• Capitolo XII •

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Blake osservò il suo riflesso allo specchio. Era come se ciò che vedeva di fronte fosse un estraneo, uno sconosciuto che lo aveva derubato dei tratti somatici. Un'ombra.
Prese il rasoio con la mano destra ed iniziò a passarlo lentamente, partendo dal collo fino alla guancia. La schiuma scorreva via insieme alla luccicante e affilata lama e, ad ogni passaggio, un pensiero indistinto volava via.
Non c'era sapore, né colore sul suo viso: solo un impercettibile incespiscare tra scomodi presentimenti.
Stava quasi per terminare quando, d'improvviso, i vividi occhi di quella ragazza comparvero sullo specchio, come un flash istantaneo.
Blake perse il controllo della lama, che scivolò bruscamente via, provocandogli un taglio sullo zigomo. Gocce di denso sangue caddero sul candido lavandino in ceramica, espandendosi, poi, in linee che venivano risucchiate giù dallo scarico. Il ragazzo toccò la ferita: le dita gli si tinsero di rosso. Rimase a fissare quel sangue per almeno un minuto, seguendo con gli occhi la gocciolina che, dall'indice, camminava verso il palmo.
Era, forse, diverso il suo... da quello di tutti gli altri? O era solo un uomo come tanti, imprigionato e inghiottito dalla sua stessa mente?

***

Il Sottosuolo era un pullulare di suoni e fragranze di ogni tipo. Skyler mise piede nella piazza centrale e si fece strada tra il chiasso della gente, intenta a commerciare. Entrò nell'edificio della Resistenza e, subito, si recò verso la sala principale, gli uomini avevano già preso posto.
"Ti stavamo aspettando, Skyler." disse l'anziano, vedendola arrivare, "Che notizie ci porti?", proseguì.
"Non positive, purtroppo." rispose lei, smorzando subito gli entusiasmi, "Sono cinque giorni che B-273 non si fa vedere."
La gente la osservò perplessa.
"E per quale motivo?"
Veloci immagini del loro litigio iniziarono a scorrere dentro la testa, dal pianto in bagno fino alle mani bloccate sopra al letto.
"...Abbiamo avuto solo una futile discussione. Niente di particolare."
"E allora dov'è la brutta notizia?" esordì l'uomo, sorridendo insieme agli altri.
Skyler fu presa alla sprovvista, "...Ve l'ho già detto. È da giorni che non ho sue notizie."
"...Ma avete litigato!"
"Sissignore... abbiamo litigato e non vedo cosa ci sia da gioire. Mi avete dato un compito e non posso portarlo avanti se continuerà a non farsi vivo!"
Una delle donne si coprì la bocca, per nascondere una lieve risata.
"Cosa... cos'è che vi diverte così tanto?!" disse la ragazza, sbigottita.
"Tu parli come se quel balancer fosse un nostro fratello." riprese l'anziano, sorridendo "Io non ricordo di aver mai sentito parlare di whiners che si intrattengono in animate discussioni coi loro tutor!" esclamò, rivolgendosi agli altri, intenti ad osservarla compiaciuti.
La ragazza continuò a guardarli, senza capire.
"Lui ci è già dentro, Skyler." esordì la donna, con occhi maliziosi.
"...E questi giorni di silenzio ne sono la conferma." completò, l'uomo.
Alzò lo sguardo e, a quel punto, si rese conto che quella gente aveva ragione. Blake non era quello che, esattamente, un balancer avrebbe dovuto essere. L'equilibrio in lui era scostante, tanto quanto il suo sguardo in presenza di Skyler. Lei aveva una possibilità e, adesso, tutto le sembrava più chiaro, più in luce.
"Continua così, ragazza. Stai andando bene. E non preoccuparti, vedrai che il tuo tutor si rifarà vivo, non può trasgredire al suo lavoro." concluse, l'uomo.

***

Skyler fece rientro al suo appartamento, pensierosa e in attesa di un segnale. Forse il rendersi conto che i suoi intenti stessero andando in porto da un lato la rincuorava, dall'altro la stranivano. Una parte di lei non credeva che sarebbe mai riuscita a trovare la chiave corretta, ma le reazioni di quel ragazzo confermavano, inesorabilmente, che era sulla strada giusta.
Si mise comoda e andò a prepararsi una zuppa. Mentre mescolava, a fuoco lento, nel piccolo pentolino in latta, sentì la porta d'ingresso aprirsi. Un rumore regolare di suole scandì quegli istanti. Skyler sapeva di chi si trattasse. Ormai aveva imparato a riconoscerne anche il più piccolo dettaglio.
Blake fece il suo ingresso nella minuscola cucina. La osservò, rimanendo inizialmente in silenzio.
La ragazza fermò il mestolo, restando immobile.
"Mettiti le scarpe, dobbiamo andare in un posto." esordì, lui.
"Dove."
Il ragazzo deglutì, "Fa in fretta."

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora