64: Revelatio Hostium

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2-3 Febbraio 2004

Ron's p.o.v.

Continuo a voltare alternativamente la testa tra la figura di Parkinson, prona sul tavolo, e la voce di Parkinson che impreca nel corridoio ancora buio, al punto che probabilmente domani avrò il torcicollo. Eppure non riesco a fermarmi.

La faccenda è assurda.

Ci vorrebbe Hermione per capire cosa diamine sta succedendo e tirare fuori qualche idea da quel suo cervello iperattivo: ha talmente tanta materia grigia che probabilmente qualcuno ha dovuto lanciare un incantesimo di estensione irriconoscibile sul suo cranio... ed è proprio in questi momenti che rimpiango la sua scelta di carriera. O meglio: rimpiango che non abbia scelto la mia stessa carriera. Avrei avuto vita molto più facile!

"Ok, Ron, respira e pensa. Pensa e respira."

È chiaro che una delle due Parkinson non è davvero Parkinson.

D'accordo, ma quale delle due Parkinson è Parkinson?

E soprattutto: è solo una delle due, a volermi fare la pellaccia, o sono entrambe?

Decido di non correre rischi inutili – ovvero di non dare retta all'ostinata appendice che mi trovo tra le gambe – e lancio un bel Petrificus Totalus sulla Parkinson dormiente. Sarò sempre in tempo a scusarmi più avanti, se si dovesse rivelare innocente.

Appena in tempo: come mi giro di nuovo verso la porta del salotto, un Imperdonabile mi fischia a un pollice dall'orecchio.

Mi nascondo rapidamente sul lato della porta mentre l'incantesimo di protezione, anche visiva, che vi avevo posto esplode in mille pezzi.

Il primo a entrare, bacchetta spianata dinnanzi a sé, è il furetto, che fa due passi nella stanza prima di accorgersi che non sono in vista. Gli faccio volare via la bacchetta con un caro, vecchio Espelliarmus e lo pietrifico con un misto di soddisfazione e delusione: erano più di dieci anni che desideravo farlo, però... ecco, con la sua fama non mi aspettavo che sarebbe stato così facile. Un po' come prenotare un tavolo nel ristorante più rinomato del momento e scoprire che servono piatti insipidi. O porzioni molto scarse, che è anche peggio.

Parkinson Due è un po' più sveglia, difatti mi tocca gettarmi a terra e rotolare fino a trovare copertura dietro il bracciolo del divano per schivare un altro Imperdonabile.

«Su, piccolo pel di carota, vieni fuori a giocare» cantilena lei, in un modo che mi fa rizzare i peli sulle braccia e la nuca, da quanto mi ricorda quella pazza scatenata di Bellatrix Lestrange. «Voglio divertirmi un po', prima di mandarti oltre il Velo insieme al resto della tua famiglia...»

Lo spuntino che ho consumato meno di mezz'ora fa mi si congela sullo stomaco in un blocco di ghiaccio e solo il mio addestramento da Auror mi impedisce di balzare in piedi e saltarle addosso, per indurla a suon di pugni a rivelarmi cosa cazzo voglia dire con quella frase.

Invece tiro fuori un altro congegno utilissimo che avevo nelle tasche del mantello, uno specchio ricurvo che mi consente di vedere oltre gli ostacoli che bloccherebbero uno specchio normale. Con quello, controllo la posizione di Parkinson Due e mi preparo a colpire.

«Espelliarmus! Levicorpus!» grido, puntando la bacchetta verso la figura della donna nello specchio.

"Già, una magnifica invenzione."

Sogghigno, mentre mi alzo dalla mia postazione e mi porto sotto una Parkinson Due leggermente irritata. Lei lancia nella mia direzione improperi irripetibili, che se la sentisse mia madre non si limiterebbe a lavarle la bocca col sapone, no: glielo farebbe mangiare tutto intero.

Sto per aprire bocca e chiederle chi diamine è, quando un rumore dal corridoio mi fa voltare di scatto la testa e rimettere in posizione di combattimento.

Harry, il mantello che gli svolazza dietro le spalle e la bacchetta spianata, fa irruzione in salotto con un grido belluino del tutto fuori luogo.

«Con calma, amico, mi raccomando. Ti ho chiamato ma, in realtà, volevo fare tutto io...» ironizzo.

Harry si guarda intorno, facendo saettare lo sguardo sulla figura prona di Malfoy, quella volante e imprecante di Parkinson («ci mancava anche il perfettino occhialuto») e sbarrando gli occhi quando vede l'altra Parkinson accasciata sul tavolo.

«Ma che cavolo...»

«Poi ti spiego, ma si può sapere dove sei stato?»

«Il tuo...» comincia Harry, ma non riesco a sentire cosa sta dicendo per via degli strepiti di Parkinson Due. Punto la bacchetta in quella direzione.

«Silencio!»

Oh, molto meglio.

«Il tuo Patronus mi ha fatto preoccupare» riprende Harry «così ho deciso di portare Ginny alla Tana e poi, conoscendo il tuo appetito, sono passato in un supermercato babbano aperto anche di notte a prendere un paio di cose da mangiare prima di venire qui.»

«Merda, se Ginny è alla Tana potremmo avere un problema. Questa stronza» indico verso l'alto «ha detto qualcosa tipo che mi voleva mandare oltre il Velo insieme al resto della mia famiglia.»

Non faccio in tempo a finire di parlare che Harry tira fuori uno di quei telefonini babbani che piacciono tanto a Hermione... e a mio padre.

«Pronto, Arthur, abbiamo un... sì, sì, questo telefono è meraviglioso però stammi a sent... sì, ti chiamerò più spesso, ma... INSOMMA, ARTHUR, ASCOLTAMI! Ron è appena stato attaccato a casa sua. No, no, sta bene, solo che abbiamo motivo di pensare che qualcuno potrebbe attaccare anche voi e... COSA?!» Harry sbianca, poi diventa paonazzo, poi sbianca, poi diventa di nuovo paonazzo mentre ascolta mio padre che gli racconta chissà che. Inizio a preoccuparmi anche io. «E Ginny? Ah, ok, ok, meno male. Tra poco arriviamo.»

«Che succede?» chiedo mentre abbassa il telefono.

Lui lancia un'occhiata a Parkinson Due che ancora veleggia sopra di noi sbraitando e, con un gesto quasi annoiato, la pietrifica lì dove si trova.

«La Tana è stata attaccata.»

«Che cosa!?» sobbalzo.

«Tranquillo, stanno tutti bene. Quando me ne sono andato, sia Molly sia Ginny erano inquiete, sul chi vive, e hanno convinto Arthur ad attivare il Revelatio Hostium. Inutile dire che l'allarme è suonato pochi minuti dopo. Tuo padre e tua madre hanno disarmato e legato l'assalitore: Lucius Malfoy.»

«Ci avrei scommesso che quel vecchio stronzo...»

«Ascolta, i problemi non sono finiti.»

«No?»

«No, perché i tuoi non riescono a entrare in contatto con il Quartier Generale, e nessuno dell'Ordine della Fenice ha risposto al loro Patronus.»

«Miseriaccia. Cosa facciamo?»

«Andiamo alla Tana.»

«E cosa ce ne facciamo delle Belle Statuine?»

«Le portiamo con noi, raccattiamo anche Malfoy Senior e andiamo a vedere cosa succede al Quartier Generale. Anche se temo di saperlo...»

** Il mistero si infittisce... o forse inizia a farsi un po' più chiaro? Un abbraccio a tutti! **

After Dark - A Dramione Story #Wattys 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora