• Capitolo LXVIII •

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"Signore, è qui."
Arthur, impettito, si attestò davanti all'anziano.
Mr. Peace reclinò leggermente lo schienale della poltrona e con un cenno ordinò di farlo entrare.
I portelloni scivolarono ai lati, lasciando così che Blake facesse ingresso dentro l'ampia sala.
Il suo passo era deciso e veloce, gli occhi bassi e i denti serrati. Passò rapidamente accanto a una delle guardie e gli strappò abilmente l'arma che puntò senza esitazione verso l'anziano. Fu un attimo quasi impercettibile. Gli uomini, allora, puntarono i loro M7, generando un gioco circolare di canne metalliche puntate attorno al balancer.
"FERMI!" echeggiò Mr. Peace, alzandosi di scatto dalla seduta, "Abbassate le armi."
Il braccio di Blake, teso verso l'uomo, tentennava in un tremolio che ne ingannava la tensione.
"VI SIETE PRESO GIOCO DI ME!" urlò, ansimando, "MI AVETE INGANNATO!"
Mr. Peace bagnò le labbra con la punta della lingua, poi osservò i suoi uomini e ordinò a tutti di uscire dalla sala.
"Ma signore..." balbettò Arthur, intimorito, a metà distanza tra lui e il ragazzo.
"Tu resta." disse l'anziano, mentre le porte si richiudevano lasciando svuotato l'ambiente.
"Io mi fidavo di voi." proseguì B-273, adesso con tono moderato ma serioso.
"E hai fatto bene, Blake." l'anziano abbandonò la scrivania e si poggiò al fedele bastone, "Perché quella donna non era la persona che credevi fosse."
"Voi... voi sapevate tutto... sapevate tutto e avete pianificato ogni cosa." strinse meglio il manico della pistola nel pugno, i suoi occhi si fecero lucidi, "Da quanto. Voglio saperlo."
Alzò il mento, "Da sufficiente tempo per capire che vi stava manipolando con tossici sentimenti, tanto da rendervi debole e cieco di fronte alla realtà."
"MENZOGNE!!!" il sudore colava dalle tempie, "Menzogne..." la vista iniziava ad appannarsi.
"Guardati, Blake..." Mr. Peace avanzò cautamente verso il ragazzo, "Non ti ho mai visto così vulnerabile. Tremi come una foglia. È solo l'effetto del veleno che quella donna ti ha iniettato nel sangue, chiamandolo amore..."
"Non vi avvicinate!!!" cercò di stendere meglio il braccio, ma l'arma si muoveva sempre più incerta.
L'anziano gli si fermò davanti, portando il petto proprio a contatto della fredda canna.
"Se vuoi uccidermi, fallo pure. La mia vita, in fondo, non conta ormai molto. La malattia potrebbe stroncarmi fra cinque giorni... o forse cinque anni, chi può dirlo? Il mio futuro è incerto, ragazzo. Ma il tuo no."
Il respiro del balancer si faceva sempre più intenso.
"Tu sei destinato alla grandezza, Blake. E sono certo che una parte di te ancora sana lo sa bene questo. Sei sempre stato il migliore, il più forte, il più testardo. Non siamo noi a scegliere il nostro destino, è lui che sceglie noi. E il tuo ti riserva gloria e potere. Ma possiamo di certo scegliere se vivere nella menzogna o nella verità, possiamo decidere se sapere o non sapere."
Guardò la pistola che premeva forte sul torace, "Sparami, ragazzo, e continua a vivere nelle bugie del tuo tempo, nell'agonia dei sentimenti che ti risucchieranno fino a morirne. Oppure scegli di ascoltare la verità su quella donna, la realtà dei fatti. E ti sveglierai dal coma in cui lei ti ha fatto astutamente precipitare. La scelta è solo tua, ragazzo."

Il consigliere Arthur deglutì in modo vistoso, sentendosi già con un piede nella fossa.
Il giovane allargò le narici, "E chi mi dice che i vostri non siano solo astuti giochetti per ingannarmi...?"
"Ti ho visto crescere, Blake. Ti ho sempre protetto e salvato dai traumi del mondo malato in cui la tua professione ti immerge costantemente. Sei l'unica persona per cui sarei disposto a fare di tutto. E te l'ho dimostrato più e più volte."
"Forse, invece, sarebbe meglio farmi fuori..." avvicinò il viso sudato a quello dell'anziano, scavando l'arma tra le carni, "Perché non mi giustizia per i reati commessi e la finiamo qua?! Ho trasgredito alla regola più importante tra tutte. Ho amato... desiderato... assaporato pienamente ogni atomo di quella donna..." strinse i denti e scavò con più forza la canna contro al petto di Mr. Peace, "E NON MI PENTO DI NULLA." concluse, guardandolo dritto negli occhi a pochi millimetri da lui.

Arthur stirò il collo e la voglia di scappare dalla sala divenne sempre più vivida. La tensione era palpabile nell'aria.
Mr. Peace rimase immobile a fissarlo, senza manifestare alcuna smorfia di dolore.
"Lascia che io ti mostri la Verità, Blake." insistette, con tono deciso ma pacato.
Gli occhi del giovane penetrarono attraverso i suoi iridi, come magnetizzati. Una parte di lui non voleva desistere, ma c'era qualcosa che lo spingeva a desiderare di venire a conoscenza delle informazioni che Mr. Peace millantava di possedere. Si trattava di Skyler, il centro della sua vita, il solo motivo che lo spingeva a proseguire quella sterile esistenza.
Dopo qualche minuto di silenzio, lasciò la presa stretta dell'arma, che staccò dal petto dell'anziano.
Arthur tirò un sospiro di sollievo e puntò gli occhi al soffito, quasi a voler ringraziare il cielo.

Blake osservò Mr. Peace e, titubante, gli fece cenno di parlare.
Aggiustò il colletto di raffinata seta e ricambiò uno sguardo soddisfatto al giovane. Schiacciò, allora, il pulsante di un piccolo telecomando e uno schermo, che sembrava essere più una sottile lastra di vetro, scese lentamente giù dal soffitto, proiettando immagini disconnesse in bianco e nero.
Blake cercò di mettere a fuoco la vista, appannata dalla rabbia e la tensione, ma i fotogrammi erano di bassa qualità e risultava difficile capire dove l'uomo volesse arrivare.
"Non riconosci queste immagini, Blake? Provengono all'unico circuito rimasto intatto dopo il folle attentato alla Scuola Superiore per Balancers."
"Mi sono occupato personalmente del caso, ma..."
"Ma nessuno ti ha mai detto di questo filmato." lo interruppe lui, "Lo so bene. Sono stato io a volerlo. Ti ho sempre protetto, Blake. Ma arriva il momento in cui bisogna aprire gli oc..."
"COSA STA SUCCEDENDO."
Il balancer guardò irritato sia il consigliere che Mr. Peace, impaziente di giungere al nocciolo della questione.
Il vecchio abbozzò una lieve smorfia, "Beh, immagino che sia conveniente passare direttamente alle immagini più nitide e interessanti...", saltò una serie di filmati in sequenza, fino a soffermarsi su uno, che mostrava parte del retro dell'edificio e una figura in abiti neri che si avvicinava sempre più verso la camera.
Portò avanti il filmato e si arrestò giunto ad un preciso fotogramma, come se avesse già visto e rivisto decine di volte quei nastri.
"Ecco, ci siamo." commentò, concentrato.
Ingrandì di sei volte il viso del soggetto ripreso e osservò il giovane.
"Sai dirmi chi è?"
Blake sgranò gli occhi ma continuava a non capire.
"Ti facilito il lavoro." risolse lui, "Arthur, aumenta la nitidezza di cinque unità."

L'immagine assunse maggiore struttura, istante dopo istante, e solo allora il peggior incubo che Blake potesse mai immaginare assunse concretezza. Il viso di Skyler apparì nitido sullo schermo, in parte coperto da un cappuccio nero che, tuttavia, in quell'attimo non era riuscito a celarne i connotati.
Sentì farsi strada nel cuore una crepa che si diramò velocemente come rami di quercia.
"Sei rimasto senza parole, non è così? Si chiama delusione, mio caro ragazzo. È un sentimento comune fra i terrestri e spesso trascina con sé dolore e risentimento."
"Non... non può essere... non... non è vero."
"Oh, vuoi dirmi che non è vero nemmeno lui?" ingrandì su un soggetto lontano dalla ragazza poco più di due metri, lasciando che il volto di un adolescente si facesse chiaro.
"Come si chiama il ragazzino? Peter, se la memoria non mi inganna." posò una mano sul mento, "Quella puttanella ha fatto saltare in aria il simbolo del nostro Governo, i nostri valori, la nostra dignità."
Schiarì la voce e lasciò intercorrere qualche istante di vuoto tra una parola e l'altra.
"Faceva parte della Resistenza." proseguì, "Mai sentito parlare del Sottosuolo? Suppongo di no. Ma avremo tempo per discutere anche di quello."
Le informazioni erano troppe e ogni nuova dichiarazione colpiva come lame ai fianchi del ragazzo, che adesso iniziava a sentir girare forte la testa. Indietreggiò di qualche passo, ma fu come vedere la sala allungarsi sotto ai suoi piedi di metri e metri, fino a scorgere l'anziano come una piccola sagoma lontana anni luce. Un attacco di panico stava prendendo possesso del suo corpo e le gambe cedettero, facendolo crollare a terra, coi gomiti sul pavimento.
"Signore, dobbiamo intervenire." esordì Arthur.
"No, è solo il veleno che quella miserabile gli ha fatto bere per quasi un anno."
Si avvicinò al ragazzo che si contorceva disperato.
"Ma gli passerà. Adesso che la Verità inizia a riprendere spazio nella sua mente, tutto ritornerà al proprio posto."
Il giovane tentò di rimettersi in piedi, ma riuscì solo a salire sulle ginocchia, con le lacrime che sgorgavano limpide dagli occhi.
"Butta via tutto, Blake. Svuotati da questo orrido demone e rinasci. L'amore è una belva feroce che si nutre della nostra lucidità."
"Lei... lei aveva detto di... di amarmi..." sibilò lui, col volto piantato contro le piastrelle.

Mr. Peace sogghignò, cinico "Indubbiamente una brava attrice, di questo devo darle atto. Ma tu eri solo il suo ultimo bersaglio su cui puntare il mirino. È stata tutta una mera illusione... così come il tuo sentimento."
Il balancer alzò in su la schiena e rivolse uno sguardo serio all'anziano.
"Non guardarmi così, ragazzo. Se non sei stato ancora punito è solo perché non hai commesso alcun reato."
Asciugò la faccia bagnata, passando la mano "Cosa... cosa significa?"
Il vecchio osservò la città da fuori la finestra e giunse le mani dietro la schiena.
"Tu non puoi provare Amore, Blake. Sei geneticamente impossibilitato a farlo."
Il ragazzo corrugò la fronte, il dolore alle tempie diventava sempre più martellante.
"Sono stanco..." riuscì a tornare in piedi, "STANCO DELLE VOSTRE STRONZATE!" urlò, ricurvo e spossato.
Mr. Peace, allora, sospirò e accennò un sorriso, quasi affascinato dalla supponenza del ragazzo.

"Credo che sia giunto il momento di scendere insieme giù, ai laboratori. Ho così tante cose da spiegarti."

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora