58: Un uragano di categoria 5

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2 Febbraio 2004

Hermione's p.o.v.

È lui il primo a rompere il silenzio teso che permea la stanza.

«Sei pazza? Cosa cazzo ti viene in mente?!» sbraita. «Potevo ammazzarti!»

Io sollevo il mento, tirando fuori ogni grammo della vecchia Hermione, la saputella che tanto irritava compagni di scuola e professori.

«Ma non l'hai fatto, perché ero pronta. Non sottovalutarmi, Draco.»

Lui si pinza la sommità del naso.

«Sì, brava, hai dimostrato di essere più scaltra di me. Ora però vattene» mi dice, con voce vuota e stanca.

Un sorriso di autocompiacimento si dipinge sul mio viso. So che è un'espressione antipatica, ma in questo momento non ci posso fare nulla.

«Non posso andarmene. La porta non c'è più.»

Lui solleva la bacchetta e mormora un controincantesimo, ma non succede niente. Il mio sorriso, se possibile, si allarga ancora un po'. Mi appoggio alla parete con aria disinvolta.

«Mi spiace, caro mio. Non è così semplice.»

«Falla riapparire.»

«Non ci penso nemmeno.»

«Dannazione, Granger!»

Lo vedo stringere i pugni, i suoi occhi brillano di stizza e sulle sue guance pallide sono comparse due chiazze rosate. Bene.

«Ti tocca starmi a sentire, Draco.»

In un lampo mi raggiunge e me lo ritrovo naso a naso. Inalo il suo profumo e non mi importa se ora griderà e cercherà di ferirmi con le parole: è qui, a un soffio da me, e sono le sue emozioni a governarlo. Le stesse emozioni che l'hanno portato da me ogni notte quando ero in infermeria.

«Non mi tocca un accidente, Granger. Adesso la finisci di comportarti come una bambina viziata e ti levi dalle palle. Non ti voglio qui!»

«Questo ormai l'hanno capito anche i muri» rispondo, asciutta, senza lasciarmi intimorire e senza fare una piega anche se mi sta urlando addosso. «Quello che voglio sapere è perché.»

«Perché tra noi è finita» sbraita, sempre più esasperato.

Io inarco un sopracciglio.

«Non credo proprio.»

Posso sentire la furia radiare dal suo corpo come il calore di una supernova. Mi afferra il maglione vicino alle spalle e mi spinge contro il muro, quasi sollevandomi da terra.

«Non me ne frega un cazzo di quello che credi tu. Vattene, Hermione, non ti voglio. Non sei... non sei abbastanza, per me» sibila, ed è così vicino che mi basterebbe muovere il collo per sfiorare le sue labbra con le mie. Così vicino che posso scorgere ogni increspatura delle sue iridi argentate, ogni molecola di disperazione in fondo ai suoi occhi. Così vicino che, se trovassi la chiave giusta, potrei toccare la sua anima.

Schiudo la bocca e per un attimo non so cosa dire, poi mi rendo conto che le parole giuste me le ha regalate lui, qualche notte fa. Sgorgano spontanee dalla mia gola e non mi importa se sono stonata, o se la mia voce trema un po'.

On and on the rain will fall

Like tears from a star

Like tears from a star

On and on the rain will say

How fragile we are

How fragile we are

After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora