• Capitolo LXXVI •

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Salve lettori! Questo è un capitolo multimediale. Avviate il video musicale giunti al TERZO spaccato, buona lettura!

Passi scostanti varcarono le travi del bar più frequentato dagli abitanti del Sottosuolo. Blake si fece spazio tra la gente per arrivare fino al bancone. Sistemò più in giù il cappuccio e fece cenno ad uno dei camerieri di sporgersi verso di lui.
"Cosa ti porto?" chiese il tizio, senza nemmeno guardarlo.
"Mi serve solo un'informazione."
Il balancer lo cercò con lo sguardo e riuscì ad attirare la sua attenzione.
"Sai dirmi dove posso... dove..." cercò invano di formulare una domanda che risultasse sensata.
"Amico, sei fatto o cosa?!"
Il cameriere lo squadrò con una certa sufficienza, come se fosse abituato a vedere quelle scene almeno tre volte al giorno.
Blake sembrò riflettere un attimo, poi disse "Sai dove potrei farlo? Intendo... dove posso trovare questa roba?"
L'uomo lo osservò stranito, "Mi stai davvero chiedendo dove prendere della droga?!"
Il balancer sostenne lo sguardo, senza fiatare, ma con una decisione negli occhi che quasi spiazzava.
Il cameriere, così, decise di rinunciare alle insistenze e di allontanarlo in fretta.
"Voi tossici proprio non riuscite a smettere, non è così?"
"Non è come credi..." rispose, serio, Blake.
"Sì, certo..." il tizio gli lanciò un'occhiataccia e si avvicinò ancor di più al suo volto, "Recati al Red Circle... stasera. Chiedi di una certa Thalissa... è lei ad occuparsi di questa roba."

Blake annuì lentamente e si alzò dallo sgabello.
"Ma se posso darti un consiglio..." proseguì il cameriere, prima che il ragazzo potesse girare le spalle, "Se stai cercando delle risposte, non è in quella merda che le troverai."
Il balancer gli ricambiò lo sguardo, "E se invece fossi alla ricerca delle domande?"
Lasciò sul volto di quell'uomo solo puro smarrimento e andò via, sparendo tra la folla.

***

Skyler spalancò concitatamente la porta della modesta abitazione, "Un brigante!!!" urlò a Zorah, "Aiutami a sigillare la porta, non abbiamo molto tempo!"
La donna si mise subito in allerta e l'adrenalina cancellò in un attimo anche l'arrabbiatura ancora fresca. Alzarono una massiccia trave in legno, disponendola attraverso due ganci proprio davanti la porta. Non era la prima volta che intervenivano in tal modo, vivere laggiù significava essere pronti ad ogni possibile minaccia.
"Adesso occupiamoci della finestra..." indicò la ragazza ma, avvicinandosi alla piccola vetrata, si rese conto che l'uomo era già giunto davanti la fattoria e stava proprio in quel momento scendendo da cavallo.
Abbassò, allora, istintivamente la testa e lanciò uno sguardo a Zorah, sussurrandole di fare meno rumore possibile. Scavalcò la poltrona e la raggiunse, accucciandosi sotto al bancone della cucina insieme a lei.
"Credi che andrà via?" sibilò Zorah, provando a scongiurare la paura.
"Non lo so..." rispose Skyler, rimanendo in una posa plastica.
Il balordo bussò vigorosamente contro la porta.
"Buongiorno, signore! C'è nessuno?!" urlò, sguaiato.
"Andrà bene..." sussurrò Skyler, scivolando col bacino più vicino a Zorah, "Andrà bene."
"Suvvia! Fatemi entrare! Non si nega una tazza di tè caldo a un gentiluomo come me!"
Il brigante scoppiò in una fragorosa risata, mentre Zorah chiudeva gli occhi pregando il Cielo che si levasse presto di torno.
Dopo quel riso scomposto e fastidioso, ci fu un silenzio quasi surreale. Le due donne si guardarono per un istante negli occhi, cercando di capire se se ne fosse effettivamente andato.
Zorah fece per alzarsi, intenta a sbirciare dalla finestra, ma Skyler la fermò da un braccio, "No. Non ancora."
Congelarono i loro sguardi contro la porta, sentendo solo il tonfo dei battiti irrequieti dei loro cuori. Sembravano essere diventati lancette di orologio ma, in realtà, i secondi quasi non passarono più.
D'un tratto, poi, la finestrella adiacente la porta s'infranse in mille cocci, esplodendo proprio vicino alle loro teste, e un masso cadde sul parquet.
Skyler e Zorah si strinsero le mani, come se quel gesto d'unione potesse scacciare via il diavolo dalla loro casa.
Calci furiosi iniziarono a battere sull'ingresso, facendo tremare la porta in legno.
"Fatemi entrare, maledette stronze!"

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora