11 Dicembre 2003
Hermione's p.o.v.
Chiudendo alle mie spalle la porta della Stanza delle Necessità, mi rendo conto che mi tremano le mani.
Quello che è appena successo è stato... è stato...
Non mi sono mai sentita così. Non con Ron e nemmeno con Victor, gli unici due termini di paragone che ho. Non ho mai provato sensazioni così forti, vere e incontrollabili, o vissuto in un attimo senza tempo, dove esiste solo il qui e ora. Dove esistiamo solo io e...lui.
Non mi sono mai lasciata andare così.
E non ho mai... Avvampo solo al pensiero di quanto poco sia bastato per farmi perdere, per farmi volare.
Per farmi toccare in punta di dita qualcosa che non mi appartiene e non mi apparterrà mai.
Lui sta solo giocando con me.
Draco. Draco Malfoy, orgoglioso rampollo di una famiglia di purosangue, sta giocando con la piccola Sanguemarcio.
E la piccola, idiota Sanguemarcio è stata così stupida da gettarglisi addosso. Di dargli in pochi istanti più di quanto non abbia mai dato a nessun altro.
Scendo quasi di corsa le scale che mi allontanano dalla Stanza delle Necessità e da lui, e poi imbocco un corridoio poco frequentato. Non ho voglia di vedere nessuno, ed è meglio che i ragazzi non mi vedano così: sudaticcia, disordinata. Arrossata.
Rallento, cercando di prendere fiato, di riguadagnare la mia compostezza, e infine mi fermo davanti a una delle grandi vetrate del castello, a osservare la neve che cade pesante nel buio delle colline che circondano Hogwarts.
Da qualcuno Hermione è stata sbaciucchiata
E ora è tutta accaldata
Io chi è lo so
Ma non ve lo dirò, no no
Sollevo la testa giusto in tempo per vedere Pix passare ridendo per il corridoio, e andarsene via svolazzando e canticchiando versi sempre più sconci.
Sospiro. Adesso mi toccherà anche andare a scambiare due parole col Barone.
15 Dicembre 2003
Hermione's p.o.v.
Ron è arrivato ieri sera, per il suo turno di sorveglianza.
Solo vederlo da lontano mi ha suscitato un mix di sensazioni ingestibile: panico, rabbia, voglia di punirlo, tristezza, nostalgia dell'amicizia e dell'affetto che ci legavano. Troppe emozioni, troppo forti in un momento in cui sono ancora destabilizzata da ciò che è successo tra me e Draco. Confusa, incapace di mettere ordine nei miei sentimenti e di capire se lui ha davvero voluto giocare, prendermi in giro oppure...
La seconda possibilità è decisamente più spaventosa della prima.
Non riesco a pensare, e l'arrivo di Ron aggiunge preoccupazioni alle preoccupazioni.
Ho cenato nel mio appartamento, dove ho anche fatto colazione stamattina.
Adesso è quasi ora di pranzo e sto sistemando la mia classe dopo l'ultima lezione mattutina, quando sento bussare discretamente sullo stipite della porta aperta. Sollevo lo sguardo e vedo Neville che mi osserva con aria irrequieta.
«Ciao Nev, è successo qualcosa?»
«N-no, è che... ambasciator non porta pena, ok? Ho un messaggio per te. Da parte di Ron.»
Sospiro. Temevo che sarebbe successo, ma speravo di avere ancora qualche giorno per capire cosa voglio fare.
«Dimmi» rispondo stancamente.
«Mi ha dato questa lettera per te, da parte di Ginny» inizia Neville, porgendomi una piccola busta color crema, col mio nome vergato nella scrittura decisa della mia amica. Mi è mancata, in questi giorni: a causa di impegni con la squadra, non è potuta venire al castello, questo mese.
«Grazie, che altro?»
«Beh, ecco... Ron dice che gli dispiace che tu ti stia isolando per colpa sua. Che non dovresti chiuderti in camera per paura di incontrarlo, e che promette di starti lontano e non tentare di parlare con te, se preferisci così.
Mi ha detto anche di dirti però che ti implora di incontrarlo, almeno una volta, per dargli la possibilità di chiederti perdono di persona. È davvero pentito e arrabbiato con sé stesso per quello che ha fatto, 'Mione. Davvero.»
Ripenso alla lettera che mi ha mandato mesi fa, e che ho letto di fretta liquidandola. Forse avrei dovuto rispondergli. Forse parlare con lui, affrontarlo mi farebbe bene. Ascoltare quello che ha da dire, fargli capire quanto male mi ha fatto, chiudere il discorso e proseguire con la mia vita.
«D'accordo» sospiro. «Verrò a pranzo. E parleremo, nel tardo pomeriggio subito dopo le lezioni. Al Ponte Coperto. Fagli capire che non mi prenderà di sorpresa, questa volta: un gesto avventato e lo trasformo in un ranocchio.»
Neville annuisce.
«Se vuoi, resterò nei dintorni. Siete entrambi miei amici, ma lui stavolta ha fatto una cazzata e non voglio che succeda ancora.»
«Non è necessario, ma grazie.»
Gli stringo con affetto un braccio, incontrando i suoi occhi sinceri, il suo sorriso leale, e non riesco a non chiedermi perché non mi posso innamorare di lui. Sarebbe l'uomo perfetto: dolce, coraggioso, con una forza straordinaria nascosta sotto il mantello della sua timidezza. Con lui, saprei di avere un compagno fedele e affidabile con cui affrontare le difficoltà della vita, una mano sicura a cui aggrapparmi. E ora che si è lasciato indietro la goffaggine dell'adolescenza, devo ammettere che è anche diventato un bell'uomo.
Però... però non fa battere il mio cuore in quel modo speciale che era solo per Ron e ora, ora... ora non riesco nemmeno ad ammettere con me stessa a chi appartenga.
Non appena Neville se ne va, apro con impazienza la lettera di Ginny e inizio a leggere. Man mano che scorro le righe, sul mio viso si apre un sorriso sempre più largo, al punto che sento quasi che mi si stia rompendo la faccia. Sorrido come non faccio da un pezzo, con la gioia più pura che il mio cuore possa trovare.
Tra pochi mesi sarò zia!
È con quello stesso sorriso che scendo a pranzo, pronta ad affrontare Ron... e Draco, che non mi ha più parlato da quella sera nella stanza delle Necessità.
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After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019
FanficSorride e quel sorriso è come un coltello rovente che mi ribalta le viscere. Capisco in questo momento che sono perduto, senza ritorno, senza redenzione. Che tutto il resto della mia esistenza sarà votato a ottenere un altro sorriso come questo, da...