Quattro mesi dopo
...Il respiro si faceva sempre più concitato e i piedi affondavano velocemente sul fogliame. Skyler arrestò la sua corsa al di sotto di una lunga pianura di pini altissimi: l'aria era fredda intorno a lei e vapori di condensa, più pesanti dell'aria, galleggiavano densi all'altezza delle sue ginocchia. Si guardò attorno, sapeva già cosa sarebbe successo, bisognava solo attendere un altro po'. Una parte consapevole di sé stessa aveva già vissuto quell'istante innumerevoli volte: l'epidermide rinsecchita delle sue dita già percepito quel gelo spettrale, il suo cuore già emesso quei tonfi sordi ma incessanti.
"Ebbene, signorina Anderson..." una voce profondissima e, al medesimo tempo, vicina e lontana percorse la radura. Era lui, era Mr. Peace.
L'anziano avanzò dagli alberi fino al suo cospetto, senza la necessità di posare le fragili ossa su alcun bastone o sedia a rotelle. L'aspetto era raggiante, il suo incarnato roseo e sanguigno, ben distante dal pallido viso ingrigito della giovane, che adesso lo osservava quasi con aria terrorizzata.
"Ci incontriamo sempre nelle occasioni meno consuete, non trova? Forse è questo il nostro destino."
Skyler deglutì, "Come... come ha fatto a trovarmi?!"
Il vecchio sorrise, "Oh, mia cara... io ho sempre saputo dove fossi. Tu... il mio Blake, la vostra nuova casa in collina. A proposito, i miei migliori auguri per il vostro futuro insieme. Sarà breve, è vero... ma non si dice forse che le cose più belle vivano un giorno proprio come le rose?"
I battiti presero ad accelerare, "Lasciaci in pace, io... io ti supplico."
Si rese, tuttavia conto, che l'anziano non mostrava il benchè minimo accenno che potesse far credere ad una qualche empatia nei suoi confronti.
"SMETTILA DI TORMENTARCI!!!" urlò allora, serrando la mandibola, mentre la fitta nebbia risaliva fino ai loro volti.
"Dammelo. Io voglio lui." disse Mr. Peace.
"Blake non tornerà mai più da te." replicò lei, con disprezzo e coraggio, osservandolo dritto negli occhi.
"Se non posso averlo io, allora non lo avrà nessuno." affermò solenne lui, ruotando lo sguardo verso un'imponente quercia secolare.
La ragazza seguì paralizzata i suoi occhi, vedendo poi ai piedi della spessa corteccia resinosa il balancer dilaniato e privo di vita.
"NO!!!"
Gli si precipitò subito addosso, senza pensarci un secondo, ma il corpo sembrava già una fredda tavola di marmo e gli occhi madreperla opaca.
Sentì l'anima infrangersi in mille pezzi e urlò per interi minuti, tenendolo stretto al suo petto, ma era come se la gola non riuscisse a tirar via una sola nota.
"Io voglio lui. Dammelo." ripeté l'anziano, con fermezza.
Le lacrime fluivano severe sulle gote della ragazza, "Lui... lui è morto!!! Sei stato tu ad ucciderlo!!! Guarda... guarda cosa hai fatto..."
"Io voglio lui."
"...Lui?!" disse Skyler, oramai nella totale disperazione, "Lui chi?! Che diavolo significa?!"
Mr. Peace la osservò in silenzio ancora per un attimo, poi voltò le spalle e iniziò ad allontanarsi.
"NO! ASPETTA!!!"
La ragazza ritornò in piedi, correndo in direzione dell'uomo, ma era come se la nebbia lo avesse risucchiato con sé.
A quel punto sentì la testa girare forte e gli alberi del bosco muoversi in una danza incessante intorno a lei. Perse l'equilibrio, cadendo sul terriccio umido e, per un'istante, pensò che sarebbe stato meglio morire e diventare cibo per i vermi. Risalirono allora tra le foglie cori indistinti di voci angoscianti, la stavano chiamando e si facevano sempre più forti fino a farle male alle tempie, che presero a pulsare dolorosamente. Serrò le braccia intorno alla testa e si strinse su sé stessa.
"Basta... vi prego!!! Basta... Basta..."Percepì poi qualcosa afferrarle il braccio e schiuse gli occhi, colmi di lacrime.
Blake la osservò, visibilmente allarmato, "Ehi, sono qui. È tutto finito... sta tranquilla."
La giovane sprofondò fra le calde braccia del balancer e si rese conto di essere a casa, avvolta dalle morbide coperte che lei stessa aveva trapuntato insieme all'aiuto dell'amica Zorah, poche settimane prima. Probabilmente era ancora mattina, poiché la luce che fendeva la tenda di raso grezzo era bianca e pallidissima, così come il suo viso.
"Un altro brutto sogno, non è così?" le chiese, asciugandole una lacrima.
Blake aveva già addosso i suoi consueti abiti da lavoro. Da quando si erano trasferiti nella nuova casa, si era occupato di tutti i lavori necessari per ridare vita a quella vecchia catapecchia sperduta in una delle collinette più alte dell'intera area. Avevano deciso di stabilirsi lì, lontano dai villaggi e dagli sguardi ostili della gente, che mal tollerava la presenza del balancer da quelle parti e, ancora meno, l'idea di saperlo felice e realizzato al fianco di una donna che, agli occhi di tutti, incarnava il più meschino tradimento degli ideali rivoluzionari di Parabellum.
"Sì... sempre lo stesso." rispose lei, aggiustando i capelli dietro i lobi delle orecchie.
"Ancora sicura di non volermene parlare?"
Blake la scrutò con estrema pazienza.
"Preferisco di no... scusami. È doloroso."
"Forse invece ti farebbe bene. È da mesi che va avanti così. Perché non vuoi parlarmene? Cosa succede nel sogno, Skyler."
La giovane alzò lentamente lo sguardo verso lui e il flash del suo corpo irrigidito e coperto di vivido sangue le balenò davanti agli occhi, "Mi dispiace... ma non voglio farlo."
Il balancer sospirò e reclinò la testa in direzione della trapunta, mettendosi in piedi, "Va bene. Immagino che sia una di quelle cose che mi dirai se e quando i tempi saranno maturi." concluse, posando la spalla contro al cornicione della porta.
Skyler affondò i gomiti sul materasso e sorrise teneramente, "Sei diventato bravo. Ottima gestione della calma."
"Non ci provare, signorina Anderson..." raddrizzò lui, accogliendo quella provocazione.
"Signora Anderson. Il mio dolce maritino si offenderebbe se la sentisse parlare così."
Il balancer accettò divertito il colpo, "Ok, l'hai voluta tu!" esclamò, ritornando sul letto e iniziando a solleticarla ai fianchi.
La ragazza prese a ridere a perdifiato, provando a scalciarlo via, ma Blake le bloccò prontamente i polsi, portandosi faccia a faccia.
"Ti arrendi?"
"Non lo farò mai." gli rispose, ancora ansimante, "Non mi arrendo." riprese, adesso quasi seria, ripensando ai discorsi di Mr. Peace in sogno.
Il ragazzo annuì lievemente e le posò un leggero bacio sulle labbra, per poi lasciarle libere le braccia.
"Hai delle uova strapazzate in cucina."
"Dove vai?"
Blake avanzò verso il piccolo corridoio, "Devo terminare i lavori al recinto, prima che qualche pollo scappi via come la settimana scorsa."
"Posso aiutarti." rispose lei, facendo subito per alzarsi dal letto.
"No, sei pallida. Riposa un po' per oggi. Me la cavo bene con chiodi e martello."
"Insisto." ribatté, mettendosi in piedi e lottando contro il senso di vertigine.
"Solo se prima farai una buona colazione, soldato."
Skyler sorrise e lo superò, non prima di avergli lasciato una dolce carezza sul viso, carica di bene.
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OSMIUM - Il pianeta senza amore
Romance[IN PAUSA] [Vincitrice WATTYS 2019 Categoria FANTASCIENZA] C'è solo una regola ad OSMIUM: non provare Amore, da secoli causa principale di guerre e carestie, che hanno portato al totale annientamento del pianeta Terra. E il giovane e autoritario Bla...