1 Settembre 2003
Hermione's p.o.v.
«Granger. Vedo che non hai perso l'abitudine di scorrazzare per il castello in piena notte.»
Malfoy sogghigna, le sue mani sulle mie spalle, dove mi ha afferrata per arrestare la mia caduta. Nella scarsa luce del corridoio, i suoi occhi sembrano quasi neri. Il mio sguardo si sposta da essi alle sue labbra, alla cicatrice sulla mascella, alle ciocche bionde sfuggite alla treccia.
Mi accorgo di avere le mani appoggiate al suo petto. Mi accorgo che sotto i miei palmi c'è una muscolatura soda. Mentre le ritraggo di scatto, mi ritrovo a pensare che le vesti da professore evidentemente non rendono giustizia al suo fisico, facendolo apparire più gracile di quello che è. Quasi subito, blocco quei pensieri, domandandomi se sono impazzita.
Mi raddrizzo, facendo un passo indietro e sottraendomi alla presa sulle spalle.
«Primo, non sto scorrazzando. Secondo, non è piena notte, sono a malapena le undici. Terzo, sei in giro anche tu.
Quarto, per tua informazione Malfoy, come insegnante ho il diritto di andare dove mi pare e quando mi pare.»
Sollevo il mento, sfidandolo a contraddirmi.
«Ovvero, finalmente non hai più bisogno di piegare le regole al tuo volere, per poter fare quel che ti pare. Non che la tua immagine di perfettina ne sia mai venuta fuori danneggiata.»
Inspiro per replicare, ma lui si china su di me, solleticandomi l'orecchio con la sua barba.
«Ora che Potter e Weasley non vivono più qui, hai bisogno di nuovi compagni di giochi, mmh?» mormora, con un tono così allusivo che sento brividi corrermi lungo la spina dorsale e, con mio sommo imbarazzo, i capezzoli indurirsi.
Devo aver esagerato col whisky incendiario.
Lo spingo indietro.
«Bada, Malfoy...»
«A proposito, dov'è il nostro genio del Quidditch, Weasley King?» mi interrompe lui. «Non eravate tutti pucci-pucci?»
«Non sono affari che ti riguardano» rispondo, così bruscamente che lui sogghigna di nuovo.
«Ah-ha, c'è maretta in paradiso.» La bocca di Malfoy prende una piega soddisfatta. È così stronzo da essere contento quando gli altri hanno dei problemi? Sì, indubbiamente.
«Che paradiso e paradiso? Devi aver preso più botte in testa di quel che pensassi.»
«Vedo che la lingua è sempre pronta. Peccato che tu non voglia utilizzarla per altri scopi che parlare a vanvera.»
«Piuttosto che usarla per lo scopo a cui pensi tu, io...»
Lui mi posa tre dita sulle labbra, impedendomi di finire la frase.
«Non dire cose di cui ti potrai pentire. Cosa faresti, se ti trovassi a desiderare di farlo?»
Arretro con la testa, per allontanarmi dalle sue dita e poter parlare.
«Figurati.»
«Vuoi scommettere, Granger?»
«Scommettere cosa?»
«Che riuscirò a farti desiderare di infilare quella lingua tagliente nella mia bocca.»
«Tu sogni, Malfoy. Se c'è qualcosa di tagliente che voglio infilare nella tua bocca, non è di sicuro una lingua.»
«Se sei così sicura di vincere, allora non dovresti avere problemi a scommettere.»
«E sentiamo, cosa vorresti ottenere da me, se vincessi tu?»
«Vediamo... dovresti fare per una giornata tutto quello che ti dico io, dall'alba al tramonto. Una giornata a mia scelta.»
«Non ci penso nemmeno.»
«Però se vinci tu, e mi sembri abbastanza sicura di vincere, potrai avere lo stesso: una giornata a tua scelta in cui farò tutto quello che vuoi.»
Mi immagino per un momento Draco Malfoy, orgoglioso erede della sua casata di Purosangue, in ginocchio a pulire il pavimento della cucina mentre gli elfi domestici guardano. Anzi, meglio: a pulire i bagni del castello.
La tentazione di accettare la scommessa è forte. In fondo, quando mai potrebbe venirmi il desiderio di baciare Malfoy? Con la lingua, poi?
«Quale sarebbe il termine di questa assurda sfida?»
«Sei tentata, Granger? Non è che in fondo in fondo vuoi che io divori quella boccuccia di rosa che ti ritrovi?»
«Non essere assurdo: se lo volessi, non sarei certo qui a scommettere il contrario, ti pare?»
«Ah no? E cosa faresti, se lo volessi, Granger?» La sua voce si abbassa di tono e lui mi spinge tra sé e la parete. Si avvicina, fino a sfiorare le mie vesti scure con le sue. Sento il cuore accelerare, di sicuro per la preoccupazione.
«M-mi prenderei quello che voglio. Ma è evidente che non voglio.»
Lo spingo via, facendo qualche passo verso il centro del corridoio. Mi rifiuto di prendere in considerazione le reazioni del mio corpo al contatto che ho appena reciso, copro il mio turbamento con una baldanza che non provo.
«Lo vorrai. Prima di Natale.»
«Come no. È meglio che tu vada a dormire, Malfoy. Sotto le lenzuola potrai chiamare i tuoi vaneggiamenti sogni e dar loro un senso.»
Lui sogghigna ancora.
Cosa mi prende? Cosa mi viene in mente di alludere al letto?
«Buonanotte, Malfoy» taglio corto, avviandomi lungo il corridoio verso le mie stanze. Sento il suo sguardo sulla schiena, bruciante.
Sono quasi alla porta del mio ufficio quando lo sento mormorare qualcosa.
Non ne sono sicura, ma credo che abbia detto "quelli come me non possono permetterseli, i sogni" e, forse, l'amarezza dietro queste parole mi turba più di qualsiasi altra cosa, in questa assurda, lunghissima serata.
** Spero che vi sia piaciuta questa "entrata nel vivo" :) **
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After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019
FanfictionSorride e quel sorriso è come un coltello rovente che mi ribalta le viscere. Capisco in questo momento che sono perduto, senza ritorno, senza redenzione. Che tutto il resto della mia esistenza sarà votato a ottenere un altro sorriso come questo, da...