualcuno entri da un momento all'altro per salvarmi. Non entra nessuno e io non riesco più a sopportare questo dolore.

"Non piangere bambina mia, non ti piace?" Mi asciuga le guance bagnate.
Si muove sempre più forte per circa dieci minuti leccandomi le labbra. Sono disgustata.
Il suo viso è rosso paonazzo dai movimenti veloci, le vene sono ingrossate e ben più visibili sul collo e sulla fronte.
Vorrei poter scappare in qualche modo ma non ce la faccio, è come se fossi totalmente incollata a questo schifoso letto.
Ansima e si accascia a peso morto su di me, per poco non mi fa mancare il respiro.

"Sei stata bravissima" mi dice come se avessi fatto qualcosa per lui. Mi tira un leggero schiaffo e si alza.
Va verso il bagno lasciandomi nuda, spogliata da tutto.
L'acqua della doccia comincia a scorrere e io continuo a rimanere paralizzata. Tra quanto svanisce l'effetto? Ma soprattutto, svanirà?.
Mi sembra di rivivere quei momenti dove da bambina mi capitava la paralisi del sonno. Il cervello si sveglia due minuti in anticipo e il corpo non reagisce agli stimoli provocandoti un grande senso d'ansia, ti sembra che stai per morire. Alcune persone hanno anche le allucinazioni.
Io mi sento così in questo istante, morta.
Perché continua a farmi questo? Cos'ho fatto di male da meritarmi una tale crudeltà? Penso dentro di me fissando il soffitto.

La porta si apre piano. È Isabèl.

"Allyson cosa ti ha fatto???"
Mi giro a guardarla facendole capire che non posso reagire. Lei guarda attorno per controllare che non ci sia nessuno.

"Adesso ti porto via da qui" Prova a sollevarmi ma non ce la fa.

"Devo chiamare aiuto". Aggiunge in panico con gli occhi lucidi.

Vorrei dirle di non chiamare nessuno, che questo prima o poi passerà, ma non capisce il mio sguardo e chiude la porta andandosene via. Non la sento scendere le scale ma aprire un'altra porta. L'ufficio.
Lucas sta cantando una canzone che non conosco quindi non può sentire i rumori esterni, spero.
Per lui è facile, mi violenta e poi si libera dei sensi di colpa lavandosi.
Cosa pensa? Che l'acqua possa eliminare le schifezze che fa? Si sbaglia. Pagherà per tutto. Appena trovo la maniera giuro su Dio che subirà tutto ciò che sto subendo io.
Non ho mai augurato la morte a nessuno, perché i miei genitori mi hanno insegnato che il male non si deve mai dedicare, ma a lui dedico le peggio sofferenze. Non merita di stare al mondo. Deve marcire all'inferno.

Si riapre la porta.
"Allyson ho chiamato Mike, adesso avverte Jace e viene ad aiutarci ok?. Stai tranquilla ti prego" mi stringe la mano e piange.

Salvata dalla strada - un destino a due facce.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora