3 Febbraio 2004
Draco's p.o.v.
La pioggia cade incessante e mi infradicia i vestiti e l'anima.
Non mi interessa.
C'è una cosa sola che conta, ed è quella di fare tutto ciò che è in mio potere per tenere al sicuro la donna che amo.
Fianco a fianco affrontiamo questi incappucciati che sembrano non finire mai, sembrano non volersi arrendere anche se gli Auror ed Hermione sono riusciti a pietrificare e a mettere al sicuro i loro capi. Anzi: è come se la cattura dei vertici li abbia resi più frenetici e combattivi... come se avesse fatto esplodere la loro rabbia e la loro frustrazione, ora che guardano in faccia la sconfitta. Ora che non hanno più niente da perdere.
Abbiamo trovato un ritmo, Hermione ed io. Lei si occupa di respingere gli assalti magici e io, con in mano una bacchetta rubata, difendo entrambi da quelli fisici.
Uno dopo l'altro, abbattiamo i puristi che ci si parano davanti, stordendoli e pietrificandoli mentre schiviamo incantesimi impazziti che volano tutt'intorno e maghi e streghe che scendono in picchiata a cavallo delle loro scope.
Sembra non finire mai, ma provo un'assurda sensazione di benessere.
Mi sento vivo, vivo mentre muovo i muscoli, vivo mentre faccio qualcosa di utile. Vivo, perché in questi istanti infiniti e concitati non mi sento un inutile spreco di spazio ma ho uno scopo, una funzione.
Vivo accanto a lei, bella e terrificante e così dannatamente abile che quasi esplodo d'amore e di orgoglio. Vivo, in quanto componente di questo meccanismo ben oliato che ci rende una cosa sola, al punto da farmi quasi dimenticare quanto io sia una nullità se comparato a lei.
Vivo al punto da restare stranito, quando finisce.
Quando gli ultimi incappucciati, circondati da uno stuolo di Auror, si rendono finalmente conto di aver perso e abbassano la bacchetta, è come se una sorta di pressione che mi teneva in piedi venga a mancare e barcollo in avanti.
È finita.
È finita e ora mi trovo a distogliere lo sguardo da Hermione per non mostrarle quanto mi pesi tornare a essere semplicemente Draco.
Lei mi stringe una mano sul braccio e le sue dita mi scottano attraverso la stoffa bagnata.
Sono costretto a guardarla, quando mi si piazza davanti. Non riesco a fermarla, quando si solleva in punta di piedi e appoggia le sue labbra alle mie. Non riesco a fermare l'ondata di emozione che mi liquefa i muscoli e mi ricopre la pelle di scariche elettriche.
Debole, ecco cosa sono, perché non sono in grado di impedire alle mie braccia di circondarla e alla mia bocca di rispondere al bacio. Non sono capace di non perdermi in lei ancora una volta.
Il vuoto al centro del mio petto pulsa d'amore e di dolore e per un lungo istante mi sembra quasi che si riempia di qualcosa che mi ero ripromesso di buttare via.
La speranza. Feroce, splendente speranza.
Forse non sono così inutile.
Forse ho davvero qualcosa da offrire al mondo magico... a Hermione. Fosse anche solo questa mia capacità di combattere, che gli anni passati in fuga mi hanno accumulato addosso.
I suoi occhi ridono, nonostante la stanchezza, quando incontrano i miei. E forse, forse anche i miei ridono un po'.
Poi è solo una confusione di ordini gridati, corpi pietrificati da spostare, vestiti da asciugare, nuove testimonianze da rendere.
Alla fine mi lasciano da solo in un ufficio, in attesa del via libera per andarmene.
Mi guardo intorno, domandandomi dove sia lei, se sia già tornata al castello o sia ancora qui, invischiata nei tentacoli della burocrazia.
L'ufficio è stato parzialmente danneggiato dalla battaglia e uno degli Aurors ha dovuto puntellare magicamente il soffitto in modo che non mi venga in testa, ma le pareti sono ancora piene di buchi. Almeno non piove dentro e mi hanno lasciato un set da tè. Dovrei essere esausto e abbacchiato in questa giornata grigia e piovosa, dopo il caos delle ultime ore e dopo essere stato usato e raggirato, eppure mi sento bene, come non mi sentivo da tanto tempo.
È come se combattere al fianco di Hermione e degli Aurors mi abbia permesso di riscattare le mie colpe e le mie mancanze.
Non solo ai loro occhi, ma anche ai miei.
Vuoi vedere che il vecchio Doge non ha tutti i torti?
Scaldo l'acqua per il tè con un incantesimo e, con la tazza tra le dita, mi avvicino alla finestra, guardando fuori il parco bagnato dalla pioggia, che porta i segni dei combattimenti: rami abbattuti, crateri, cespugli devastati. La natura però ha una magia tutta sua, e sono sicuro che nel giro di qualche mese tutta questa bruttura sarà svanita, coperta da nuovi virgulti e fiori colorati. Mi sembra un segnale positivo: è come se in qualche modo riuscissi a immedesimarmi nella resilienza del mondo vegetale.
È quando gli alberi sembrano oscillare davanti a me che mi rendo conto di essere completamente esausto. Due combattimenti e una notte insonne... è pesante perfino per me.
Individuo l'unica sedia ancora intera e mi ci lascio cadere di traverso, appoggiando la schiena al muro costellato di crepe e fori e sperando che non decida di collassare proprio ora, e farmi precipitare nella stanza adiacente. Beh, oddio, qui accanto c'è un foro così largo che potrei infilarci tutta la testa.
Il suono di una voce mi raggiunge attraverso di esso, facendomi voltare di scatto a guardare. Ci sono diverse persone, e il fatto che non me ne sia accorto prima di trovarmi praticamente con la faccia nel varco è indice di quanto io sia provato.
Una dei presenti è Hermione, e mi incanto a guardarla mentre sorseggia qualcosa da una tazza. La stanchezza, evidente in ogni suo movimento, non toglie niente alla sua bellezza, e il vuoto in mezzo al mio petto pulsa.
Vorrei correre da lei, ma tentenno: è insieme ai suoi amici e non mi va di apparire invadente. Lei e Mister Perfezione Maghesca chiacchierano seduti a un tavolo mezzo sfondato, proprio davanti a me, mentre al margine del mio campo visivo, Pel di Carota porge una tazza fumante a qualcuno che non riesco a vedere, prima di andare a sedersi con gli altri due.
Loro parlottano e io osservo Hermione, lasciando che il mio vuoto si riempia di lei. Lasciando che la sua risata stanca mi culli in un mondo di fantasia che, per la prima volta da tanti, troppi anni sembra poter sfiorare quello reale.
Non mi accorgo di avere abbassato le palpebre finché il rumore brusco di una porta che si apre non mi fa sussultare.
Sto ancora sbattendo gli occhi per scacciare il sonno che mi ha colto all'improvviso, quando vengo raggiunto da uno squittio di gioia.
Sotto il mio sguardo ora attento, Hermione balza in piedi, tutta la stanchezza dimenticata, e vola tra le braccia spalancate di un uomo grande e grosso che ha un sorriso che gli va da un orecchio all'altro.
Un uomo dal viso forte e scolpito, i cui vestiti eleganti ricadono alla perfezione senza nascondere nulla del fisico atletico sottostante. Un uomo capace, famoso, che è il sogno bagnato di una generazione di maghe.
Un uomo che è tutto ciò che io non sono.
«Viktor! Non posso crederci, sei davvero tu!» esclama Hermione mentre gli butta le braccia al collo, e anche attraverso il buco dalla quale la sto spiando la forza della sua felicità mi colpisce come un pugno.
Le mani di lui si serrano sui fianchi sinuosi che solo ieri sera ho venerato con le labbra e le mani. Lei si solleva sulle punte, posandogli un bacio esuberante tra la guancia e la bocca, e il pugno si stringe sull'ostinato muscolo che ancora insiste a battere in mezzo al gelo del mio vuoto, strizzandolo dolorosamente.
** Ve l'ho detto o no che le sorprese non erano ancora finite?
:D **
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After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019
FanfictionSorride e quel sorriso è come un coltello rovente che mi ribalta le viscere. Capisco in questo momento che sono perduto, senza ritorno, senza redenzione. Che tutto il resto della mia esistenza sarà votato a ottenere un altro sorriso come questo, da...