"Eccoci, siamo arrivate."
Skyler seguì, sommessamente, la giovane donna e la osservò con incredulità mentre questa apriva la porta del suo appartamento.
La fece accomodare dentro, scusandosi più e più volte per il disordine e l'aspetto abbastanza trascurato dei mobili.
Le vibrazioni con cui quella piccola e affollata abitazione le smossero l'anima furono impagabili e la fecero sentire subito al sicuro. Le stanze erano arredate con antichi cimeli in ottone e argento; i mobili, perlopiù di noce, sembravano incastrarsi alla perfezione fra gli angoli delle mura, tappezzate a loro volta da numerose foto incorniciate.
"Questo posto è bellissimo..." sibilò la ragazza, improvvisamente rinvigorita.
"Beh, ti assicuro che esiste anche di meglio, qui nel Sottosuolo." rispose lei, sorridendo.
Skyler prese in mano un piccolo orologio a cucù, non più funzionante, "La mia casa non ha nemmeno la metà degli oggetti che conservi in questo salotto..." le ripose e alzò lo sguardo verso lei, "Come ti chiami?"
"Che stupida... ti porto fin qui senza nemmeno presentarmi."
Avanzò di qualche passo verso Skyler, "Sono Xenia." rispose, facendole segno di sedersi sul vecchio divanetto che occupava la stanza.
La ragazza accolse l'invito e vi si accomodò, ancora turbata dall'aggressione di Alan.
"Mi dispiace per quello che è successo poco fa..." riprese, tirando le maniche della sua maglia, "Alan diventa più stronzo del solito quando si dà allo sballo."
"Quanto è durata fra voi?" chiese Skyler, spiazzandola.
"Cosa?! No, cioè..."
"Andiamo..." disse, scrutandola "Ho visto come lo hai guardato. E se continui a tirare quel maglione, finirai per sformarlo."
La giovane consigliera deglutì e prese posto accanto, "È stata solo la follia di una notte. Ma giuro su Dio che se avessi la possibilità di tornare indietro, mi risparmierei volentieri tutta quella squallida faccenda." rispose, con un leggero velo di vergogna sul volto.
A Skyler sfuggì un lieve sorriso, "Che figlio di puttana..." commentò, a bassa voce.
"Già..."
Xenia tornò a guardare la giovane, soffermandosi sulle braccia "Dovrei avere del disinfettante in bagno..."
"Oh, no. Non preoccuparti. Sono solo dei piccoli graffi... credo che riuscirò a superare la notte." le disse, accennando un sorriso di circostanza.
"Pensi di riuscire a superarla davvero?" chiese istintivamente Xenia, indagando dentro gli occhi di Skyler, che ricambiò a quello sguardo con un'improvvisa sensazione di turbamento e disagio.
Sapeva a cosa si stesse riferendo, sapeva a quale maledetta questione fosse rivolta quella domanda. Ma non se la sarebbe mai aspettata. Non in quel modo, non con quella carica invadente.
"Grazie per essere intervenuta al Neon Demon e per avermi accolto in casa tua. Ma adesso devo andare, prima che la metro chiuda."
Si alzò di scatto, scappando via da quell'insidioso punto interrogativo, con la stessa frenesia di una preda sotto bersaglio.
"Aspetta!"
La consigliera scavalcò rapidamente la ragazza e si impose davanti la porta, "Io so perché sei venuta alla festa..."
Corrugò la fronte, iniziando a chiedersi cosa stesse accadendo, "Come pensi di poterlo sapere, se il motivo non è chiaro nemmeno a me..."
"Hai deciso di andarci solo perché non riusciresti a trascorrere nemmeno un minuto accanto a lui, stanotte. Avevi bisogno di un palliativo, di una distrazione. Tu stai fuggendo." emise, tutto d'un fiato, iniziando ad ansimare.
Le palpebre della ragazza parvero tremare per qualche frazione di secondo. Si accostò al divano, indietreggiando, e poggiò una mano sopra lo schienale.
"Cosa... cosa vuoi da me, Xenia." le disse, irrigidita come una statua di marmo.
La giovane donna le si avvicinò, staccandosi dal robusto legno della porta, "Io conosco esattamente il vortice di emozioni che ti sta inghiottendo..." sibilò, tremante "E lo conosco perché..." deglutì e tirò fuori dal girocollo una catenina con appeso un particolare ciondolo, "...perché ho vissuto lo stesso tipo di amore."
Alla vista di quella collana, gli occhi di Skyler si spalancarono: lo stemma in metallo di un grado militare penzolava davanti al suo viso incredulo. Era identico ad una delle spille che portava sul petto Blake. Non poteva che essere appartenuto ad un balancer.
Avanzò con passo deciso, "Tu..." le prese le mani, "...Quale è il suo nome, Xenia."
La consigliera, allora, si abbandonò ad un'espressione di profondo sconforto e strinse forte le mani di Skyler.
"Che importanza ha un nome di fronte all'assenza?" chiese, retorica, buttando giù un nodo amaro.
"Credevo di essere sola a questo mondo... credevo di essere una folle..."
"Non lo sei, Skyler." replicò lei, "L'amore che provi per quel balancer è lo stesso che tiene ancora caldo il mio cuore, nonostante tutto."
Il suo viso si fece scuro.
La giovane corrugò la fronte, percependo subito le tenebre che avevano avvolto Xenia, "Dimmi cosa è successo."
La donna provò a far uscire le parole, ma la voce tentennò sulle prime sillabe. Skyler la rassicurò, dicendole che avrebbe dovuto fidarsi di lei, che era l'unica persona che avrebbe potuto essere pronta a quel racconto. Mentre lo faceva, però, cercava di dare forza anche a sé stessa, di prepararsi a qualsiasi cosa avrebbe sentito.
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OSMIUM - Il pianeta senza amore
Romance[IN PAUSA] [Vincitrice WATTYS 2019 Categoria FANTASCIENZA] C'è solo una regola ad OSMIUM: non provare Amore, da secoli causa principale di guerre e carestie, che hanno portato al totale annientamento del pianeta Terra. E il giovane e autoritario Bla...