73: Un semplice Wingardium Leviosa

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3 Febbraio 2004

Hermione's p.o.v.

C'è voluto un po', ma alla fine sono riuscita a scovare tra i meandri della memoria un incantesimo che fosse in grado di sollevare la massa di detriti che ci incombeva addosso.

Emergo in un mondo devastato, quasi lunare, un mondo nel quale il confine tra la vita e la morte è molto sottile. Non so quante altre persone ci siano, sotto queste macerie, ma purtroppo quelle che contano, ora, sono quelle che ci stanno sopra e che sono ancora intenzionate a farmi la pelle.

Un Imperdonabile mi passa sopra la testa, attizzando una rabbia che credevo ormai esausta, e sento la magia sfrigolare a fior di pelle, pronta a scatenarsi.

È allora che incrocio lo sguardo di Harry, e il sollievo si somma alla rabbia... per essere soffocato subito dopo alla vista della persona alle sue spalle.

Per le mutande sporche di Merlino, che cosa stracavolo ci fa il Ministro qui?!

Non ho tempo per cercare una risposta alla mia domanda, perché una coppia di incappucciati mi si para davanti.

Deprivo il primo della bacchetta con un rapido Expelliarmus e, fiduciosa che ora di lui si occuperà Draco, mi volto verso la seconda, ingaggiando un duello che termina con me con una ferita superficiale sullo zigomo e lei Pietrificata a terra.

Cerco con lo sguardo Draco, che sta ancora lottando con il primo assalitore, e sto per raggiungerlo quando una risata dall'alto mi blocca sul posto.

Faccio in tempo a vedere tre persone, due uomini e una donna, calare a bordo di tre scope dallo squarcio nel tetto, prima che un altro incappucciato mi colpisca al petto con una testata, mandandomi a gambe all'aria dietro un mucchio di macerie.

Finisco sotto una delle panche, miracolosamente intatta, e picchio la testa contro il muro. Rotolo e sollevo la bacchetta, di nuovo pronta a combattere anche se un po' rintronata.

L'uomo che mi ha spinta, il cui cappuccio si è abbassato rivelandolo come il cartolaio di Hogsmeade, mi aggredisce di nuovo, cercando di liberarmi della bacchetta con un colpo sul polso.

Ritraggo la mano e gli sferro un montante allo stomaco che lo fa barcollare sui detriti, fino a rovinare sul mucchio dietro di lui. Si rialza subito e mi punta la bacchetta contro, urlando "Crucio!"

Mi getto di lato, rovinando di nuovo a terra, ma mi riprendo subito e scaglio tre dei miei Petrificus a distanza ravvicinata, cercando di anticipare le sue schivate.

Il terzo incantesimo lo prende in pieno, facendolo cadere accanto a me.

Da sopra il mucchio di macerie schizzano altri incantesimi così, usando come riparo il grosso lampadario di foggia antica che vi è crollato in cima, mi protendo per vedere cosa sta succedendo nella stanza.

I tre sulla scopa veleggiano a un paio di metri da terra, di fronte al gruppetto di Harry e Kingsley. Uno dei tre non è rivolto verso di loro, però, ma gira su sé stesso scandagliando l'ambiente.

Mi celo ancora di più dietro la struttura del lampadario – ringraziando il gusto ottocentesco della comunità dei maghi che ha spinto chi ha progettato il quartier generale a mettere nella sala d'aspetto questa mostruosità dai mille bracci – trattenendo l'imprecazione che mi sfugge dalle labbra quando riconosco i tre nuovi arrivati.

Albert Runcorn, Mafalda Hopkirk e, quello che pare il capo, Rabastan Lestrange, cognato di Bellatrix.

La mano mi corre da sola a massaggiare la cicatrice.

Tutt'intorno la battaglia infuria ancora. Draco combatte a mani nude con un altro incappucciato privo di bacchetta, due dei ragazzini ne fronteggiano altri e il gruppetto che difende le scale non ha ancora ceduto all'assalto combinato che sta tentando di respingere.

Nessuno bada a me.

«Arrenditi, Ministro dei miei stivali, traditore del sangue» sta dicendo Lestrange «la tua battaglia è persa. Io e i miei depureremo questo mondo dalla feccia babbana, che tu lo voglia o no.»

Blah blah blah. Le solite cazzate classiste di qualcuno con un cervello così piccolo e una vita così insignificante in confronto a un ego macroscopico da dover per forza trovare un motivo per sentirsi superiori a qualcun altro. Onestamente? Hanno davvero rotto le scatole.

Sto per Schiantarlo e chiudere la faccenda, quando un incantesimo vagante schizza nella sua direzione, finendo per infrangersi su uno scudo invisibile. Accidenti!

Per un attimo mi balena l'idea di Avada-Kedavrizzarlo, dato che quello è un incantesimo che penetra facilmente quel tipo di scudo, ma mi riscuoto subito. No, questa non sono io.

Però...

Però un'idea mi balena nella mente, ed è così folle che forse può funzionare.

Mi guardo intorno, studiando con attenzione le condizioni delle pareti della stanza, inspiro a fondo cercando un'isola di calma tra i battiti furiosi del mio cuore e sollevo la mano, cercando di mantenerla il più ferma possibile. La precisione, ora, è tutto.

Lancio una serie ravvicinata di Schiantesimi verso le pareti, in modo che questi rimbalzino come sulle sponde di un tavolo da biliardo per andare a colpire lo scudo di Lestrange e quelli dei suoi soci. Lo scopo è farlo sembrare un attacco di molte persone, senza che si capisca da dove sia partito.

Mentre tutti sono distratti da quel fuoco di fila, creo un Patronus che invio a Harry, con un messaggio breve ma – spero – esauriente.

Quando esso raggiunge il mio amico, lui si guarda intorno con occhi sbarrati, fino a individuarmi esattamente dove gli ho fatto sapere che sono, dietro al candelabro, in una posizione visibile da dove si trova lui.

"Sei pazza" dice il suo labiale, mentre sopra di lui i tre cospiratori tornano a rivolgere le loro cazzate al Ministro.

Io scuoto la testa con violenza.

"Non lui!" rispondo muovendo esageratamente le labbra. "Lo scudo!"

Faccio un gesto di esplosione con le mani e lui pare illuminarsi. Spero che abbia capito.

Lo vedo protendersi verso Dawlish, bisbigliargli qualcosa all'orecchio. Vedo quest'ultimo aggrottare la fronte e poi stendere le labbra in un sogghigno. A sua volta, si gira a parlare con l'Auror alla sua destra.

Sì, forse hanno capito.

Harry torna a guardarmi, annuendo, e io alzo la sinistra, con tre dita protese verso il soffitto.

Tre.

Ne abbasso una.

Due.

Uno...

Quando anche l'ultimo dito si è chiuso, i tre Auror fanno partire ciascuno un Avada dalla punta della bacchetta. Diretto non verso i corpi dei tre nemici, ma verso i rispettivi scudi. Un colpo non semplice, ma fattibile per persone allenate alla precisione nel combattimento. Un colpo che solo loro, nel mondo magico, sono autorizzati a utilizzare senza conseguenze in casi di estremo pericolo.

Con tre crack ben distinti, gli incantesimi di protezione esplodono e io sono pronta, con un semplice Wingardium Leviosa, a sollevare detriti e macerie sulla traiettoria degli Imperdonabili, in modo che smorzino ciò che ne rimane, così che non colpiscano nessuno.

Approfittando della sorpresa dei tre mammalucchi, il Ministro e gli Auror che lo circondano lanciano degli schiantesimi nella loro direzione, facendoli precipitare dalle scope. Un breve Levicorpus per non farli schiantare a terra, un bel Petrificus Totalus e i tre sono immobilizzati e innocui.

** La nostra Hermione risolve sempre i problemi più spinosi, ma non preoccupatevi: qualche altra sorpresa la aspetta! (e non tutte sono brutte)

Intanto penso che potrei svenire sulla tastiera per il caldo. Da voi com'è? **

After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora