• Capitolo XXXV •

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Il profumo di uova strapazzate raggiunse il naso di Skyler, che alzò confusamente le palpebre, ritrovandosi aggrovigliata tra il piumone e le lenzuola dell'ampio letto a due piazze. Si sbarazzò, goffamente, delle coperte di dosso, ricordandosi di essere completamente nuda. Un brivido di freddo le percosse la schiena e la costrinse ad indossare la prima cosa che le capitò per le mani. Si mise in piedi, quindi, infilando la camicia di Blake, gettata all'angolo del materasso. Ancora a piedi scalzi, seguì la scia di profumi che proveniva direttamente dalla cucina: il ragazzo, di spalle, stava preparando la colazione.
"Non dovresti stare ai fornelli a petto nudo..." esordì lei, poggiandosi contro al cornicione con le braccia incrociate.
Blake si voltò, sorridendo "Sono sopravvissuto a ferite più gravi di una scottatura."
"Che prepari?"
Skyler si avvicinò, con fare curioso.
"Delle ottime proteine..."
La ragazza diede un'occhiata alla padella, "Oh mio dio, sembra terribile..." disse, scherzosamente.
Il balancer continuò a girare le uova, "Devi ricaricare le energie..."
Si poggiò, maliziosa, sul bancone "...Perché, dopo ieri notte hai ancora intenzione di prosciugarmele?!"
Il ragazzo accennò un'espressione imbarazza, senza distogliere lo sguardo dai fuochi e senza rispondere.
Le piaceva osservare quel tipo di reazioni. B-273 era ancora troppo chiuso per riuscire ad intraprendere certi discorsi con la giusta naturalezza. E questo la faceva letteralmente impazzire. Era così acerbo, così puro, così unico. Non si era mai rapportata a nessuno che potesse anche solo somigliargli. E, poi, quel ragazzo sembrava conoscerla meglio delle sue tasche, meglio di chiunque altro. Quella connessione che si era stabilita tra i due non era solo fisica, ma soprattutto mentale. Ci aveva fatto l'amore con la sua testa, prima di assaggiarne il corpo, pensava, mentre Blake mescolava i condimenti.
Staccò il bacino dalla mensola, "Vuoi una mano?"
Il ragazzo si guardò in giro, "Potresti affettare quello?" chiese poi, indicando uno strano frutto violaceo.
Skyler, allora, scivolò all'altra estremità del bancone, impugnando un coltello.
"Che diavolo è questa roba?!"
"Lo chiamiamo pantio..." rispose, "È iper proteico."
"Non avevo dubbi su questo..." disse lei, sarcastica.
Blake, con la coda dell'occhio, la vide esitare "Ti insegno a tagliarlo..."
Abbandonò il piano cottura, ponendosi dietro Skyler. Con la destra manteneva la mano della ragazza, ancorata alla lama, mentre con la sinistra teneva fermo il frutto sul tagliere.
"Parti dal centro e incidi due solchi..." le sussurrava all'orecchio, "Poi rimuovi il seme e inizia a tagliare partendo da qui..."
La lama scivolava dentro la polpa ed un sorriso complice comparve sul viso di lei. Abbandonò, allora, il manico, lasciando che il coltello ricadesse sul legno di bambù. Ruotò di centottanta gradi, imponendosi davanti al viso del balancer, e lo afferrò dalla nuca, conducendolo verso le sue labbra. Il ragazzo premè il bacino contro il corpo di Skyler, spingendola a sbattere verso lo sportello e assecondando col movimento quell'improvvisa voglia. Le loro bocche, poi, si staccarono così lentamente da rivalutare persino il concetto di tempo.
"Ricordami se ti ho già detto che baci benissimo..." disse sottovoce lei, mordendosi un labbro, con gli occhi ancora chiusi.
"Ho imparato da poco, te lo giuro..." replicò Blake, accennando un sorriso.
La ragazza ricambiò a quello sguardo, "A volte, capita di avere un talento naturale per certe cose...", poggiò le mani sul suo torace.
"E il tuo? Qual è?..." la interrogò, allora, lui.
Ci pensò su, "...Riesco a fiutare anche il più impercettibile odore di bruciato."
Il balancer ruotò la testa verso la padella, "...Merda!"
Scattò verso i fornelli, mentre Skyler non riusciva a contenere le risate: le uova si erano carbonizzate.

***

Una delle consigliere della Resistenza si recò, con passo elegante, verso la camera di Alan, la penultima dell'edificio. Picchiettò sulla porta con due piccoli tocchi decisi, prima che il ragazzo andasse ad aprire.
"È successo qualcosa, Magda?" chiese lui, squadrandola.
"Oh no, volevo solo parlarti. Posso entrare?"
Guardò indietro verso la sua brandina: stava leggendo una rivista di motori, prima di essere interrotto da quella visita.
"Certo, entra pure." rispose, con tono serio.
Magda era una vera e propria istituzione lì, alla Resistenza. Faceva parte di quel team da quasi trent'anni e riusciva sempre a scrutare dentro i pensieri di ogni persona.
"Ho saputo che sei andato a cercare Skyler, qualche giorno fa." esordì, poi, mentre lui richiudeva la porta.
"Sì... è così."
"E come è andata?" lo interrogò, allora, poggiandosi alla scrivania.
Alan digrignò i denti, "Il fatto che se lo sia portato a letto è una buona o una cattiva notizia?!..."
La donna accennò un lieve sorriso.
"Quella ragazza mi ricorda tanto me..." disse, guardando fuori dalla piccola finestra ovale. La piazza del sottosuolo era sempre affollata di gente chiassosa e le voci si sentivano perfino lì dentro.
"Avevo più o meno la sua età quando sbarcai quaggiù. E avevo la stessa rabbia che ho visto accendersi nei suoi occhi. La stessa passione."
"Dovrei commuovermi, Magda?" intervenne lui, quasi infastidito.
La consigliera si rivolse nuovamente al ragazzo, con portamento autoritario e sereno, "Cos'è che ti rende così nervoso, Alan?... Il pensiero che Skyler si sia innamorata di B-273 o, forse, il pensiero che abbia preferito un prodotto di laboratorio... a te?" sorrise.
Alzò il mento, cercando di nascondere la freccia scagliata in pieno centro.
"Noto, con piacere, che questa situazione ti diverte molto." rispose il ragazzo, persistendo in quel suo tono serio.
"Caro Alan..." riprese Magda, con l'espressione di una donna che conosce fin troppo bene i meccanismi della vita, "...se ti limitassi ad essere solo un bravo soldato, non proverei altro che stima nei tuoi confronti. Ma, purtroppo, il tuo orgoglio maschile ti rende davvero un idiota, a volte."
Il ragazzo corrugò la fronte, "Sei venuta qui per insultarmi?"
"Ti ricordi di Katrina? Quella ragazza russa che ci portasti due anni fa." continuò, la donna.
"Cosa c'entra, adesso?!"
"Oh, c'entra eccome! Andasti a letto anche con lei... e quando, qualche giorno prima che le guardie federali l'arrestassero, venne qui alla Resistenza, piangendo e supplicandoti di stare da lei perché si sentiva minacciata... tu la rinnegasti." disse, guardandolo dritto negli occhi.
"Ho ripetuto più volte che non voglio parlare di quell'episodio." sancì lui.
"E che dire di Emily?!... Hai usato con tutte la solita storiella sul fare squadra?" chiese, provocatoria.
"Basta!"
Il ragazzo aprì la porta, "Grazie della visita, Magda, ma adesso vorrei stare solo."
"Cacci via così una signora, Alan?! In fondo... questa è anche casa mia."
"Cosa vuoi da me..." scandì, con rabbia.
La donna avanzò verso di lui, con un andamento molto signorile, "Hai già commesso un grave errore, sparando a quel balancer, ragazzo... e, nonostante tutto, ti abbiamo perdonato. Non fare altre idiozie dettate dal tuo stupido ego. Non ti andrà bene una seconda volta."
"Mi stai minacciando, Magda?"
"Quel ragazzo ci serve fin quando lo diremo noi. E ci serve che stia insieme a Skyler. Quindi lascia che le cose procedano per come devono andare. E metti da parte il tuo ruolo da prima donna." ribadì, netta e severa.
Alan strinse i pugni, in un impeto di livore, "Siete solo dei poveri illusi se credete davvero che quella stronza tornerà nel Sottosuolo. CI HA ABBANDONATI, MAGDA. SONO TRASCORSI FIN TROPPI GIORNI, ORAMAI. SIAMO QUASI AGLI SGOCCIOLI! HA GIÀ SCELTO DA CHE PARTE STARE!!!"
La donna non trattenne un riso saccente, "Oh, ragazzo...".
Oltrepassò il cornicione della porta, portandosi sul corridoio, "Quando avrai il mio stesso bagaglio d'esperienza, capirai quanto tu stia sbagliando."
Si riappropriò di un atteggiamento più pacato, "Sai cosa accomuna tutte le favole, Alan?"
Il ragazzo esitò, rimanendo zitto.
"Che c'è sempre un finale." proseguì, sorridendo, "Presto la ragazza si renderà conto che la vita che ha scelto ha ben poco a che fare con ciò che immaginava e... Puf! Ecco che la magia si dissolverà in fretta, lasciando posto a quella che è la realtà dei fatti: quella vita.... non è vita. Vedrai, allora, come farà ritorno. Dobbiamo solo aspettare che la bella addormentata si svegli, Alan. Del resto, tutti noi ci siamo presi i nostri momenti, prima di stabilirci qui sotto e portare avanti la Causa. Dalle tempo... solo un po' di tempo."

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora