76: Come un elefante in una cristalleria

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3 Febbraio 2004

Hermione's p.o.v.

Mi precipito sulla soglia giusto in tempo per vederlo sparire dietro una porta lungo il corridoio.

Faccio per lanciarmi all'inseguimento, ma una mano si stringe sul mio polso e mi tira di nuovo nella stanza.

«Lascialo andare, è meglio.»

Mi volto verso Ron, stizzita.

«Cosa credi di fare?» domando, cercando di divincolarmi dalla sua stretta.

«Impedirti di fare una cazzata.»

Sento gli occhi che mi escono dalle orbite.

«Cazzata? Voler parlare con Draco sarebbe una cazzata?!»

«Ora come ora, sì.»

«Non ricominciare, Ron: non ho intenzione di tornare con te. Non è impedendomi di avere a che fare con lui che...»

«Ma io non voglio...»

«Sì, figuriamoci: sei discreto e delicato come un elefante in una cristalleria!»

«Weasley ha ragione» interviene Pansy, avvicinandosi. Ha l'aria stanca e abbacchiata, ma in questo momento non riesce affatto a suscitare la mia compassione. La serpe.

«Ecco qua l'altra che ha solo da guadagnare se Draco e io litighiamo. Lo vuoi di nuovo tutto per te, vero?»

«Draco e io siamo solo amici» ribatte lei, pronta. «Sì, è vero, siamo stati scopamici. Sì, è vero, c'è stato un periodo in cui avrei voluto qualcosa di più da lui, ma quel periodo è passato.»

«Raccontala a qualcun altro.»

«Credi quello che vuoi, ciccina. Solo non fare l'errore di inseguirlo adesso.»

«E perché mai dovrebbe essere un errore, sentiamo?»

«Merlino, per essere una secchiona, nei rapporti interpersonali fai davvero schifo.» Parkinson sembra perfino annoiata.

La fulmino con lo sguardo.

«Non mi pare che tu sia la persona più adatta a sputare questo tipo di sentenze, visto il casino che hanno combinato i tuoi "rapporti interpersonali"» la rintuzzo, indicando con la mano libera i muri butterati che ci circondano. Ron non mi ha ancora lasciato il polso.

«Comunque sia» si interpone Harry, «penso anche io che dovresti dare un po' di tempo a Malfoy per sbollire. E sai bene che, per quanto bene ti voglio, non puoi accusare anche me di voler entrare nelle tue mutande... o nelle sue.»

Volto la testa verso di lui, assottigliando lo sguardo.

«Sbollire? Che cavolo dovrebbe dire, sbollire?»

«Beh, ti ha vista con Viktor, no?» risponde Ron al posto suo, lasciandomi finalmente andare il polso.

«E quindi? Siamo solo amici. Da anni. Lo sai bene.»

«Quello che so bene è quanto sia difficile starvi a guardare mentre vi ricoprite a vicenda di moine, senza soccombere alla gelosia» risponde lui con un tocco di amarezza. «Non sempre è facile costringersi a dare retta alla razionalità. A zittire il sospetto.»

«I-in che senso?» domando, sorpresa. Ho sempre pensato che lui si fidasse della mia sincerità.

«Nel senso che vi toccate in continuazione le braccia, le mani, vi abbracciate spesso e poi, miseriaccia, Hermione, lui è Viktor Krum. Il sogno bagnato della popolazione femminile etero e di quella maschile gay dell'intero mondo magico.»

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